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Roma, 24 gennaio 1587
Med. 5092, n° 178 (cc. 461rv), firma autografa
//c. 461r//
Ser.mo Sig.r
Parlando con Sua Santità mi domandò delle cose di costà et venne a quelle di Virginio [1] con segni di molta amorevoleza, come ha fatto molte volte, però io quasi invitato li dissi che sendo Vostra Altezza et io tanto servitori di Sua Santità et conoscendo lei tanto inclinata a lasare li suoi uniti con la casa nostra, havevamo anco pensato non poterli dare arra più certa del animo nostro verso di loro che con ristringersi di qualche vincolo, come saria di pigliare la nipote per Verginio, parendoci anco che questo staria bene a tutti dua; questa fu la somma di tutto el ragionamento, al quale Sua Santità rispose con parole di incredibile doceza, mostrando di gradire molto la proposta et stimarne honorata et favorita la casa sua che non haverebbe potuto desiderare più et non venne a parole di stipulatione ma ringraziandoci pasò a dire che li saria parso che dovessi tenersi segreto //c. 461v// per tre mesi fin che passasse un poco la memoria di questi sangui et anco per levare più che si potessi molte cicalerie, talché pare con questa prefisione di termine mostrò di acetare, et non rispose come a li altri che la puta non era in età come dirò più largamente a Vostra Altezza massime che intanto poi nella partita doverà ragionarsene di nuovo la quale secondo il concerto di Sua Santità sarà a metà quaresimaa se prima non si faranno le noze. Suplico Vostra Altezza a tenerlo in sé per che il sapersi saria di gran disgusto al papa et danno del negotio et li bacio la mano.
Di Roma li 24 di genaio 1587.