Il cardinal Ferdinando a Giovanna d’Austria

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Roma, 14 marzo 1569

Med. 5085, [già num. 41], c. 65r-v.

Serenissima Signora mia osservandissima,

la visita del conte Scotto accompagnata dalla lettera humanissima di Vostra Altezza m’ha portato infinito contento perché, stimando io quanto debbo et quanto più si può la gratia sua et quella amorevole volontà che m’ha mostrata sempre, non posso allegrarmi tutto ogni volta ch’io ne veda apparire alcun segno. Et questo m’ha dovuto esser tanto più caro, quanto con esso mi viene l’avviso della salute di tutti et lo alleggerimento della indispositione della signora mia sorella. Io mi conservo sano, per la gratia di Dio, et come non lasso mai la memoria delli obblighi miei con lei, né il desiderio del servitio di nostra casa, così continuamente mi ricordo di pregar per la salute di Vostra Altezza et di metterla a parte delle orationi mie con molta volontà che siano portate dal merito della sua bontà dove non si condurrebbono per la mia imperfetione. La prego a pigliar occasione di comandarmi talvolta, rendendola certa ch’io non desidero alcuna cosa più che servirle //c.65v.// et che nessuna gratia stimarei a pari di quella de suoi comandamenti. Con che resto basando la mano affettuosamente.

Di Roma li xiiii di marzo 1569.

Di Vostra Altezza
Affetionatissimo servitore Ferdinando cardinal de Medici.