Il cardinal Ferdinando al principe Francesco

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Roma, 16 febbraio 1571

Med. 5085, [già num. 168], c. 343r-v.

Dopo quel che io scrissi a Vostra Altezza con ultima mia de’ xii, m’occorre solo dirle che Nostro Signore hebbe poi tutto il dispaccio dall’ambasciatore cesareo et le scritture che conteneva, le diede al cardinale Santa Croce come a confidente nostro, secondo che m’ha conferito Alessandrino. Dovrà esso vederle per referire. Intanto io sarò con lui per scoprir meglio in fonte se queste cose siano così acerbe, come mostrano le lettere dell’imperatore a questi cardinali et quella ancora scritta a Sua Altezza della quale per qualcuno qua si è visto una copia. Sua Santità sta nel medesimo buon animo aspettando soprattutto l’esito di questa Lega che meglio le mostrarà dove si trovi. Tuttavia son del medesimo parere che l’haver lettere dal granduca di quel tenore ch’io scrissi non potrà se non piacerle.

Hoggi ho voluto fare l’offitio che Sua Altezza mi comandava con Morone et Amulio, ma le occupationi loro continue di questo giorno mi hanno fatto differire a domattina. Sarò con essi et con le prime darò conto del successo. //c.343v.//

Di quel che havea fatto per monsignor Salviati la ringratio, come fo anco de lo che prometteva per il Finetto. Le raccomando Andrea di Tommaso Minerbetti nella distributione che ella farà delli offitii, pregandola che, se v’è il servitio di lei, gli piacerà impiegarlo in alcuno onde servendole tragga qualche commodo. Che è quanto mi occorre et con ogni affetto, gli baso la mano.

Di Roma li xvi di febraro 1571.

[Post scritto] Alessandrino hebbe occasione di far offittio con Nostro Signore per il particolar del nuntio di Germania et fu resoluto di mutarlo quanto prima per ogni modo, ma della persona, se ben si ragionò, non però volse Sua Santità dichiararsi per all’hora. Seguitarò di far ogn’opera perché la elettione caschi nell’amico o in altro confidente nostro et non sospetto ad altri, per questo o per altro respetto, importando assai haver homini simili in queste occasioni.