
Trascrizione di Roberto Fiorentini
Testamento di Livio I Odeascalchi, 13 Maggio 1709
f. 1r
Nel Nome della Santissima Trinità Padre, Figliuolo, e Spirito Santo Amen.
Richiedendo l'umana Prudenza, e molto più la pietà Cristiana il doversi in ogni età, ed in ogni tempo pensare alla morte, e disporre per dopo quella del suo avere sì per il beneficio dell'Anima, come anco per stabilirsi quei Successori, i quali siano grati, e stimati degni cogliendo per quanto più possibile l'occasione alle Liti e discordie, che se successioni infestate vogliono produrre, e doversi ciò fare in stato di Sanità, così per l'incertezza del modo, e tempo della morte come per non indursi a quest'Atto nell'angustia del male grave, e del timore della medesima morte, nel qual tempo difficilmente suol pensarsi a far disposizioni aggiustate; Quindi è che Io Livio Odescalco Figlio della buona memoria di Carlo Duca del Sirmio, e di Bracciano e per la Dio grazia sano così di mente come di corpo, sò, ed ordino la presente disposizione e mia ultima volontà, la quale sebbene sarà chiusa, e sigillata, acciò mentre vivo sia occulta, voglio che debba valere come Testamento nuncupativo, ovvero come Codicillo, donazione per causa di morte, o altra semplice volontà ultima, ed in ogni altro miglior modo che può valere, così per la disposizione della Cagione commune, come anco per qualsivoglia In=
f. 1v
dulti, Grazie e Privilegi che mi competono di presente, o che in avvenire mi sopravenissero, o mi potessero competere de' quali intendo valermi, e mi vaglio in ogni miglior modo, non solo a sostenere, e validare la presente disposizione, ed ultima volontà, ma ancora ad abilitare, e far capaci l'Infrascritti instituiti, e sostituiti in caso ve ne sia il bisogno volendo, che la presente disposizione prevalga a tutte, e singole antecedenti in caso ne avessi fatte in qualunque modo, quali tutte revoco, annullo, e caso benché fossero a cause pie, e che peraltro richiedessero espressa speciale, ed individua menzione, e benché contenessero Clausole derogatorie delle derogatorie, essendo mia ferma intenzione, che questo unico Testamento, e mia ultima volontà onninamente s'attenda.
Sepoltura SS. Apostoli
Primieramente professando di vivere, e morire da vero Cristiano Cattolico nel Grembo della Santa Romana Chiesa raccomandando l'Anima alla Divina Misericordia, ed all'intercessione della gloriosa sempre Vergine Maria Madre del nostro Signor Gesù Cristo, del mio Angelo Custode, de' Santi miei Devoti ed Avvocati, e particolarmente di San Giuseppe mio Benefattore, così di Sant'Antonio di Padova, di San Francesco, e di San Francesco di Paola, ai quali ho devozione particolare, e porto il
f. 2r
nome, e di tutta la Corte Celeste, e seguendo la mia Morte in Roma, eleggo la mia sepoltura nella Cappella di San Antonio presa da me a fabbricarsi nella Chiesa de' SS. Apostoli infabricata, e quando detta Cappella non sia finita lascio ad arbitrio del mio Erede, ed Esecutori Testamentari il darla per modo, ed in luogo di Depossito nella medesima Chiesa de' Santi Apostoli, o in quella di Santa Maria in Portico in Campitelli, alla quale ho pure particolar divozione fino che sarà fabbricata la Cappella suddetta, o Chiesa, della quale appresso disporrò, e seguendo la mia Morte in Milano Como, o parte viciniore eleggo per luogo di Deposito la Cappella della mia Casa da me perfezionata di Como da trasportarsi poi in Roma come sopra il mio Corpo da qualsiasi luogo che siegua la mia Morte, e collocarsi nella Cappella da fabbricarsi in Santi Apostoli, o fabrica d'altra Chiesa conforme in appresso.
Legato di 10000 Messe
E per l'Anima mia voglio, ed ordino che si celebrino nel tempo della mia Morte, e quanto più presto sia possibile, Diecimila Messe con la solita elemosina di un Giulio per Messa, lasciando per tale effetto scudi Mille di Moneta Romana del Denaro più pronto, ed incaricando così all'Erede, come agli Esecutori
f. 2v
Testamentari a distribuire con ogni prontezza possibile le suddette Messe a quei luoghi, o Chiese dove possino celebrarsi prontamente, ed effettivamente, e così né luoghi, ed a' Sacerdoti più Devoti.
All'Ospedale di Como lascia scudi 6000 di quella moneta
All'ospedale di Como lascio per una sol volta Scudi Seimila di quella moneta e questo anco in adempimento della pia volontà della Santa Memoria D'Innocenzo XI mio Zio spiegatami a bocca così per la medesima devozione e pentimento del medesimo.
All'Ospizio di San Galla lascia Annui 1600 in tanti effetti di facile esazione
All'Opera pia, o Ospedale di San Galla quale si esercita congiunto alla Chiesa, acquistata da' miei Maggiori, e dame fabricata di pianta con le Case, e fabriche vicine ed annesse, dotata parimente da me, e sopra la quale ho la riserva del Padronato come per Chirografo di Breve del Suddetto Innocenzo XI lascio scudi MilleSeicento d'annuo frutto d'assegnarseli in senso congruo, e prontamente dalli Esecutori Testemanentari parte nelle Pigioni di dette Case, Orti, Botteghe, Granari, Mola, ed altri fondi commodi a riscuotersi sino alla detta somma di scudi Mille, e Seicento conforme era l'intenzione di detta Santa Memoria Innocenzo XI, e ciò per essere la mia Eredità presentemente gravata da' Debiti, che impediscono comprare luoghi de' Monti per tutto il detto assegnamento come era mia intenzione, e del
f. 3r
suddetto mio Zio, che dovrà però non ricevere pregiudizio quando si lasci una, o più Annate cumulate, e s'impieghi vantaggiosamente sempre quello che ogni Anno si avanza per poter supplire a suo tempo dalla mancanza de' Fondi, o per consumo de' Mobili, anzi vi resterà campo di poter accrescere commodità di Fabriche, e dilatare l'Opera Pia nelle miserie che crescono, e detti Fondi assegnamenti, o luoghi de' Monti non vacabili si assegnino come Fondo, o Capitale di detta Opera Pia, sicchè li loro frutti servano solo per mantenimento di detta Opera Pia nel modo che è stata incominciata da' miei Maggiori, e che da me di presente volontariamente si esercita.
Se si mutasse la Natura di detto Ospizio anche con facoltà Apostolica ritorni tutto alla Casa
Con dichiarazione però che ogni evidente, o diminuzione che segue o possa seguire in detti Fondi, o luoghi de' Monti, Assegnamenti sì nella proprietà, Capitali, e frutti per qualsiasi causa o di deterioramento incendio, estrazione, o riduzione de' Luoghi de' Monti per il che, o in qualsiasi voglia mondo mancassero o in tutto, o in parte ceda, e vada a danno di detta Opera Pia, ed Ospedale, ed il mio Erede, ed Eredità non sia tenuto a cosa alcuna, ma tolti sempre libero, e libera subito seguita, e fatta l'assegna delli suddetti Fondi, luoghi de' Monti, o quello parerà d'avere assegnato a' miei Esecutori Testamentari perché così voglio, e
f. 3v
precisamente dispongo, che la mia Eredità non sia mai in alcun tempo tenuta da altro, che a fare la suddetta Assegna d'entrata, e con altra dichiarazione ed espressa condizione che se sopra Opera Pia, o Ospedale come di presenti si essercita cessasse, o si commutasse in altra Opera benché Pia, ed anche di maggior pietà, o si applicasse ad altra Opera Pia simile, o maggiore ovvero il luogo si erigesse in beneficio, o si dasse in commenda, o si concedesse a' Religiosi, o Chierici Regolari, o Secolari, in qualunque modo, tanto cogitato, quanto incogitato si disponesse, o variasse la suddetta Opera, benché ciò seguisse con la piena suprema, ed assoluta volontà, e Podestà del Sommo Pontefice il suddetto legato, o detti Fondi, o luoghi de' Monti in qualsivoglia di detti Casi, ed in ogni caso di mutazione cessi, e abbia per non fatta, li suddetti Fondi, e luoghi de' Monti, benché passati in Dominio, o proprietà della suddetta Opera Pia, o Ospedale ritornino, e si consolidino nella mia Eredità sotto li Vincoli ad essa posti, e questo non per via di pena, caducità, o privazione, ma per via di precisa causa, condizione, o perché così mi piace disporre della robba mia, come se la presente disposizione fatta non fosse, e come se li detti Fondi fossero sempre nella mia Eredità, perché con tal forma, e con=
f. 4r
dizione li lascio, e non altrimenti, ed acciò detta mia volontà precisa, e disposizione sempre sia nota, voglio, ed ordino, che nella consegna di detti Fondi, o consegne, e rassegne di luoghi de' Monti, ed in qualsivoglia altro investimento di assi si ponga, ed esprima tutta la suddetta condizione.
