Il cardinale Ferdinando al granduca Francesco I, a Firenze

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Roma, 11 aprile 1585

Med. 5092, n° 37 (c. 82r), firma autografa

//c.82r//
 
Fra le provisioni che per liberare questo Stato dalla molestia de banditi et renderli la sua quiete, ha resoluto stamane il Collegio nostro è stato di pregare li principi vicini che dalla parte loro si contentino di non tolerarli a confini, ma scacciarli, et castigarli, o li suggetti tolerabili ritirarli indentro. S’è scritto a gli altri nella forma che conviene. Et perché di nessuno si promettono più favore che di Vostra Altezza per la buona vicinanza prestata sempre da lei a questo Stato, et per il zelo della quiete, et della giustitia mostrato in ogni tempo, a lei ricorrono sopratutti et da lei più che d’ogni altri, sperando, hanno voluto che al publico et commune offitio io aggiunga li miei privati preghi, come con il testimonio dell’obligo, che lei n’harà grandissimo. A questo effetto fo la presente assicurando Vostra Altezza che non hebbe  mai occasione di farsi più amplo e maggiore obligo con un benefitio solo, et che mostrando d’effetti di stimar questi Signori quanto essi sperano, farà a me ancora gratia particolare. Et le bacio la mano.
Di Roma li xi di aprile 1585.