Il cardinal Ferdinando al granduca Cosimo I

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Roma, 1 febbraio 1572

Med. 5087, n. 14 (c. 40r-v).

Scrissi hiersera a Vostra Altezza con la mia inviatali per corriere espresso che domane trattarei con Nostro Signore della persona del Gerio per Germania. Ma perché i nuovi casi hanno bisogno di nuovo consiglio, io, trattando tutto il resto, lassarò star questo sinché ella non me ne scriva la sua volontà, dopo che harà sentito quel che hoggi habbia ritratto da Sua Santità l’ambasciatore, perché se fusse vero che in corte cesarea si fusse pronuntiato contra di lei in favor di Ferrara, come Sua Santità è avvisata, io non so qual resolutione ella sia per fare, né quanto la sia per curarsi di mostrar tanta voglia della grandeza di Sua Maestà Cesarea poiché sì poco vagliono con lei i segni d’humiltà et amorevolezza. Et ho giudicato dover soprasedere né passar più oltre sinché altro non tengo da lei, massimamente stando Sua Beatitudine turbata per questo fatto, come ella dovrà intendere dall’ambasciatore, al quale ha detto ancora tener avviso dal medesimo nuntio che per costà Sua Maestà espedirebbe homo espresso a intimarle et notificarle la sententia.

Al duca di Ferrara scrisse Sua Santità nel tempo medesimo che agl’altri principi //c.40v// esortandolo in aiuto della Lega. Et questo è il breve il quale, mandatole in Germania, le può haver dato occasione di valersene, come haveva inteso Vostra Altezza, non già che non fusse commune et che havesse quella commessione che le veniva scritta. Pigliarò ben occasione da questo romore della sententia di stringer il negotio del breve, poiché se ne conosce maggiore il bisogno et forse che Sua Beatitudine in questa sua perturbatione sarà più facile et larga alla espeditione.

Non mi servendo io più del Ciregiola nell’offitio di agente per la mala gratia sua universale con la corte, disegno ridurlo a la provisione sua solita, che è quella che io do ancora a gl’altri gentilhomini simili, per riconoscerlo di più con occasione et ho voluto dirlo a Vostra Altezza acciò che se si duole, ne sia informata et io sappi di poterlo far con buona gratia di lei, a la quale bacio la mano.

Di Roma il primo di febraro 1572.