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Roma, 24 marzo 1572
Med. 5087, n. 32 (c. 88r).
Scrissi hiersera con corriere espresso in che stato Sua Santità si trovasse a quell’hora. Occorremi dir hora che ella passò poi la notte con sonno interrotto et poco quieto, onde stamane col remedio de servitiali tentorono di alleggerirle il dolore che la pungeva, et successe sì che udì messa con più tranquillità. Dopo desinare tornò in letto, dove fece un sonno continuo di più di tre hore con tanta quiete che si destò tutta recreata et franca et orinò assai et facilmente, sì che non parendole d’haver più male si risolveva d’andar alla Minerva domattina, secondo il solito. Da che però si lassò rimuovere, con resolutione di celebrar nella cappella sua lei stessa privatamentea. Affermava hoggi il Cardano et un altro medico d’Urbino che il male suo non è pericoloso di morte, se ben era grave et la tenevano per sicura se obedisse agl’ordini de medici. A che conforma quel che è successo finché se n’è andata a dormire con speranza molto certa d’una buona notte, la quale piaccia a Dio donarle con molte appresso, et a Vostra Altezza ogni prosperità.
Di Roma li 24 di marzo 1572 a hore 3 di notte.
a Lei...privatamente aggiunto in interlinea superiore.