Il cardinal Ferdinando al granduca Cosimo I

Sono cinque giorni che a Nostro Signore cominciò un poco di catarro, il quale si andava portando assai facilmente, se ben l’impediva le sue ordinarie occupationi. Ma hiermattina, sendo pur voluto andar in Segnatura, diede occasione a maggior progresso, onde et mentre stette quivi fu combattuto dal sonno, havendo mal dormito la notte innanzi et poi su le 21 hor sentì gran dolore sotto al fianco (che dicono esser stato catarro) et, oltra gran difficultà d’orina, gran cociore et dolore nella vessica, non senza alteratione di febre et fiaccheza, onde i camerieri a braccia lo posero in letto, dove poi ha posato la notte così così. Stamane dopo la messa posò un poco et poi all’hora solita desinò et fin a quest’hora, che è la seconda di notte, nella quale è andato a dormire, sta assai bene, ma debole sì che, se stanotte non quietasse, saria cosa assai pericolosa, trovandosi la virtù molto debole. Il suo medico, il Cardano, et un maestro Giovanbattista da Terni collegiorono sopra questo accidente et risolverono di dar a Sua Santità il latte dell’asino, nel quale, cominciato stamane^a , hanno buona speranza, ma la difficultà che dura fin a quest’hora nell’orinare non ci lassa senza sospetto, sendovi tanta fiaccheza. Ond’io ho voluto significarlo a Vostra Altezza con questo corriere //c.86v// espresso, acciò sappia in che stato sia la salute di Sua Beatitudine per quel che cotal notitia anticipata possa importar alle cose sue. Io sarò d’hora in hora avvertito diligentemente de lo che segue et Vostra Altezza potrà promettersi miglioramento se non harà mie lettere in contrario. Intanto non si lassa di tirar innanzi l’espeditione incominciata per Ferrara et per la corte cesarea, et messer Ottaviano partirà subito che habbia il breve, sendo a ordine nel resto. Col qual fine a Vostra Altezza bacio la mano.

Di Roma li 23 di marzo 1572.

^a Cominciato stamane aggiunto in interlinea superiore.