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Roma, 19 gennaio 1569
Med. 5085, [già num. 2], c. 2r.
Serenissima Signora mia et cognata Osservandissima,
domenica alli 16 giunsi in Roma con intera salute, per gratia di Dio, di che ho voluto dar conto particolarmente a Vostra Altezza sì per visitarla con questa occasione et perché so che le piacerà per la sua affetione verso di me, sì perché di questo et d’ogn’altro offitio di sua sodisfattione nessuno gl’è più debitore di me che dalla bontà sua mi trovo favorito in tanti modi. A Sua Santità baciai il piede in suo nome et del buon essere di Vostra Altezza le diedi largo ragguaglio, testificandole sempre la grandezza dell’osservanza et devotione sua verso di lei. Hebbe molto grato Sua Beatitudine questo offitio et di Vostra Altezza ragionò dolcissimamente, commettendomi in ultimo ch’io la ringratiassi et le mandassi mille benedittioni per sua parte, come hora faccio. Nel resto le ricordo che nessuno ha che più di me desideri servirle et la supplico per ciò a comandarmi, persuadendosi di non mi potere far gratia maggiore et con ogni affetto le bacio la mano.
Di Roma li 19 di gennaro 156[9].
Di Vostra Altezza affetionatissimo servitore Ferdinando cardinal de Medici.