Ordina si faccia una delle più nobili Cappelle in SS. Apostoli sotto il titolo di Sant'Antonio
Item lascio, ed ordino, e dispongo, che il mio Erede faccia una Cappella magnifica, e nobile nel sito, o Cappella presa già da me nella Chiesa de' Santi Apostoli detta di Sant'Antonio uno de' miei Avvocati Santi, e ciò quando non sia stata fatta da me prima della mia morte, la spesa sarà ad arbitrio del mio Erede, ma desidero sia delle qualità più Nobili di Roma, e ricche, e sia fatto in tempo onesto, e siccome Io ho intenzione vivendo, e dandomi Iddio facoltà bastante di fare anche una Chiesa di nuovo sotto il titolo di San Giuseppe, al quale professo particolare obbligazione, e devozione, così se la pietà del mio Erede la consiglierà mi farà assai caro la faccia con suo commodo, ma con decoro, e ciò molto più quando nascesse a sorte qualche differenza nella Cappella detta di sopra di Sant'Antonio, e fosse la medesima già da me perfezionata, e fatta detta Cappella di Sant'Antonio, voglio, ed ordino, che in essa
f. 4v
si seppellisca, e trasporti il mio Cadavere sotto in deposito, o a sorte morendo fuori di Roma restasse depositata altrove, e facendosi la nuova Chiesa lascio ad Arbitrio dell'Erede il farlo trasportare in essa, e benché seguisse la mia morte altrove, voglio nulladimeno, ed ordino si fabrichi detta Cappella, o Chiesa, ancorché in essa non ci dovessi, o non potessi esser sepolto con porci una memoria, dichiarando che il Deposito del mio cadavero in Roma, e successivamente la Sepoltura nella detta Cappella, o Chiesa abbia luogo anche morendo fuori di Roma, ed anche di là dai Monti, quando non seguisse la Morte nello stato di Milano, nel qual caso per qualche poco di tempo, potria lasciarsi in Deposito per maggior brevità, e commodo nella mia Cappella di Como in San Giovanni Pedemonte per trasportarsi poi in Roma come sopra più presto si dovrà, e permetterà la struttura della Cappella.
Si continuino in Milano l'Elemosine solite farsi della Casa
Item lascio, ed ordino, che si continuino l'elemosine solite darsi da lungo tempo dalla mia Casa, e da me alle Monache Cappuccine di Milano, di Santa Barbara degli Angeli, e di Santa Prassede pure di Milano, ed altre che si sanno presentemente, cossì altra carità solite, e continuate anche da me in tempo della
f. 5r
confisca, ed ancora si faccino con qualche maggiore larghezza, e ciò sino che la Casa nostra avrà Beni considerabili nello Stato di Milano restando dopo ad arbitrio del mio Erede, e di più lascio, ed ordino, che siano a ciascuno di detti Monasteri di Monache Cappuccine Scudi Cento per una sol volta, e non più seguita la mia morte raccomandandomi alle loro divote Orazioni.
Alla Signora Donna Paola Beatrice sorella lascia annue lire 6000 sua vita durante
Item lascio, ed ordino, che alla Signora Donna Paola Beatrice Odescalca mia affezionatissima Sorella Monaca in Santa Cecilia di Como, quando viva in tempo di mia Morte non intendendo si acquisti ragione alcuna al Monastero, oltre le lire Seicento libello annuo riservatosi, e dovutogli per li suoi piccoli bisogni per l'affetto grande che sempre gli ho portato, ed essa ha portato a me, lascio che si paghino lire seimila ogn'anno sua vita durante naturale, e non più, delle quali si compiacerà erogarne lire quattromila l'anno in Messe, Elemosine, ed altre Opere Pie, ma bene impiegate per l'Anima mia, con espressa condizione che non sia tenuta render conto ad alcuno dell'erogazione che sarà di dette lire quattromila, confidando in tutto, e per tutto ne' suo affetto, e bontà singolare sapendo, che saprà distri=
f. 5v
buire meglio di me in benefizio dell'Anima mia, senza riguardare raccomandazioni.
Lascia annue lire 800 per due messe quotidiane finchè viverà la Signora Donna Paola e chi essa nominerà
E più lascio altre lire Ottocento annue per due Messe quotidiane da farsi celebrare per l'Anima mia da chi parerà alla suddetta mia Signora sorella in luoghi Devoti, Altari privilegiati, o come stimerà meglio, senza obbligarsi ad un Sacerdote continuo, e morendo essa, questo Legato di lire Ottocento col peso suddetto di Messe prorogo durante la vita di una Figlia, o più prossima Parente, o Religiosa, o a sua arbitrio, sempre, o in chi conoscerà maggior diligenza, e pietà, e non facendo tal nomina d'età a me, ed a lei più prossima, e dopo la morte di essa cessi affatto il suddetto Legato.
Lascia alla suddetta Signora Donna Paola altre lire 50000 da erogarsi in Elemosine
Inoltre lascio alla medesima Signora Donna Paola mia Sorella per una volta solamente altre lire Cinquantamila da pagarglisi con ogni sollecitudine subito seguita la mia Morte, et ad effetto di farne sollecitamente celebrare Messe, o distribuire in Elemosine, ed altre Opere Pie, tanto in Como, quanto altrove, dove crederà poterle impiegare con maggior pietà sollecitamente sempre però a suo arbitrio, ne sia tenuta dell'adempimento mostrarne a chi che sia al=
f. 6r
cuna giustificazione, confidando totalmente nella sua pietà, e bontà che opererà senza rispetti, ed in caso che di ragione, fosse tenuta a darne conto adesso per allora la libero, tanto il presente legato, quanto per gli altri legati alla medesima Signora fatti, volendo che a quest'effetto si reputino come se gli fossero liberamente fatti.
Al Signor Conte Giovanni Benedetto Borromei Arese, lascia la tenuta di Bovisio, eccettuata la Casa, e Giardino
Item lascio al Signor Conte Don Giovanni Borromei Aresi mio carissimo Nepote figlio del Signor Conte Don Carlo Borromei, e della beata memoria della Signora Donna Giovanna Maria mia direttissima Sorella la Tenuta di tutti li Beni di Bovisio in vicinanza circa Dieci Miglia da Milano per la strada di Como Corpo il migliore delle mie entrare nello stato di Milano, e poco distante da Cesano luogo dell'Eccellentissima Casa Borromei, eccettuata però la Casa, e Giardino cinto di mura contiguo quali voglio restino per il mio Erede per suo commodo, e pieno uso, e proprietà per il passaggio per Como, e per ogni altro fine a suo Arbitrio, e di tutti li successori a basso chiamati.
Al medesimo lascia il Prato di Vedano
E di più lascio al suddetto Signor Conte Giovanni Borromei mio Nepote tutto il corpo de' Prati di Vedano pure uno de' migliori Corpi de'
f. 6v
miei Beni nello Stato di Milano, e di valore più di Cento mila lire pregandolo a compatirmi se non faccio di vantaggio per aver dissipato molto della robba de' miei Maggiori, e trovandomi con molti obblighi, e legami de' miei maggiori Padroni della metà del mio antico Avere che per giusti rispetti non nomino, onde poco resta del mio libero, onde se Dio mi darà vita, e modo di poter risarcire la Casa mostrerò con più proprietà il mio Affetto, ed obbligazioni che professo verso la Persona, e Posterità del suddetto Signor Conte Giovanni mio Nepote.
Al Signor Conte Carlo Borromei lascia un diamante di 5000
Al Signor Conte Don Carlo Borromei Aresi suo Padre lascio un mio Anello noto in Casa mia di Diamante di Fondo gropito di Grani Quaranta in circa stimato scudi Cinquemila.
Alla Signora Donna Clelia Grilli Borromei lascia un giojello di Diamanti, ed un vezzo di 2000
Alla Signora Donna Celia Grilli Borromei Moglie del Signor Conte Giovanni mia Nepote stimatissima lascio un gioiello di Diamanti con uno a faccette assai grande in mezzo, con una goccia di Diamante bianchissima faccettata sotto, e sopra di valore considerevole; di più un vezzo di Perle, e bianche antico di mia Casa di valore di circa scudi Duemila, e perché per le strettezze della Casa patite sono state dette Gioie solite ad impegnarsi, quando si trovassero in pegno, voglio che il mio Erede
f. 7r
le disimpegni del proprio per farle avere come di sopra ho ordinato, però con suo commodo, ed in termine di tempo onesto, e se a sorte fossero state vendute, o da me prima della mia morte consumate, o non si trovassero, in tal caso si darà dal mio Erede altra Gioia, o altro di valore di scudi Tremila al Signor Conte Don Carlo Borromei, ed altra similmente di valore di scudi Duemila alla Signora Donna Clelia Borromei mia Nepote, e Moglie del Signor Conte Giovanni.
A Monsignor Borromei, ed alla Signora Contessa Barbarini Borromei lascia un quadro per ciascuno
Al Signor Conte Monsignor Don Giberto Borromei, e Signora Contessa Donna Camilla Barbarini Borromei lascio un quadro per ciascheduno di quelli che sono nella mia Eredità, non però alcuno di quelli comprati dalla felice memoria della Regina di Svezia per non guastare li Corpi.
