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Roma, 11 aprile 1572
Med. 5087, n. 48 (c. 124r).
Sopra l’espeditione del Vestrio ho risposto lungamente al Signor Principe, di maniera che non mi resta da dirn’altro a Vostra Altezza, se non che al primo avviso di lui si vedrà se con quel duca Sua Santità habbia da usar termini più rigorosi o pur bastino quelli usati fin qui per mezo di lui. Dell’imperatore credo il medesimo che fa Vostra Altezza, facendo più per lui il tener desta et viva questa causa che finirla, et in tanto la pratica del titolo potria accommodar l’un et l’altra.
Della salute di Sua Beatitudine non si può dar ancora lunga speranza o certa, variando spesso il suo male, ma, se non si vede acquisto notabile, non si scuopre anco peggioramento da temerne presta rovina, ma più tosto si vede un progresso d’andarla consumando a poco a poco. Per mezo d’Alessandrino le farò dar conto della venuta dell’homo di Sassonia et communicarle la lettera di quel duca per Vostra Altezza, quanto prima potrà farsi senza molestia di Sua Santità, la quale per ancora resta sequestrata da negotii interamente, se ben in queste benedittioni d’agnusdei è comparsa assai bene, hoggi è stata a spasso in Belvedere et domattina dice voler venir in Cappella, et del ritratto darò avviso a Vostra Altezza, alla quale in tanto con ogni affetto bacio la mano.
Di Roma li xi di aprile 1572.