Il cardinale Ferdinando al granduca Francesco I, a Firenze

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Roma, 7 marzo 1587

Med. 5092, n° 188 (c. 480r), firma autografa

//c. 480r//

Hieri scrissi a Vostra Altezza quanto harà visto. Hoggi poi in audienza privata m’ha di nuovo Sua Santità mosso proposito di Lamberto Malatesta [1], ragionandomi in modo dello stare suo in quelli luoghi di Vostra Altezza, che pareva, che non movendosi subito Vostra Altezza con ogni impeto a scacciarlo, et perseguitarlo, volesse in certo modo inferire, che non li dispiacesse lo stare suo interamente.
Et insomma si voltò a pregarmi talmente che io gliene scrivessi, et lo pregassi di perseguitarlo et castigarlo, che non potetti recusarlo, et così lo fo, assicurando Vostra Altezza che non vedo cosa che Sua Santità possa desiderar da lei maggiormente, alla quale risposi quel che mi parve convenire a quella parte del sospetto, et, come quella che di Vostra Altezza si promette, mostrò di restare capace, et appagata facilmente. Che è quanto ho da dirle questa sera; et le bacio la mano.
Di Roma li vij di marzo M.D.LXXXVIJ.