Con Dichiarazione però, ed espressa condizione che li suddetti Legati fatti alli Signori Don Giovanni Benedetto, Carlo Giberto, e Signora Contessa Donna Camilla s'intendino tutti vani per tutto quello che detto Signor Conte Don Giovanni Benedetto, e Carlo Padre, e Figlio tam consunti quam divisim potessero pretendere dalli miei Beni, ed Eredità per qualsivoglia titolo, e Causa tanto a nome proprio, quanto a nome della beata memoria della Signora Contessa
f. 7v
Donna Giovanna mia Sorella per Causa di legittima, o suo supplemento ne' Beni Ereditari della beata Memoria del Signor Carlo Odiscalco mio Padre, e per qualsivoglia titolo, o causa anche qui non espressa, quale di ragione dovesse essere espressa, volendo, che quando si consegneranno detti Legati li medesimi accettino espressamente questa mia disposizione, e quando non si acquistassero alli suddetti Legati, né volessero accettare questa mia disposizione, ma volessero litigare, o in qualsivoglia modo, o per qualsivoglia causa molestare il mio Erede, ed Eredità, casso, revoco, ed annullo tutti li suddetti Legati, e voglio che si abbiano per non fatti sebbene non subito che il Signor Conte Don Carlo non sia per acquietarsi, e fare acquietare il Signor Conte Don Giovanni suo Figlio, e mio Nipote alla presente Disposizione, né molestare, o far molestare il mio Erede, ed Eredità, stante il cortese affetto del Signor Conte Don Carlo sempre mostratomi da me ben conosciuto, e corrisposto al possibile nel servirlo, non lasciando di più alla sua Casa per non smembrare dall'Eredità gravata da tanti Debiti, e Legati, e con tanta diminuzione colla mia Morte di «val=
f. 8r
fente», di mandare nella Germania solo quasi la metà di tutte le mie Entrate sono vitalizie mancando con la mia Morte, essendo la sua Casa ricchissima, e di ragione dovrà supplire alli rami mancanti della sua gran Casa quando anche Dio conceda la Successione, né può, né deve lasciare la sua Famiglia per farne altre.
A Monsignor Cusani lascia scudi 1000 in mobili, e dona gli Argenti imprestatigli
Item a Monsignor Agostino Cusani ora Nunzio in Francia, al quale professo molta stima, ed affetto, lascio, e dono tutti gli Argenti che tiene in presto del mio, ed di più se le diano Mobili, Quadri, ovvero Argenti per il valore di altri scudi Mille, ed il mio Erede faccia conto, e la stima si deve della sua persona, assistendolo ancora ne' suoi avanzamenti conforme le sarà permesso dalla comodità della sua Casa. Il Legato s'intende quando sia vivente al tempo della mia Morte.
A Monsignor Rezzonico condona tutto il Debito, e lascia un quadro, o pezzo di Argento
Item a Monsignor Abondio Rezzonico lascio, e rimetto tutto quello mi deve di qualche Somma a lui nota, e rilasciando ogni carta di obbligo, e di più un quadro, o pezzo d'argento di valore condecente.
A Casa Vespignani dona il Debito, e lascia un pezzo d'Argento di 100
Item alla Casa Vespignani dono tutto il prestato al Conte Girolamo Francesco loro Padre, e di più un pezzo d'Argento del valore di Scudi cento.
f. 8v
Assolve tutti li Ministri da scrupoli
Item assolviamo tutti li nostri Servitori, e Ministri tanto in Roma quanto di Campagna, o altre Città, e Luoghi, che sino alla nostra morte avessero defraudato la mia azienda di trascuraggine, o malizia, o altri che avessero rubato in qualsivoglia modo, o in altro modo, e perdoniamo di buon cuore a chiunque mi avesse vessato, e danneggiato con parole, scritti, ed Opere, pregando Sua Divina Maestà gli dia tutto il bene, e benedizione e la sua gloria di suo tempo.
Non dona però a chi può pagare, e agli Esattori
Non intendiamo però di donare debito alcuno a quelli, o per esazione, o Negozi, ed abbino in bonis di pagare, ma solo quelli, che saranno espressi, o per Legato particolare.
Lascia scudi 3000 alla famiglia
Item lascio per una sol volta alla mia Famiglia scudi Tremila moneta Romana da distribuirsi al solito, secondo l'ordine della qualità, grado, ed antichità di servizio ad arbitrio però degli infrascritti Esecutori Testamentari, della ripartizione e dichiarazione de' quali non si dia ricorso alcuno, ma ciascheduno si debba acquietare a quello che li suddetti Esecutori, e Distributori dichiareranno, sicchè quello che anche per giusti motivi intenda subito privo, e decaduto dal commodo del suddetto Legato, perché così voglio,
f. 9r
ed ordino, e s'intendano nel suddetto Legato compresi tutti quelli che sono in rollo generalizio o particolare, o che hanno stanze in Casa, o pagate da me, benché nel presente Testamento o Codicillo abbino Legati particolari.
Vuole che ogni legato si sostenga benché in foglio volante
E perché l'obbligo, o Amicizia, che ho per molti mi muove a far molti altri Legati quali persino variarsi, o annullarsi sì per morti, come per mancanza de' motivi passati, o sopervenienza de' nuovi, e per non essere sforzato a rifare questo Testamento a causa di essi, voglio perciò che una Nota fatta di mia Mano, e sottoscritta solamente con uno, o più Testimoni, anzi, senza Testimonio alcuno consegnata da me al Notaro, che riceve questo Testamento o ad altro Notaro, oppure in mano del Padre Reverendissimo Generale de' Gesuiti, vaglia come fosse vero Testamento, o Codicillo toccante li Legati che in essa ordinerò, benché di gran considerazione, volendo sia eseguita puntualmente come questo Testamento istesso a minuta toccante a Legati, e con sollecitudine.
Per pagare li legati Pii dà facoltà all'Erede di vendere luoghi de' Monti
Dichiarando che tutti li Legati de' quadri, argenti, e gioie, o denaro, o altro valore s'intendano fatti per una sol volta, che li scudi senz'altra espressione s'intendano di Moneta romana, quando non si dichiari altrimenti, e che il mio Erede per soddisfa=
f. 9v
re prontamente li legati Pii, se al tempo della mia Morte non si troverà denaro contante nell'Eredità possa vendere Luoghi de' Monti, se vi saranno, o altri Effetti, più facili vendere a qualsivoglia Cambio, impegnare entrate senza essere obbligato reintegrare il fideicommesso, o Primogenitura con frutti di quello alienerà per sodisfare detti legati Pii, non però si vendano ville, o Giardini commodi all'Eredità per li Legati, o provisioni che lascio a' Servitori s'intenderà sempre quando si trovino al tempo della mia morte al servizio mio in qualche modo, quando espressamente non esprimerò il contrario, e che morti li Legatari, s'intenda finito il Legato, né che s'acquisti pur a loro Eredi, eccetto quei Legati, che lascio a Casa Borromei, che anche in disgrazia di morte passeranno ai figli del Signor Conte Giovanni Benedetto mio Nepote se ne averà però senza vincolo alcuno per parte mia, e caso che Dio non voglia fossero mancati li Figli del Signor Conte Giovanni mio Nepote, ed egli non vivesse al tempo della mia morte, in tal caso cessino quando non disponga altrimenti Io in posteriori disposizioni.
