Il cardinale Ferdinando al granduca Francesco I, a Firenze

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Roma, 9 novembre 1585

Med. 5092, n° 95 (c. 240r), firma autografa

//c. 240r//
 
Aiutarò volentieri messer Agnolo Gratiano per il vicariato d’Aiaccio, come Vostra Altezza comanda, ma sogliono questi carichi provedersi a persone conosciute, et pratiche, et io non so di lui la patria, né certi particolari che si vogliono sapere quando s’ha da parlare delle persone da raccomandarsi, et non ho visto la lettera che si dice che mi scrive, la quale o chi altri tratti per lui portarà forse quelle notitie che faccino a proposito. Della cruciata potette intendere Vostra Altezza più di due mesi fa anco di Spagna, perché assai prima glieli havevo scritto io, ma dell’escusado il breve andò hieri et non prima altrimenti.  Il summario contra Vittorio da Reschi darò qui al Fiscale [1], che ordinarà il resto, ma contra di lui ha dato tanto suo padre proprio che dovrà bastare per grave suo castigo. Ringratio Vostra Altezza delle amorevoleze usate a quel cavallarizo cesareo, et non dubito che dello animo et dell’effetti di Vostra Altezza se ne saranno partiti sodisfatti qualli ambasciatori veneti, et io n’ho saggio da loro stessi con una lettera complitissima che mi scrive il Barbaro, lodandosi di quella casa tutta. Che è quanto m’occorre, et le bacio la mano.
Di Roma li viiij di novembre M.D.LXXXV.