Il cardinal Ferdinando a Bartolomeo Concini

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Roma, 29 giugno 1571

Med. 5085, [già num. 240], c. 507r-v.

Magnifico messer Bartolomeo amatissimo,

la risposta ch’io hebbi intorno all’espeditione di messer Rinato Pazzi fu tale ch’io non mi so risolvere se Sua Altezza la rimetteva liberamente in me o pur mia voleva, col mettermi in consideratione lo stato delle cose (non so se diceva nostre o mie), ritirare dall’esecutione di questo disegno nel quale, non volendo procedere più oltre senza meglio sapere la volontà loro, harò caro che l’intendiate et le preghiate a dirmela liberamente, facendole certe ch’io domando il consiglio et la volontà loro in molte cose per conformarmi con esse, et non per far di mia testa, come forseb si persuadono, rispondendo così troncamente. Et però desidero haverlo con quella libertà et chiarezza ch’io debbo promettermi della prudenza et amorevoleza loro, alle quali direte, inoltre, ch’io lo manderei non perché si fermasse, ma perché tornasse subito che havesse strigato il viluppo delle cose mie, che, per mio parere, saria in brevissimo tempo.

Il cardinale Rusticuccio mi tien pur domandato di ciò che debba fare il Tommasi suo intorno a quel negotio del benefitio di Radicondoli con il Saracinoc, cioè se desistere o seguitar di valersi delle sue //c.507v.// ragioni. Et o l’una cosa o l’altra che debba seguire, vorria haverla per dichiaratione di loro Altezze acciò sapesse di seguire sempre la volontà loro. Desidero che voi ne parliate loro in mio nome et le preghiate a lassarsene intendere liberamente con me, acciò ch’io possa quietare Sua Signoria Illustrissima che ne mostra molto desiderio, sendogli il Tommasi servitore molto accetto. Con che resto offerendomi a piaceri vostri.

Di Roma li 29 di giugno 1571.

Vostro Ferdinando cardinal de Medici.

a Mi interl. sup.
b Forse corretto su par che.
c Del benefitio di Radicondoli con il Saracino margine sinis. con segno di richiamo.