f. 10r
Istituisce Erede il Signor Marchese Don Baldassare Erba, e sopra tutti li suoi Effetti, eccettuati quelli di Milano, e Como, ordina una perpetua Primogenitura
In tutti gli altri miei Beni giurisdizionali, e non giurisdizionali, e particolarmente nella nostra città di Bracciano, Terra di Ceri, e Fortezza di Palo con suoi titoli di Ducati, annessi, ed altre Terre, e Cappelli che Io possedessi, tanto nell'Agro Romano, e Stato Ecclesiastico, Lombardia, ed altri Luoghi d'Italia, come di là da Monti, e tutti quelli che io acquistassi con li suoi titoli, ville, Casali, Palazzi, ed altri Beni Stabili, di qualsivoglia sorte, Mobili, Semoventi, Censi, III Luoghi de' Monti, Crediti, Ragioni, ed azzioni, sur Patronati, ed ogni altra cosa a me spettanti, tanto per l'Eredità de' miei Primogeniti, quanto per donazione fattami dalla Santa Memoria di Papa Innocenzo XI mio Zio della sua porzione de' Beni Patrimoniali come nel suo Chirografo segnato li 16 luglio 1678 confermato per Istromento pubblico sotto li 8 aprile 1681 rogato da Agostino Sabatucci, Notaro Apostolico ed in ogni altra cosa ragione, ed azzione da spettarmi in avvenire posta in qualsivoglia luogo, o Paese ancorchè avesse bisogno di speciale, ed individua menzione, e generalmente in tutta l'Eredità in ogni luogo, ed in ogni miglior modo quando siegua
f. 10v
la mia Morte senza figli, e dipendenti come a basso si dirà, fo, credo, ordino, ed istituisco mio Erede Universale il Signor Marchese Don Baldassare Erba, che presentemente serve sua Maestà Cattolica, figlio del Signor G. Marchese Reggente Don Antonio Maria Erba Nepote pure per parte di sorella della Santa Memoria Di Papa Innocenzo XI, e molto amato, e stimato da lui, e ciò ancora eseguisco a tenore della volontà del medesimo confidenziale, che la sua porzione che è la metà dell'Avere a me proveniente da' miei Primogenitori passa in questa casa desiderando beneficiare la medesima l'affetto che portava alla sua Madre, e stima, ed obbligo aveva a detto Signor Marchese Reggente, come pure l'obbligo che Io, e la mia Casa deve ad esso, né consigliando la prudenza, e decoro della medesima dividere l'Eredità massime gravata da tanti Debiti, e da me distratta per accidenti vari, ed accessioni come sopra si è detto. Al quale Don Baldassare Erba mio Erede, eccettuati però li Beni, ragioni, azzioni poste in Milano, Como, o altro luogo dello Stato, e Ducato di Milano, delle quali dispongo come appresso si dirà, quando esso mora
f. 11r
senza gli maschi legittimi sostituisco il Signor Marchese Don Alessandro Erba suo fratello Primogenito e Figlio, parimenti del G. Marchese Reggente Erba, al quale pure quando mancasse senza figli Maschi legittimi come sopra sostituisco altro fratello nato dopo di esso Signor Marchese Don Alessandro, e così di grado in grado se mancasse lui pure senza figli Maschi legittimi, e successori, e ciò volgarmente, e per Fideicommisso sostituendo il Figlio Primogenito Maschio del mio Erede Don Baldasare Erba, e così rispettivamente degli altri nominati in mancanza di esso senza figli Maschi legittimi, e successivamente così in tutta la discendenza, e posterità Mascolina di detto mio Erede sostituisco il suo Primogenito Maschio, e di Primogenito in Primogenito Maschio atteso sempre il grado di Primogenito, e Primogenita anche oltre il Decimo, e Vigesimo grado in perpetuo, ed in infinito, sicchè nella mia robba, ed Eredità, s'intenda costituita una Primogenitura Mascolina perpetua secondo l'ordine delle vere, e strette Primogeniture e della successione de' Principati, e Primogeniti, s'intende ancora benché vi fosse un unico, e sol Figlio.
f. 11 v
Mancando senza figli il suddetto Signor Marchese gli sostituisce l'altro fratello
E come hò detto di sopra non cominciando, ovvero mancando in qualsivoglia tempo la linea Mascolina, e discendenti Maschi del suddetto mio Erede Don Baldassarre Erba chiamo, sostituisco, e voglio che succeda il detto Signor Marchese Don Alessandro Erba figlio Primogenito del quondam Signor Marchese Antonio Maria Erba, e li Figli, e discendenti Maschi del detto Marchese Don Alessandro Erba di Primogenito in Primogenito in perpetuo, ed in infinito uno dopo l'altro atteso sempre il grado, ed ordine di Primogenitura come sopra.
Mancando l'altro fratello chiama un altro
E come ad principio si è detto non essendovi detto Signor Marchese Don Alessandro Erba o essendovi, e mancasse in qualsivoglia tempo esso, la sua linea Mascolina, e discendenti Maschi, chiamo, sostituisco, e voglio che succeda come sopra altro Fratello che a lui si avvicina, e li figli, e Discendenti Maschi di detto fratello, che non sia Ecclesiastico, e quando non volesse assumere il Matrimonio, e così successivamente graduazione li loro Discendenti Maschi in perpetuo, ed in infinito atteso sempre il grado di Primogenito, e Primogenitura, sicchè da principio nella Persona di detti Don Baldassarre, e successivamente negl'altri Fratelli chiamati come sopra s'intenda co=
f. 12r
stituita una linea nella quale sia stabilito l'ordine suddetto di Primogenitura nella Casa, o Figli nominati di detto Signor Marchese Don Antonio Maria Erba come fù intenzione di Papa Innocenzo XI. benchè facesse la Donazione libera per non aggravarmi d'obblighi.
Ne' Beni dello Stato di Milano, chiama il figlio Secondogenito dell'Erede gravato
Nelli Beni poi di Milano, Como, e di qualsivoglia Luogo del Ducato, e Stato di Milano sopra eccettuato della Primogenitura, mobili, semoventi, crediti, azzioni, Ius Padronati, ed ogni altra cosa in detti luoghi si troverà in tempo della mia Morte a me spettante tanto per l'Eredità de' miei Maggiori, e Genitori, quanto per la detta Donazione fattami dalla Santa Memoria di Papa Innocenzo, e che in avvenire in detti luoghi acquistassi, o mi venissero concessi anche giurisdizionali, istituisco, e nomino il Figlio Secondogenito di detto Don Baldassarre Erba mio Erede gravato quando l'abbia al tempo della mia Morte, oppure dentro il termine di quindi Anni Dio ce lo conceda, e quando dentro detto termine non l'abbia, chiamo, ed istituisco il Figlio Secondogenito del mio secondo chiamato Marchese Don Alessandro Erba quando similmente Dio ce lo conceda dentro il termine di quindici Anni, dopo passati li quindici del termine dato al primo, in modo che trent'Anni dopo la mia Morte
f. 12v
debba essere detto Secondogenito del Secondo mio chiamato, al quale quando Dio non ce lo concedesse, sostituisco colla medesima proporzione li Figli degl'altri Fratelli chiamati volgarmente, e per Fideicommisso, e così successivamente tutta la Discendenza, e posterità Mascolina di detto Secondogenito, o Secondogeniti chiamati in perpetuo, ed in infinito, sicchè in tutta la mia robba, o sia parte dell'Eredità posta in Milano, Como, ed in altre parti del Ducato, e Stato di Milano s'intenda sostituita, e costituita una Secondogenitura Mascolina perpetua, secondo l'ordine delle vere, e strette Primogeniture che istituisco ad oggetto che mancando la linea di Roma possa succedere quella di Milano, e mantenere la Memoria della Famiglia, volendo che l'abbia per ripetito tutto ciò che di sopra si è detto della Primogenitura, e si è prescritto in essa diffusamente.
Li chiamati alla suddetta Eredità devono assumere il cognome e stemma Odescalco
E siccome è stata mia precisa, e particolare intenzione scegliere alla mia Eredità persone chiamate, che non possino portare mancanza alla propria Famiglia, e siano numerose per poter supplire al bisogno della loro, e della mia così voglio, ed espressamente ordino, ed ho istituita la mia Eredità con questa Legge, e condizione espressa, e non altrimenti che il detto mio Erede, e tutti li chiamati alla Pri=
f. 13r
mogenitura, e Secondogenitura come sopra debbano lasciare affatto il Cognome, e Casato proprio, ed assumere senza intercezione ritenere sempre il mio Cognome, e Casato Odescalco con l'aggiunta di Sirmio, e di Bracciano per contraddistinguersi dagli altri Rami, e Colonnelli della Famiglia Odescalco, e debbano assumere le mie Armi pure, senza che, così nel Cognome, come nell'Arme possano adoperare mistura alcuna di Cognome, o Arme d'altra Famiglia anche per giusta causa di nuova, o altra Eredità sopravenuta, o altra simile benché in cogitata, sicchè quelli che contraveranno decadano, e siano incapaci, come se naturalmente morissero, e subentri, succeda, e s'intenda chiamato un altro secondo l'ordine come sopra, e ciò ordino, e voglio non già per via di pena, o caducità, ma per difetto di condizione, e di cessante volontà, la quale è precisa che detto mio Erede, e tutti li suoi Discendenti maschi debbano assumere il mio Cognome, ed Arme come sopra, e continuarle senza interruzione, e senza alcuna mistura.
Esclude gli Illegittimi benché legittimati subesequens Matrimonium
Dichiaro ancora, e voglio, che tutti, e singoli chiamati compresi nella presente Primogenitura e nella Secondogenitura in perpetuo, ed in infini=
f. 13v
to siano, e debbano essere legittimi, e naturali e non solo nati, mà ancora procreati in costanza di legittimo matrimonio, o amplissimo privilegio di qualsivoglia Principe Sovrano anche del Papa, Imperatore, o Rè, benché la legittimazione fosse ampla, ed in essa si dichiarasse come nati in figura di vero, e legittimo Matrimonio, o si abilitassero per essa a questa mia Eredità Primogenitura, o Secondogenitura, e chiamo, e voglio che solamente succedano in essa li legittimi, e naturali nati, e procreati in costanza di Matrimonio legittimo, e non altrimenti.
