Il cardinal Ferdinando al principe Francesco

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Roma, 6 aprile 1569

Med. 5085, [già num. 54], c. 93r.

L’ambasciatore finalmente questa notte ha reso l’anima a Dio, di che per suo conto debbe allegrarsi chiunche l’amava, havendo egli terminato uno stato pur troppo miserabile. A me è doluto per la perdita non piccola che ne fa il nostro commune servitio, sendo egli stato un homo di molta bontà et prudenza et gratiosissimo in questa corte. Su questa occasione, facendomi intendere suo figliolo che spedisce una staffetta a cotesta volta, non ho voluto lassare di visitare Vostra Eccellenza con queste poche righe per darle nuova della continua mia salute, poiché lo stato delle cose non mi dà altro che dirle et rinovarle un’offerta dell’opera et servitù mia, se occorrerà che possa essere utile et atta a valersene per alcun servitio di Vostra Eccellenza. La qual prego baci la mano al Duca mio Signore et a Sua Altezza, con tenermi in gratia di se stessa. Che Nostro Signore Dio li conceda quanto desiderano.

Di Roma li 6 di aprile 1569.