Il cardinal Ferdinando al principe Francesco

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Roma, 15 aprile 1569

Med. 5085, [già num. 58], cc. 97r-98r.

Agl’illustrissimi Savello et Santa Croce ho comunicato quanto Vostra Eccellenza mi scrive intorno al negotio et ambedue la ringratiano della sua amorevoleza. Santa Croce, presentendo che quel corso per hora non si trova in quelle parti, dice non occorrerli altro che non recusare l’offerta cortesissima di Vostra Eccellenza per usarla poi a suo tempo. Savello, accettandola et mostrando di non havere trovata grandemente buona altra volta la via di qua, desidera che la scriva in buona forma al signor Orso il quale, vedendo il volere di Vostra Eccellenza, forse si risolverà di compiacerla posposto ogn’altro rispetto o al meno, per non dargli segno di poca riverenza, dovrà scacciara da luoghi suoi quel capitano Innocentio, il quale forse così arrivarà in parte onde le sarà facile conseguire l’intento suo contra d’esso.

Io resto ogn’hora più ammirato di quanto la mi scrive delle mie cose domestiche, non potendo riscontrare con alcuna sorte di diligenza chi siano questi che così indiscretamente consumino il nostro. La supplico sia servita //c.97v.// farmeli dire più particolarmente (senza dir però chi la n’habbia avvertita) perché così mi verrà il vero a notitia senza danno altrui, se bene da cosa che mi si sia detta non è venuto mai danno ad alcuno, non trattando io con li miei servitori di maniera che vengano empiendomi gli orecchi di novelle o ardiscano di volere sbalzare gl’homini a loro capricci. Non leverò però l’occhio da ciò secondo l’avvertimento di Vostra Eccellenza. Et ella fra tanto da Filippo potrà farsi informare sopra il procedere di mia casa.
Il Fiammingo m’ha fatto scriver dal vescovo di Pistoia in sua raccomandatione et come quello che spera si trattiene di costà aspettando buona risposta, la quale io non darò aspra, acciò tanto meno si ponga in fuga et si tolga dalle nostre mani. Dove stia, non lo saprei già dire.

La causa del signor Sforza ha bisognob d’essere trattata efficacemente con Nostro Signore et però non so quanto siano atti instrumenti quelli che Vostra Eccellenza propone. Consultarò con li amici quel che sia da fare et non si mancarà di tentare //c.98v.// ogni via per indurre Sua Santità a admettere questa appellatione et commettere la causa in uno de modi che si desidera per provedere all’indennità di quel signore che ragionevolmente sta a cuore a Vostra Eccellenza. A cui non occorrendo dir altro, le bacio la mano con ogni affetto.

Di Roma li xv di aprile 1569.

a Nel ms. scacciarlo, -lo cassato.
b Ms. habbisogno.