Esclude gli Ecclesiastici, e ordina che quelli che sono in grado successibile debbano accasarsi prima di 30 Anni
Sicchè essendo la mia Intenzione, ed espressa volontà di rinuovare, e costituire, e conservare la mia Famiglia nel suddetto mio Erede, e nelli Figli, e Discendenti suoi Maschi nati, e procreati in costanza di legittimo Matrimonio; per il che è necessario, che essi contrarino il Matrimonio per questo, e non in odio dell'Ordine Sagro, e Celibato escludo dalla mia Eredità, e Primogenitura, e Secondogenitura tutti quelli, che faranno constituiti nell'ordine Sagro con beneficio, o nò, ed avessero eletta vita celibe, ed in caso che qualche Maschio delli suddetti chiamati, e compresi fosse Chierico non esistente nell'Ordine Sagro con benefi=
f. 14r
cio, o nò, ed al medesimo toccasse di succedere nella Primogenitura, o Secondogenitura se sarà minore d'Anni venticinque, finiti li venticinque Anni, e se sarà maggiore di detta età dentro un'Anno da correre dal giorno, che sarà aperta a di lui favore la successione, sia tenuto a dichiarare come voglio, che si dichiari per Atto pubblico se voglia seguitare la Vita Ecclesiastica, o Celibe; o pure la Secolare, e contraere Matrimonio, e se eleggerà vita Secolare, succeda, ma se passato detto tempo non facesse dichiarazione, o pure elegesse la Vita Ecclesiastica, e Celide, e con effetto non contraesse Matrimonio almeno prima di trent'Anni della loro età, e questo vincolo di contrarre Matrimonio avanti li trent'Anni della loro età pongo, e s'intenda ancora prescritto, a tutti li chiamati, che siano, e s'abbiano onninamente esclusi, e succeda l'altro quale saria succeduto se non vi fosse stato di mezzo detto Chierico, e che facesse detta dichiarazione, e che non contraesse Matrimonio dentro detto tempo, e così voglio, ed ordino, ed onninamente, e precisamente che si osservi.
Esclude li Conventi, e Monasteri
Per l'istessa ragione ordino, e dichiaro che
f. 14v
sotto nome di Linea Primogeniti, e Discendenti Maschi, tanto nelle parti dispositive, quanto condizionali di questo mio Testamento non vengano, ne s'intendano chiamati ne posti in condizione ne Chierici, ne Monasteri, ne Professi in qualsisia Religione capace, o nò, o che Regolare, o Secolare.
E vuole che questi non possano pretendere cosa alcuna neppure in Vita del Professo
Ne tali Persone Professe Chiese, Monasteri, o Religioni possano pretendere cosa alcuna ne di proprietà, ne di frutto, ne meno a vita del Professo, perché Io li escludo tutti, e li dichiaro incapaci anche per momento di tempo, e questo voglio, e dispongo non in odio delle Religioni, o Religiosi, ne per ritrar dal Celibato, ma per conservare mediante il Matrimonio la mia Famiglia nel suddetto mio Erede, e sua Linea Mascolina come sopra si è disposito, con dichiarazione però, che s'intendano chiamati li Cavalieri di quelli Ordini Militari, quali possino contraere Matrimonio, con l'obbligo di contrarlo nel tempo sopra espresso; e non altrimenti, siccome s'intenda chiamato, e capace l'ultimo Maschio di tutta la linea Mascolina del mio Erede, il quale essendo Chierico Secolare, benché costituito nell'Ordine Sagro, ovvero Cavalieri di Malta possa godere li frutti di detta mia Eredità Primogenitura, e
f. 15r
Secondogenitura in sua vita solamente, il che però non abbia luogo quando detto ultimo Maschio dopo conseguita la chiamata all'Eredità fosse regolare, e claustrale, sicchè non viva nel secolo all'uso de' Secolari, conforme vivono li Chierici Secolari, e Cavalieri di Malta, ed il medesimo s'intenda se detto ultimo Maschio dopo ottenuta la successione lasciasse di vivere nel Secolo nel modo suddetto, volendo che ancora in tal caso perda il godimento della mia Eredità, Primogenitura, e Secondogenitura.
A' Primogeniti ingiunge il peso d'alimentare li secondi, ed ultimi Geniti sino all'età di 25 anni, passati li quali al Secondogenito si diano scudi 1800, ed agli ulteriori Geniti Annui scudi 1200 oltre l'Abitazione
Inoltre voglio, e dichiaro, che ciascun primogenito, che succederà, e possederà la Primogenitura, e in perpetuo, e in infinito sia tenuto, ed obbligato, come espressamente l'obbligo ad alimentare in Sua Casa con decentemente, e secondo le loro Nobiltà, e condizione tutti li Secondogeniti, ed oltregeniti nati, e procreati in costanza di legittimo matrimonio di Donne Nobili, finchè non avranno compita l'età di venticinque Anni, e compita che avranno detta Età, se vi sarà solo il Secondogenito gli assegno, e voglio se gli diano scudi Mille Ottocento Annui, e se vi sarà ancora il Terzogenito a questo assegno, e voglio, che se gli diano altri Scudi Mille, e Duecento Annui, e se vi sarà il Quartogenito, ed altri oltregeniti
f. 15v
in tal caso a tutti universalmente assegno Scudi Mille, e Duecento Annui per ciascheduno oltre l'abitazione in Casa, o Palazzo del Primogenito da assegnarsegli dal medesimo nelle Parti a se meno incommodi a suo arbitrio, e volontà, ed il Primogenito, e Primogenitura non sia tenuto ad altro, e se nel medesimo tempo vi fossero Fratelli del Primogenito, e Zii del medesimo Secondogeniti, ed oltregeniti Fratelli rispettivamente quali tutti dopo l'età di venticinque Anni concorressero alla consecuzione di detta Annua prestazione per lo alimenti, in tal caso, voglio, ed ordino, che tanto Zii, quanto li Nepoti, e Fratelli rispettivamente faccino un sol numero, e si reputino come se fosse Fratello del Primogenito, e trà tutti non eccederanno il numero di Sei abbino trà tutti la suddetta somma di scudi Mille Duecento Annui, ma se fossero più di Sei, tutta la somma assegnata alli Sei, si riparta frà tutti proporzionalmente, ed all'Assegnamento abbia solo luogo, quando li medesimi, ò tutti, o alcuni di essi, dopo li venticinque anni di età, non si contentino di convivere, e ricevere gli alimenti del Primogenito, ed il medesimo asse=
f. 16r
gnamento lo godino finchè naturalmente viveranno, e finchè non professeranno in qualche religione per la quale rilasciassero di vivere nel secolo a modo di Secolari, e Cavalieri di Malta, nel qual caso di Professione in Religioni capaci dò, e concedo l'arbitrio al Possessore della Primogenitura d'assegnarli, e costituirli un'Annuo Livello Vitalizio, il quale non ecceda la somma di scudi Trecento Annui, e volendo il Secondogenito seguitare la vita Ecclesiastica, ed impiegarsi alla Prelatura per avanzarsi nelle Dignità Ecclesiastiche per il mantenimento de' quali fa di bisogno di maggior spesa a detto effetto, oltre quello, che conseguirà nel modo sopra disposto, voglio, ed ordino che al medesimo, quando entrerà in Prelatura, o che conseguirà altra Dignità Ecclesiastica maggiore, gli assegni maggior assegnamento, ed abbia in tutti scudi Mille, e Ottocento Annui, finchè viverà, e non applicandovi il Secondogenito si diano detti scudi Mille, e Ottocento Annui a chi degli altri applicherà alla Prelatura attesa però sempre la prerogativa dell'età, ed ordine di terzo, quarto, e oltregenito, e sinchè uno degli ammessi in detto assegnamento stabilito per chi se=
f. 16v
guiterà la vita Ecclesiastica non possa pretendersi da altri benché vi fossero Zii, e Nepoti nell'istesso tempo.
Le Figlie siano condecentemente alimentate, e le Doti si estraggano da' Frutti dell'Eredità
E rispetto alle Figlie, e Discendenti Femine del sudetto mio Erede, e suoi Discendenti voglio, ed ordino che parimente siano dal Primogenito Possessore con decentemente alimentate in sua Casa, o Palazzo, sinchè vi staranno con condizione che per le loro Doti per il Matrimonio, o Monacazione non abbiano esse ragione alcuna sopra la mia Eredità, e Primogenitura espressamente proibendole, come abbasso si dirà, ma sia peso de loro Padri,e Fratelli rispettivamente di provedergliele, ed avanzargliele con li frutti, sopra li quali però non acquistino ragione alcuna, ne abbiano di domandarle, o conseguirle come debite azione alcuna.
Esclude dal suddetto assegnamento li Figli, e Figlie del Possessore della Secondogenitura di Milano, che doveranno alimentarsi con gli Affitti di quel Ducato
Dalli suddetti alimenti, ed Annuo assegnamento, ed abitazione escludo il Secondogenito, ed altrogenito del mio Erede, il quale succederà nella Secondogenitura, e tutti li Discendenti di esso tanto Maschi, quanto Femine, dovendosi mantenere con li Beni della Secondogenitura, ed alimentare li suoi Discendenti, tanto maschi, quanto femine, ed al medesimo, ed a suoi Discendenti Primogeniti,
f. 17r
e successori nella Primogenitura non pongo il pesuo annuo dell'assegnamento, ma delli soli alimenti, e quanto alle Doti delle femine si prattichi il medesimo che si è detto delle Discendenti dal Possessore della Primogenitura come sopra.
