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Roma, 5 marzo 1569
Med. 5085, [già num. 38], c. 62r.
Dall’abbate Portio, a cui per le buone qualità sue sono molto affetionato, vengo pregato d’impetrar da Vostra Eccellenza una lettera per il marchese di Pescara, viceré di Sicilia, a favore di don Pietro Portio gentilhomo messinese in certa causa sua criminale contra Alfonso de Franchi, nella quale egli sopra tutto desideraria che non gli fusse impedito il foro suo della inquisitione a cui è suggetto. Desidero che egli resti compiaciuto da lei et però la supplico a mandarmi la lettera espedita, che le n’harò obbligo.
Il cardinale di Perugia m’ha richiesto con molta instantia ch’io favorisca con Vostra Eccellenza et col Signor Principe il desiderio suo che ella vedrà dall’inclusa polizza. A bocca gli risposi che Vostra Eccellenza non tratteneva più soldati et che il Signor Principe mi pareva molto gravato d’homini. Supplico l’una et l’altra a rispondermene un capitoletto amorevole che lo sodisfaccia di parole, se non si può coi fatti, et ambedue bacio la mano.
Di Roma li v di marzo 1569.