Il cardinale Ferdinando al granduca Francesco I, a Firenze

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Roma, 30 dicembre 1586

Med. 5092, n° 173 (c. 443r), firma autografa

//c. 443r//
 
Il cardinale d’Este [1] havendo quanto ha potuto fatto resistenza al male, stamane finalmente s’è morto, havendo prima presi constantissimamente tutti li sacramenti et fatto quest’ultime hore, come tutto il resto della vita, et con segni particolarissimi insomma d’essersene andato in gratia di Dio. Si è aperto il suo testamento nel quale fa molti legati, et particolarmente d’un collegio in Ferrara dotato di x mila scudi l’anno per 20 scolari, raccomandato ai frati minimi, herede il Duca [2], et dopo lui don Cesare [3], et esecutori Vostra Altezza, il Duca suo fratello, il Duca di Mantova [4], il cardinale Gonzaga [5], et ciascuno in solidum. Stamane si è fatto quel che accadeva, et spedendo il conte Tassone [6] con avviso al Duca, ho voluto darli queste poche righe, dicendo di più a Vostra Altezza che hoggi andaremo Gonzaga et io per ragguagliare il papa, et vedrassi che poiché a Gonzaga resta Tivoli per il testamento di Ferrara, Sua Santità li dia anco il governo.
Trattarò ancora perché dia a don Alessandro [7] alcuno de benefitii di Francia, poiché vacando in curia toccano a Sua Santità et il consenso l’hariano loro dal Re [8]. A Farnese [9] non poteva venire cosa più grata, poiché il più potente ostaculo suo era Este, et con quel che gl’impediva in Francia, et con il seguito suo di qua, talché se il papa mancasse hoggi, io diffiderei di bastare ad impedirlo. Hora egli non guardarà a prezo per accordare con Francia, non solo per ristringer sé, ma per ponere maggior diffidenza con Vostra Altezza, la quale è prudente, et saprà molto bene risolvere se le compla lassare correre, o valersi dell’occasione che ha da accordare con poco più o meno, et levare questo sasso di mezo. Et sendo quanto mi accade, le bacio la mano.
Di Roma li xxx di dicembre M.D.LXXXVJ.


6. Ercole Tassoni.
7. Alessandro d' Este, figlio di Alfonso, marchese Montecchio.