Mancando la Linea di Milano succeda la Linea di Roma
E mancando, od in qualsisia tempo, estinguendosi tutta la Linea Mascolina del Secondogenito, o d'altro che fosse nominato, e succedesse nella Secondogenitura di modo tale, che non vi resti nessun Maschio nato, e procreato in costanza di legittimo Matrimonio come sopra si è detto, voglio, ed ordino, e dispongo che tutti detti Beni sottoposti a detta secondogenitura si riunificano alla Primogenitura, ed in quelli interamente succeda quello che goderà, e possederà detta Primogenitura, e dopo di esso tutti li Primogeniti Descendenti Maschi, sinchè vi sia un Secondogenito, o altrogenito ad arbitrio dell'ultimo, in chi caderà la detta riunione, ed estinzione di Linea, che possa di nuovo rifare una nuova Secondogenitura per dare mantenimento alla Famiglia in mancanza della Linea della Primogenitura di Roma, ne medesimo modo, forma, ed ordini, vincoli, e condizioni sopra espressi, tanto per la Primogenitura, quanto per la Secondogenitura.
f. 17v
Mancando la Linea di Roma succeda la Linea di Milano
E così ancora mancando, e in qualsiasia modo, e tempo estinguendosi la Linea Mascolina del Primogenito, o altro che fosse del mio Erede nominato, o come sopra succedesse alla Primogenitura di modo tale, che non vi resti alcun Maschio nato, e procreato di legittimo Matrimonio come si è detto, voglio, ed ordino, e dispongo, che succeda nella mia Primogenitura, ed in tutta la mia Eredità, quello de' Discendenti Maschi che succederà, e possederà la suddetta Secondogenitura, e tutti li suoi Primogeniti Discendenti Maschi, ed in tal caso parimente si riunifichino tutti li Beni alla Primogenitura, e quello che succederà voglio che elegga come di sopra hò detto uno de' suoi Figli, che debba continuare la Sua Famiglia nelli detti Beni di Milano, Como, e Stato di Milano per continuare la Secondogenitura nella forma già in avanti descritta, perché possa esservi sempre sogetti capaci da succedere alla Famiglia nella mancanza, o estinzione della Casa di Roma, e quando non avesse che un Figlio, potrà aspettare se quel Figlio unico avesse più di un Figlio da poter ridividere la Casa, ma quando non avesse nel tempo di quindici anni di Matrimonio potrà eleggere
f. 18r
alla detta successione un Fratello, e quando non l'avesse questo, potrà prendere uno di quelli che doveriano succedere quando la sua propria successione mancasse, e far continuare da quello la Famiglia Odescalco del ramo di Milano con tutte le cose prescritte nella Secondogenitura.
Obbliga il Possessore della Primogenitura di tenere Casa aperta in Roma e li Possessori della Secondogenitura a tener Casa aperta in Milano
Voglio di più, ed ordino con espressa legge, e condizione, che chi dovrà possedere la mia Eredità, e Primogenitura come pure tutti quelli che succederanno in Essa sieno tenuti a tenere Casa aperta in Roma, e fermarvi la Casa in modo tale, che si facci Casa Romana, lasciando però in libertà se qualche Anno volessero abitare altrove, o per commodo della Spesa, o per altre convenienze. Così obbligo quello che succederà alla Secondogenitura, e tutti quelli che la possederanno debbano fare l'istesso in Milano, lasciandoli in libertà di star qualche parte in Como, o andare per le loro convenienze altrove, volendo, che quelli della Secondogenitura fondino Casa Milanese, e conservino la Memoria della Patria, e possino dilatarsi nella successione al possibile per poter supplire quando quella di Roma mancasse, come suole più facilmente
f. 18v
si per le soverchie spese, si per tanti riguardi politici, che fanno finire le Case facilmente, oltre la poca fertilità del clima.
Estinta che sia la linea di detto Don Baldassare, sostituisce li Figli del Marchese Don Baldassare Erba, con legge che debba sposare la Primogenita dell'ultimo Maschio quando vi ha, e gli ingiunge tutti li pesi suddetti
Esinta poi, che sia tutta la Linea Masculina, e Discendenti Maschi del suddetto mio Erede nel modo, forma e casi sopra espressi, e che tanto il ramo della Primogenitura come della Secondogenitura restino senza Figli Maschi, chiamo li Figli, e Discendeti degli altri Fratelli gradatim, chiamati nel principio della mia Primogenitura sostituiti, quando il primo mio Erede Don Baldassarre Erba non avesse Figli Maschi, e di mano in mano chiamo per grado li Figli del Signor Marchese Don Alessandro, quale se non avesse auto Figli, e Discendenti Maschi successivamente per grado di maggioranza, e dopo li Figli degl'altri Fratelli, con questa legge però, che mancata la Linea de' Maschi, cioè mancato il mio ultimo Erede senza Figli Maschi, ed avendo solo Femine, debba quello che succederà delli Figli, e Discendenti di detto Marchese Alessandro, Fratelli, o altri maritarsi la prima volta con la Figlia Femina del detto mio ultimo Erede, e detto chiamato che
f. 19r
succederà dovrà seguire la Legge medesima della Primogenitura, e Secondogenitura nella forma precisa espressa per avanti, anzi avendo più di un Figlio dividere nuovamente in due Case di Roma, e di Milano per aver la sostituzione, e successione più prossima al mantenimento della mia Famiglia, la quale voglio che resti sempre nella Discendenza di detti Fratelli Marchesi Erga Figli di detto Signor Marchese regente Erba, e dato il caso, che mancasse affatto tutta la Linea de Maschi Discendenti da detto Signor Marchese regente Erba chiamo, e voglio che succeda nella mia Eredità, e Primogenitura suddetta le Figlie, e Discendenti Femine in primis quelle del mio ultimo Erede supersite per grado, e maggioranza di Femine, alla qual Figlia Primogenita sostituisco il suo Figlio Primogenito, e successivamente tutti li Discendenti Maschi di Primogenito in Primogenito come sopra si è detto nella Linea Mascolina, obbligando però che le suddette Figlie, cioè la Primogenita, e mancando la Primogenita le altre Sorelle, che succederanno debbano assumere subito la Famiglia, e Arme della mia Casa, e così il Marito che
f. 19v
le sposerà senza mistura alcuna delle proprie, ne dell'uno, ne dell'altro nella forma detta nella Primogenitura, ed avendo similmente più di un Figlio dovranno fare due Case, costituendo la Secondogenitura di Milano, come si è detto di sopra. Quando poi mancasse la Linea affatto de Maschi discendenti da detta Figlia Femina superstite all'ultimo Erede Maschio, chiamo, e sostituisco gli altri Figli Maschi delle altre Femine per grado prima le Sorelle, per maggioranza di età, che dovevano succedere quando la Primogenitura, o Secondogenitura dell'ultimo Erede fosse mancata, senza successione, e voglio succedano dunque li Maschi di detti per gradi di maggioranza, obbligando sempre detti Maschi, che succederanno sposare la Femina che resterà dell'ultimo Erede discendente da dette Femine chiamate, e così successivamente mancata la Linea di detta Femina chiamo le altre Femine sempre con la medesima Legge, e condizione in modo, che debbano sempre, avendo più di un Figlio, formare la Secondogenitura di Milano, come sopra si è detto e succedere tutti uno all'altro, in modo
f. 20r
che voglio, che mancate tutte le Linee de Maschi passi a quelle delle Femine di tutti li Figli del Signor Marchese regente Erba per grado come sono stati da me nominati di sopra con obbligo di prendere la Famiglia, ed Arme pure del mio Casato, e si sposino essendovi Discendenti di esse con le Figlie dell'ultimo mio Erede estinto per grado di maggioranza, e non essendovi per disgrazia nessun Maschio superstite Discendente, chiamo col medesimo ordine de Femine primieramente quelle dell'ultimo mio Erede, e poi le più prossime a quello però sempre col medesimo peso, che assumino tanto esse, quanto chi sposeranno, le dette Armi, e Cognome senza mistura alcuna di Armi, e altri Cognomi, che se contraverranno decadino ipso facto, e succeda chi di ragione doveria succedere a tenore della mia Instituzione di sopra espressa.
Proibisce ogni falcidia, e obbliga tutti li chiamati a conservare li Beni
E perché è in mia precisa, e deliberata volontà che tutti li miei Beni perpetuamente ed interamente restino, e si conservino nelli suddetti chiamati, per questo proibisco a detto mio Erede, e a tutti li chiamati, e compresi nella Primogenitura, e Secondogenitura
f. 20v
e a qualsisia altra Persona, che di tutti li miei Beni, ed Eredità sotto qualsisia pretesto anche per ragione di Trebellianica, o falcidia anche per miglioramenti utili, o necessari, che in qualunque modo, o in qualsivoglia forma si facessero, o anche per aver redenta, o ricomprata qualche parte de' Beni, e liberatili da qualche vincolo peso, o molestia non possano detraere cosa alcuna ne per detto effetto alienare, o ritenerli perché proibisco in ogni miglior modo Trebellianica Falcidia, e qualsivoglia altra Detrazione petizione, o retenzione anco per miglioramenti, o redenzione, o liberazione de' Beni, anzi obbligo tutti alla manutenzione, e conservazione de' miei Beni, ed in ogni caso, voglio, ed ordino che li frutti per loro, e ciascheduno di loro percetti, e da pigliarsi cedino, e si computino in dette detrazioni, se qualcuna di esse non ostante detta mia proibizione fosse dovuta di ragione.
