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Roma, 10 giugno 1569
Med. 5085, [già num. 82], c. 150r-v.
Il ricapito de danari mandatomi da Vostra Eccellenza accommodarà di maniera le cose mie qua che io, lassandole in buon termine, potrò partir con l’animo quieto et harò cagione di restare sodisfatto della bontà et cortesia sua, come fin hora resto obligatole per l’aggiunta di questa a tante altre mercedi ricevute da lei. La quale ne ringratio se non con quelle parole che doverei, almeno in questa brevità con quello affetto che posso maggiore. Il resto potrà riscontrarsi, anzi vedersi il tutto poi più minutamente al mio ritorno come la dice, che così desidero per sodisfattione mia ancora.
Per Vettorio Dovitii finirò d’adempiere il comandamento di Vostra Eccellenza, ma con poca speranza di frutto secondo il parere di Pacheco.
Nelle cose di Monte mi sono portato in modo che il buono et presto fine d’esse non nega egli di riconoscere dalla nostra protettione. Dalla sententia intimatagli due dì sono vedrà Vostra Eccellenza particolarmente la resolutione di Sua Santità.
//c.150v.// Delle parole del Bufalino harei io ancora fatto il medesimo giuditio se non mi fusse stato noto altra essere l’origine del suo motivo. Seguitarassi la via della giustitia, poi che dalla mano del vescovo non pare che possa venir comodo alcuno.
Nella pratica di Casteldurante non concluderò senza quel che conosco esser sodisfattione del duca nostro signore et già l’ho detto a Sforza, che approva et loda questo pensiero.
Della risposta di Vostra Eccellenza nel particolar di Simoncello, della signora Felice, et del dottor Bolognetti la ringratio. Et dovendo poco appresso all’arrivo di questa essere ancor io presente con lei, resto baciandole la mano con tutto l’animo.
Di Roma li x di giugno 1569.