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L’Aquila, 27 gennaio 1586
Med. 5092, n° 112/2 (c. 296rv)
Allegata al n. 112 (c. 295r)
//c. 296r// Illustrissimo et Reverendissimo monsignore
Una ragione che io aveva già in Bari in conpagnia di Piggello Pandolfini acomodo di una grossa somma di danari el tesoriero regio di quella provincia, e, oggi la Regia Camera della Sommaria sotto pretesto che ne siamo stati rinborsati dalli danari della corte sendosi apartato detto tesoriero molesta noi nonostante el tesoriero abbi dato pregieria secondo el solito alla corte ora detta Camera, ha espedito ordine al tesoriero di qua che si assiquria della persona mia come forestiero, sto ora apresso per rimediare con qualche sorte di siqurtà, e, per che mi bisognerà andare a Napoli non vorei che avessino da procedere contra di me con quello rigore che anno fatto sin qui ma procedesino per via ordinaria pero ricorro da Vostra Signoria Illustrissima suplicandola mi vogli fare grazia di alchune lettere sue di favore per il viceré di Napoli [1] e per il regente Aniballe Moles [2] acciò abbino avere riguardo al negozio come conviene per justitia e non come cosa di fisco sendo certisimo come //c. 296v// quelli signori voglino canminare per la strada ordinaria conoscerano non avere chausa procedere contra di noi et con quella più caldeza che sarò da Vostra Signoria Illustrissima favorito in questo negozio ne verrà la mia spedizione più facile e più presta il che desidero per tornare al mio governo alla quale con ongni debita reverenza li bacio la veste pregando Idio per maggiore sua esaltazione.
In L’Aquila alli 27 di genaio 1586.
Di Vostra Signoria Illustrissima et Reverendissima
Umilissimo e devotissimo servitore Giovanni Davanzati