Proibisce ancora ogni, e qualunque benché minima alienazione anche necessaria
Proibisco ancora a etto mio Erede, e a tutti li chiamati, e compresi nella mia disposizione come sopra ogni, e qualunque alienazione de' Beni, Effetti, e ragioni appartenenti alla mia Eredità, Primogenitura
f. 21r
e Secondogenitura, ne possino per alcuna Causa, ne per ultima volontà per contratto in qualsivoglia modo tacito, o espresso in parola, o in fatti in parte benche minima vendersi donarsi, ne permutarsi anco on pretesto, ed occasione di maggior commodo, ed evidente utilità darsi in Dote, ne a tempo ne a Vita delle discendenti Femine, ne Figlie, ne assicurar visi, o restituirsi Doti, imporvisi Censi, obbligarsi, ipotecarsi, e darsi in Solutum, anco per redimer se, ed altri dalle Carceri, cattività, o pericolo di morte, o Debiti Contratti, né in qualunque modo, e per qualsivoglia Causa benché privilegiata, ed urgente trasferirsi tutti, o parte minima anche rispetto alla commodità de' frutti, o entrate, e nuda detenzione ne affittarsi li frutti, e Entrate delli medesimi oltre li nove Anni ed in somma proibisco ogni minima alienazione etiam latissimo sumpta vucabulo, la quale voglio che s'intenda reale dimodo che comprenda tutti, e singoli Beni, e ragioni, ed azzioni, e tutti li Possessori di essi, e della Primogenitura, e Secondogenitura pro tempore, ne mai per qualunque
f. 21v
causa possano farsi alienabili, ne li chiamati compresi, e Possessori della Primogenitura e Secondogenitura possino farli alienabili, e dimandarne, o impetrarne Indulto, dispensa, grazia, licenza, abilità, e commutazione, ne di esse servirsi benché fossero concedute motu proprio del Papa, o altro Principe Supremo, o che contenessero Clausole, e Decreti derogatori a questa mia volontà ancorchè vi consentissero tutti li chiamati allora viventi; E supplico li Sommi Pontefici pro tempore, ed in ogni Principe dove saranno posti li miei Beni, che non solo si degnino di non derogare in niuna parte, ne in niuna cosa a questa mia volontà, e disposizione, ma ancora faccino, ed ordino, che sempre sia inviolabilmente osservata, et adempitca, quali avendo notizia di questa mia precisa volontà, siccome ordino che gli si esponga confido, che lo faranno, e rigetteranno qualunque Istanza che se gli potesse fare, e se qualcuno de facto alienasse, o ne impetrasse facoltà, o di essa benché conceduta si servisse, anche data motu proprio, ed ogni altro che vi acconsentisse tanto in giudizio, quanto fuori
f. 22r
subito, ed incontinenti tale alienazione si abbia per nulla anche senza dichiarazione di Giudice, ed il Dominio, e possesso si abbia per non trasferito, e gli alienanti e consentienti restino ipso facto, et ipso Iure privati di quelli Beni, e robbe, che alieneranno, e rispettivamente acconsentiranno, alli quali restringo questa pena e condizione di caducità, e privazione, e detti Beni alienati assieme colli loro frutti trasferico nelli altri chiamati coll'ordine successivo come sopra, come se gli Alienanti, e consentienti non vi fossero, a quali s'intenda acquistata piena ragione, con facoltà di poterne pigliare reale, ed attuale possesso, e quello ritenere di proprio Autorità anche senza licenza, e Mandato di Giudice, ne possa apporglisi vizio di Spoglio, o di attentanti con l'istesse condizioni però, e proibizioni come sopra.
In caso d'alienazione se il più prossimo successore dentro un anno, non accettasse l'Eredità si devolva agli altri
E se il più prossimo successore dentro un'Anno non accettasse il possesso di detti Beni, e ritenesse, o non accettasse detta caducità si reputi come se ancor esso avesse acconsentito, ed escluso esso subentri un'altro più prossimo chiamato con l'istessi pesi, e condizioni, e così subentri=
f. 22v
no gli altri successivamente ancora quelli, che nasceranno quando tutti quelli che vivono acconsentissero, o fossero negligenti ne mai possa apporglisi corso di tempo per impedirgli la facoltà, e propria autorità sopra concessagli, quale si intenda tanto della proprietà, quanto de' frutti non solo futuri, ma ancora passati dal giorno dell'alienazione in qualunque modo da farsi perché così etc.
Proibisce ancora la vendita de' Mobili; accorda però che possano vendersi a prezzi vantaggiosi per comprare Palazzi, e Ville
E l'istessa proibizione voglio si osservi ancora circa li Mobili riguardevoli particolarmente li Quadri, Arazzi, e Medaglie, e Statue compre dalla Regina di Svezia, ed ancora in altri tempi da me di gran valore di più di quello sono stati pagati, così Camei, Intagli, e Bronzi antichi, Cannoni, Armeria, Argenti di lavori particolari dorati, volendo di più, che se in tempo di mia morte si trovassero impegnati particolarmente gli Arazzi d'oro di detta Regina di Svezia, e Gioje mie si ricuperino dal mio Erede con suo commodo, e con li frutti de' Beni della mia Eredità, permettendo solamente possa vendere mobili suddetti riguardevoli, quando ne trovasse un prezzo di sommo vantaggio, mà questo inve=
f.23r
stirsi, o per compra di qualche effetto riguardevole, o inverstirlo con frutto di vantaggio, dovendo esserli a notizia, che anche in tempo del principio delle Guerre correnti, Io ne trovai de' Modili della Regina di Svezia scudi Seicentomila, e da soli Arazzi d'Oro di Raffaelle la Regina ne rifiutò scudi Centomila dalla Francia con poterli godere sin che vivesse, e perciò se inclinasse il mio Erede a vendere voglio solo possa eseguirli per prezzi vantaggiosi assai, ed erogarli in Impieghi fruttiferi, o di decoro come in Palazzo Giardini Nobili; non volendo si distraggano per pagar Debiti, o altre necessità.
Esclude dall'Eredità li Rei
Per l'istesso fine della perpetua, e continua conservazione delli miei Beni, e robba nella mia Famiglia da rinovarsi, e conservarsi come sopra, ed in tutti li chiamati, e per ritrarre essi tutti dalli Dellitti dichiaro, e voglio, che in caso che li compresi, e li chiamati alla mia Eredità, Primogenitura e Secondogenitura pensassero di commettere, e con effetti commettessero (che Dio non glia) qualche Delitto anche di lesa Maestà Divina, o umana per il quale meritassero l'indignazione del Principe, e li Beni o in tutto, o in parte nella proprietà, o ne' frutti
f. 23v
si dovessero confiscare allora, ed in tal caso, ed adesso per allora, ed ancora, e per quindici giorni avanti che pensassero al Delitto, o al fatto seguito li escludo come inabili, ed indegni, e subito, e senza altra dichiarazione di Giudice nelli Casi che si pretenda ragione il Fisco, perdano ogni ragione, e commodo della mia Eredità, e Primogenitura, e Secondogenitura rispettivamente tanto rispetto alla proprietà, quanto alli frutti loro commodità, alimenti, ed Annuo assegnamento, ne il Fisco per qualsivoglia legge, constituzione, Bando, o Decreto pubblicato, o da pubblicarsi possa pretendere cosa alcuna tanto nella proprietà, quanto de' frutti, o commodità di essi alimenti, ed Annuo assegnamento durante la vita del Delinquente, e succeda, si faccia luogo, e si abbia per ammesso un altro de' chiamati, il quale saria succeduto, ed ammesso se non vi fosse stato di mezzo detto Delinquente, con facoltà di poter pigliare il possesso di propria Autorità senza licenza, o Decreto di Giudice, e senza essere obbligato di pigliare dalle mani del Fisco, o Delinquente in modo tale che il Fisco non possa fare alcuna esecuzione, o seque=
f. 24r
stro sopra li miei Beni, ed Eredità, ma subito passino nel prossimo chiamato all'istesse Clausole, condizioni, e proibizioni dette di sopra, e questo fò, e dispongo, non in odio, o fraude del Fisco, ma acciò li chiamati, e sostituiti vivino col timor di Dio, e si astenghino dà Delitti, ed acciò li miei Beni, ed Eredità, loro frutti, ed Entrate si conservino intieri per li chiamati, e compresi.
