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Roma, 29 giugno 1570
Med. 5085, [già num. 155], c. 312r-v.
A Sua Altezza scrivo di quanto passi intorno alla cosa mia et nel resto quel che Vostra Eccellenza vedrà. A lei, non havendo sue lettere, non ho da dire altro particolarmente se non che cacciandomi i caldi di qua, non però me ne partirò sinch’io intenda se ella ha da comandarmi cosa alcuna, desiderando io in questo tempo, come ho fatto sempre, mostrarle l’osservanza che le tengo et la molta volontà che ho di servirle. Sia servita dunque Vostra Eccellenza farmi sapere il volere suo ch’io l’aspetto, et fratanto con ogni affetto le baso la mano.
Di Roma li xxix di giugno 1570.
[Post scritto] Sul fermare la lettera m’è comparsa la sua de’ 27 tutta responsiva, talché si sodisfa //c.312v.// solo dell’avviso della ricevuta. Se il Montecuccoli non vien sodisfatto, potrà ragionevolmente dolersi della sua negligenza et Trento so che se ne riderà. Con Monte et Simoncello mi governarò come ho fatto sin qui et come la ricorda, et a Vostra Eccellenza di nuovo baso la mano.