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Roma, 28 aprile 1569
Med. 5085, [già num. 65], c. 112r.
Non potendo esser io stesso presente a esprimer al Serenissimo Arciduca l’affetto dell’animo mio verso Sua Altezza, m’è parso che convenga complire a questo debito con la voce di qualcuno. A questo effetto, havendo presentita la sua venuta, mando il commendator Covo mio gentilhomo, al quale ho dato ordine che con questa occasione visiti Vostra Eccellenza in mio nome. Quando la vedrà poi disocupata da honorar Sua Altezza, ragioni con lei delle cose mie et di me, quanto ella udirà da lui largamente. La prego a ascoltarlo et crederli come faria a me stesso et rimandarlo con quella sorte d’espeditione che io mi prometto dalla sua amorevolezza et ch’io desidero per accrescere tuttavia più il cumolo delli oblighi miei con lei, alla quale per fine di questa quanto più posso di cuore mi raccomando.
Di Roma il dì xxviii d’aprile 1569.