L’isola Mattei 
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Indirizzo: (Rione Arenula)
L'isola Mattei
di Eleonora Canepari
L'isolato su cui sorge l'isola Mattei è fiancheggiato da due grandi strade, che ebbero un ruolo centrale nel rinnovamento urbanistico di Roma promosso da papa Nicola V (1447-1455) : la via papalis, che il pontefice percorreva quando si recava al Campidoglio per le occasioni ufficiali, e la via mercatoria. Come indica il nome, la via mercato ria era un importante asse commerciale, che permetteva la circolazione di prodotti provenenti dal mare e dalla campagna, destinati ai mercati di Sant'Angelo in Pescaria, Mercatello degli Ebrei e de Campo de' fiori. La famiglia Mattei, già stabilitasi a Trastevere, dall'altra parte del fiume, comincia a impiantarsi nel rione Sant'Angelo durante la seconda metà del XV secolo, con l'obiettivo di trarre vantaggio dagli scambi economici e dalle attività commerciali che qui si svolgevano.
Collocatisi dunque tra la via papalis e la via mercatoria, a partire dal 1473 i Mattei attuano una strategia di radicamento nel territorio tramite l'acquisto di immobili (case e negozi) e di orti e giardini. Circa cinquant'anni dopo, la famiglia è la più eminente del rione e una delle più importanti dell'intera città: in effetti, la Descriptio Urbis elenca 390 abitanti nel palazzo dei fratelli Mattei. Durante la seconda metà del secolo successivo, grazie alle acquisizioni di Asdrubale Mattei, la famiglia estese il suo patrimonio immobiliare e la sua preminenza nell'area suddetta. La strategia di acquisto di immobili e terreni confinanti rispondeva a un obiettivo di concentrazione topografica dei beni, e mirava a costituire una vera e propria insula, un isolato di proprietà della famiglia, ovvero l'isola Mattei. Il modello urbanistico dell'insula permetteva di controllare meglio lo spazio del quartiere e le sue attività produttive, in cui spesso la famiglia nobile era attivamente implicata.
In seguito ai cambiamenti urbanisitici promossi da Paolo III e Sisto V, i Mattei modificarono gradualmente la struttura della loro insula, abbandonando il modello medievale (tenementa, installazione 'a monte"). Essi riorganizzarono l'isola seguendo il modello del palazzo rinascimentale, profondamente integrato nel piano della città nel suo insieme, con una particolare attenzione al tracciato stradale. Assecondando il gusto dell'epoca, e rispondendo alle aumentate esigenze di rappresentanza, la famiglia arricchì il suo parco immobiliare con fontane, cortili, giardini, a scapito di edifici legati alle attività produttive, quali granai e depositi. I palazzi che formano l'isola furono costruiti a partire dal 1541, quando Ludovico II intraprese l'edificazione di palazzo Mattei Paganica. Ad esso si aggiunsero, nel corso dei secolo XVI e XVII, palazzo Mattei di Giove, il palazzo di Giacomo Mattei (che ebbe origine da una restauro della domus in cui i Mattei di Sant'Angelo erano originariamente installati) e il palazzo di Alessandro Mattei, oggi palazzo Caetani.
Il radicamento della famiglia nel rione Sant'Angelo non è solo architettonico, ma anche politico. Su un totale di 402 offici municipali ottenuti dai Mattei tra 1550 e 1650, 49,5 % sono cariche locali (soprattutto quella di caporione) del rione Sant'Angelo, mentre 34,8 % sono uffici ottenuti dall'altro ramo della famiglia, quello di Trastevere. La presenza politica della famiglia è particolarmente forte nella seconda metà del XVI secolo e fino al 1610 circa. Durante questi 60 anni, i Mattei occupano annualmente almeno una delle cariche municipali del quartiere, e spesso più di una. In totale, essi ottengono 17,5 % degli uffici attribuiti nel rione Sant'Angelo tra il 1550 e il 1650 ; tale percentuale aumenta se si considerano soltanto gli anni tra il 1550 e il 1610, quando i Mattei ottengono più di un quarto delle cariche del rione (22,5 %).
Il linguaggio corrente rispecchia la forte impronta della famiglia nella zona in questione. Infatti, gli abitanti della Roma moderna chiamavano quest'area « Li Mattei », come diverse fonti testimoniano. Nel libro di conti della famiglia Formicini, ad esempio, le case possedute nell'isola Mattei sono indicate con il solo riferimento al nome della famiglia. Allo stesso modo, il libro di piante dell'arciconfraternita del Gonfalone menziona la contrada « a li Mattei » durante tutto il XVI e XVII secolo, corrispondente ai palazzi e all'attuale piazza Mattei . Secondo un'abitudine consolidata nella Roma moderna, la famiglia si "appropria" anche della chiesa di quartiere: così, nel linguaggio quotidiano degli abitanti della città, la chiesa di Santa Lucia alle Botteghe Oscure è chiamata « Santa Lucia alli Mattei ».
L'Isola Mattei nella pianta di GB Nolli
Palazzo Mattei in una veduta di Giuseppe Vasi
Bibliografia di riferimento
Gnoli D., « Descriptio Urbis o censimento della popolazione di Roma », in Archivio della società romana di storia patria, 17 (1894), p. 375-520
Gnoli U., Topografia e toponomastica di Roma medioevale e moderna, Foligno, Edizioni dell'Arquata, 1984
Palazzo Mattei di Paganica e l'enciclopedia italiana, Rome, Istituto dell'enciclopedia italiana Treccani, 1996
L'Isola Mattei nella pianta di GB Nolli
Palazzo Mattei in una veduta i Giuseppe Vasi