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Roma, 31 maggio 1571
Med. 5085, [già num. 213], c. 446r-v.
Lettera integralmente autografa.
Stamattina il cardinal Alessandrino mi a pregato che io scriva a Vostra Altezza che la suplica a scriver un’altra lettera a Sua Santità in la medesima materia che la li scrisse un’altra volta: che è che Sua Santità la mandi legatoa in Spagna, havendo ditto il papa al detto cardinale che vuol mandare legati a tutti i principi. La lettera la desidera quanto prima et che sia di man dib Vostra Altezza p[erché] sia più efficace et che la facciac Vostra Altezza parte in credenza del’inbascadore, et parte narando le cause che la muovano a far questo, mostrando che il cardinale non ne sa niente. La causa che muove il cardinal a desiderare la lettera in credenza dell’anbascadore è che lui li potrà dire molte cause che dica al papa che sarebbo (sic!) lunghe da scriversi. Mi par che l’afetion di questo cardinale //c.213v.// meriti che Vostra Altezza lo favorisca. Mi ha detto il cardinale Alessandrino che il papa l’altra mattina, da poi che la Lega si era conclusa, li haveva detto che era stato in gran dubio che lid spagnoli non si fusser acordati con l’imperatore per far qualche cosa contro di Vostra Altezza et che per questo non volesser concludere la Lega ma che si guardasser di lo punger in voler offende Vostra Altezza perché luie ne li farebbe pentire, sendo resoluto di sempre voler seguir la fortuna di Vostra Altezza. Non li scrivo questo perché ci sia rispetto nisciuno, ma perché la conosca la volontà di questo santo veccio. Fo fine, pregando il nostro Signor Idio che la conservi sana.
Di Roma a l’o di maggio 1571.
a Segue in barrato.
b Segue di ripetuto.
c Che la faccia interl. sup.
d Segue spagniuoli barrato.
e Segue una lettera barrata.