Il cardinal Ferdinando al granduca Cosimo I

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Roma, 20 giugno 1570

Med. 5085, [già num. 152], c. 307r-v.

Hoggi è passata la espeditione sopra il negotio mio, alla quale ha dato intentione Sua Santità di agiugnere nuovi comodi particolarmente con aiutar la recuperatione delle facultà usurpate al ufitio, quali sono molte. Vi si spedirà hora una bolla per più fermeza della cosa et io fra tanto porrò oportuno ordine al tribunale col consiglio delli medesimi cardinali et con participation di Sua Santità, acciò si dia principio alla amministratione del ufitio et alla perception del frutto, il quale è per andar crescendo a la giornata. Mando a Vostra Altezza la copiaa dell’erettione dell’uffitio per dargnele quasi un saggio et le mando anco il conto di tutta la spesa, dal quale ella veda come si siano spesi li danari hauti da lei et quel che resti per complire la somma netta di spese //c.307v.// delli 10 mila scudi espressa nella bolla, per li quali, non vi essendo pronte le occasioni d’offitii vacanti, ma bisognando andarne comprando da chi ne ha, lascerò l’ordine certo a persona fidata che empia la somma sudetta con l’intervento di Cesis, come si è fatto fin’a hora, al che far sendo necessario il resto suplico Vostra Altezza a mandarmi il ricapito, acciò che questo negotio si possa finire. Non voglio lascar (sic!) di dirli che il cardinal Mafeo si è portato amorevolissimamente in questa cosa a comodo et honor mio et posposto il respetto di dispiacer a Farnese in cosa che tanto è per premerli che io stimo da far conto de la voluntà di questo huomo. Con questo fo fine pregando per la conservatione di Vostra Altezza.

Di Roma alli 20 di giugno 1570.

a Segue le barrato.