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Roma, 26 giugno 1571
Med. 5085, [già num. 236], c. 489r-v.
Il cardinale Alessandrino si parte questa notte per a suo viaggio et farà la prima posata, che sarà di due giorni, a Caprarola più con l’auditore della Camera che con Farnese. La mattina di San Pietro dirà messa alla Madonna della Quercia et l’altro giorno s’incamminerà per aa cotesta volta, con disegno di arrivare a Firenze il decimo giorno incirca. Di che ho voluto dare avviso con questo corriere che in tanto porta quanto vedrà Vostra Altezza dalle lettere di Pacecco et mie. Ha ordine amplissimo nelle cose nostre et egli è così ben disposto che tutto farà quanto gli sia mostrato esser utile. L’ordine per il nuntio di Germania venne con altra, come ella harà visto.
Domane, ch’io andarò da Nostro Signore, come ho detto a Sua Altezza, li darò conto di quel che è passato con Ferrara nel negotio de danari, et so cheb harà piacere della risposta.
Sua Santità ha messo in sua libertà il signor Adriano Baglione et l’occasione è stata che egli havesse mostrato dispiacere che li venisse preferito [...]c.
Il che inteso da lei, l’ha fatto pagar del suo servitio, et dolcemente però //c.489v.// fattogli dire che rimette in lui di provedersi altro servitio. La cosa sta ancor secreta et non si publicarà così presto. Però ho voluto che Vostra Altezza lo sappia acciò possa giudicar sed questo soldato d’esperienza et di valore et homo di buona conditione, fusse per sorte uno di quelli che le disegnano tirare al servitio loro. Le quali sapranno anco che Sua Santità sopra il suo credito ha voluto che accetti un donativo di 300 scudi talché si può dir che si può trattare seco senza dubio di dispiacer a Sua Beatitudine, anzi che ella quasi lo liberi acciò possa haverlo Vostra Altezza senza chiederglielo, che è per fine col quale mi raccomando nella sua buona gratia.
Di Roma li 26 di giugno 1571.
a A interl. sup.
b Segue n’ barrato.
c Segue spazio bianco nel testo.
d Se interl. sup. su che barrato.