Ritornati però in grazia del Principe li chiama nuovamente
Ma se il Delinquente, o Delinquenti come sopra privati, ed esclusi e ciascheduno di essi saranno restituiti in grazia del Principe, o reintegrati nel pristino stato, conformandomi colla loro benignità, e dispensa voglio, ed ordino che subito, e senza altra dichiarazione di Giudice, si intendano ancora restituiti alla mia Eredità Primogenitura, o Secondogenitura nel medesimo modo che godevano, e che dovevano godere avanti che commettessero il Delitto, come se il caso non fosse seguito, eccetto però li frutti percetti dal possesso, e durante la sua disgrazia, dandogli facoltà di poterne riassumere il possesso di propria autorità, e senza ministero di Giudice, e l'istesse cose dette di sopra, voglio che si osservino in tutti li chiamati, e compresi in perpetuo, ed in infinito quante
f. 24v
volte ne venga il caso
Ordina l'Archiviazione del Testamento
Finalmente acciò tutte le cose da me sopra apposte ed ordinate sieno inviolabilmente osservate, ed adimpite, voglio ed ordino che il mio Erede come sopra instituito, o chi sarà il primo a succedere in caso che quello non sopravvivesse a me, ponga subito nell'Archivio di Roma il presente Testamento, e Codicilli, che da me si faranno con tutte le forme, e modi prescritti nella Bolla della Santa Memoria di Urbano VIII quale chiamano moderatorio della Bolla della Santa Memoria di Clemente VIII chiamata de Baroni, o dell'Archivio, ed il medesimo si faccia in Milano, ed in Como se secondo l'uso, e legge di quel Ducato e Città, ve ne sia il bisogno, e sinchè non avranno ciò adempito, e posto in Archivio questo mio Testamento, Codicilli etc. non si abbino per istituiti ne chiamati, ne acquistino, ne possino acquistare la mia Eredità Primogenitura, o Secondogenitura mà s'intenda instituito, e chiamato quello di loro interpellato il primo istituito, o chiamato adempirà la mia volontà in porre il Testamento in Archivio, o dove faccia di bisogno, ed a tale effetto ne prego ancora li miei Esecutori Testamentari, quali lo possan fare subito,
f. 25r
a spese della mia Eredità.
Ordina che si faccia Inventario in ogni Vocazione, e vuole che li chiamati giurino di osservare il Testamento sotto pena della Caducità
Di più voglio, ed ordino che il mio Erede come sopra istituito (o a chi sarà il primo a succedere, in caso che quello non sopravvivesse a me) faccia pieno, e distinto Inventario della mia Eredità, ed obblighi se, Beni, ed Eredi, anche con giuramento ed obbligo Camerale, ed ogni altro miglior modo maggiormente efficace per la loro totale osservanza, e così successivamente tutti li chiamati, e compresi come sopra venendo il caso della loro vocazione avanti che piglino il possesso della mia Eredità, e Primogenitura, e Secondogenitura siano obbligati per se stessi, e se saranno minori mediante li loro Tutori, e Curatori, lettogli prima tutto il Tenore di questo mio Testamento di promettere d'osservare, di adempire quanto in esso è disposto, ed ordinato, e per detto effetto obbligare se, Beni, ed Eredi colle solite Clausole rinuncie, giuramento, ed obbligo Camerale, ed in ogni altro miglior modo più efficace, altrimenti restino esclusi, e privati della mia Eredità Primogenitura, e Secondogenitura, e succeda l'altro, che saria succeduto se non vi fosse il Contraveniente adempiendo però la suddetta Condi=
f. 25v
zione, e così gradatamente succeda quello che adempirà quanto si è detto.
Vuole che si tenga separato l'Inventario de' Mobili comprati dalla Regina di Svezia, e accorda facoltà di venderli, o tutti o in parte quando il prezzo ascenda a scudi 380000, ei possino vendere anche le gioie investendo però il Denaro, e si estinguessero i Debiti, se abbiano non estinti finchè non sia reintegrato il Capitale
E sebbene nel Capitolo antecedenti mi sono diffuso nel proibire l'alienazione de' miei Effetti, e de' Mobili preziosi, ed in particolare di quelli rari compri dall'eredità della fu Regina di Svezia con qualche arbitrio d'alienazione de' medesimi perché faccio riflessione alli molti Debiti che sono andati crescendo notabilmente, e la necessità che suol nascere di soddisfarli, perciò stimo in ciò di meglio, e più diffusamente spiegarmi. Avendo dunque comprato con grave mio dispendio, danno di Pigione, ed Interessi della Regina di Svezia per scudi Centoventitremila, e vero, ma molto più per li suddetti Danni, e di Liti, e Denari imprestati al venditore, de' quali ho fatto fare Inventario separato, e così ordino si riscontri rinuovi, e tenghi sempre separato, e come di sopra ho detto, essendo costati gran sudori, e spese, ed avuti per somma fortuna, essendo veramente cose uniche, e più che da privato, così maggiormente proibisco l'alienare cosa alcuna di detti Marmi, Statue, Medaglie, e Camei, Quadri, ed Arazzi della
f. 26r
Regina, li quali vagliono ben molto più di quattro volte di quello li ho pagati, ma perché considero che un gran Capitale morto senza frutti, è di gran danno ad una Casa, e molti di essi col tempo si consumano, e son soggetti a dissiparsi con le vicende del Mondo, e lasciando la Casa più aggravata di quello speravo, e che per detti Mobili mi sono state offerte gran somme di Denaro da Mercanti Oltremontani, e Gran Signori, tanto uniti come separati, ed avendo calcolato che a vender tutto ancora a minuto triplicavo il Denaro, considerando l'avvantaggio della Casa, e Famiglia, alla quale compirebbe fargli l'accrescimento di grosso Capitale di Denaro per Mobili che il tempo consuma, concedo facoltà di poter alienare detti Mobili della Regina di Svezia, delli quali vi è stato illibato l'Inventario, quando però il prezzo di tutta la suddetta robba passi la somma di scudi Trecento Ottantamila vendendola unica, e separatamente possa anche vendersi quando il prezzo, data la parità, e calcolo detto di sopra corrisponda, nel qual caso però, non voglio si vendino le statue, e Marmi quali sono di gran=
f. 26v
de ornamento, e durata, e peraltro non sono di grandissimo valore, e così si avverta nel resto nel vendersi le cose più rare, che poi rendino invendibile il resto. Permetto ancora si possano vendere le gioie, per il medesimo fine di impinguare l'Eredità, o altri quadri miei, e Disegni di gran valore, sempre però quando il prezzo sia di tal sorte che alletti uno che non ha bisogno e che vi si calcoli pretium amory, non dovendo ciò essere per pura Economia, che si vuole usare con Pupilli, o aggravati da Debiti, ma considerarsi cose rare, ed uniche per una casa distrutta, che non si devono alienare se non per un grave vantaggio. Tutto il denaro però che si ricavasse da dette robbe voglio, che si investa in buoni impieghi, come ho già detto di Casali, Censi, Monti, Palazzo, o altro sicuro, e lucroso Investimento, e di Delizia, e Decoro, eseguiti la natura della mia restante Eredità, e Primogenitura, non volendo che tal prezzo o Denaro ricavato si eroghi, ed usi in estinzione de' Debiti, quali voglio che si estinguino come si dirà in appresso con li frutti dell'Eredità, e perché si potrà forse stimare avvantaggi oso
f. 27r
col detto denaro di estinguere debiti a prezzo rigoroso, e per liberare altri Effetti, oppure per esimerli dalle vessazioni, e persecuzioni di qualche Creditore permetto che si possa erogare in detta estinzione utile, e forzosa di Debito, ma che li Debiti, che si pagavano de' Censi, o Cambi estinti debbano tenersi a moltiplico estraendoli dalla mia Eredità come se pagati non fossero, o estinti li Debiti, e si faccia un Moltiplico finchè si reintegri il Capitale ricavato da dette robbe venduta che già servi per pagar Debiti, volendo che l'Eredità sia accresciuta di quel denaro che potesse ritraersi da qualsiasi cosa che si venda della mia Eredità, ed abbia quel Capitale di più, al quale solo oggetto permetto si possa vendere.
Permetto che per scudi 600000 possa vendersi Ceri con l'istessa legge moltiplico, e rinvestimenti
Considerando ancora che forse stante il danno che potrà risentire la Casa per la mia morte o di perder vacabili, o vitalizi, o difficile esazione d'interessi lontani da Roma, e che perciò l'Entrata de' Terreni possa essere scarsa, e difficile, e massime se non avesse effetto la vendita de' Mobili come sopra.
Perciò permetto parimente che si possa vendere il Ducato di Ceri quando il prezzo passi
f. 27v
Seicentomila scudi, o all'incirca politi per chi vende, o se sarà meno col patto di redimere, non dovendo parer strano sì perché vi ha spesso gran Denaro la Casa in rinnovarlo, e avercerci un terzo l'Entrata, come per la perfezione di detto Stato scelto per il meglio corpo dell'Agro Romano, e considerando la Carestia d'Impieghi così sicuri, ed essere stati rifiutati per mano del Signor Cardinale Raggi Settecentocinquantamila scudi alla Signora Donna Olimpia Pamphili,come sono stato assicurato da chi trattò, e pure li luoghi de' Monti correvano al 5 per cento, sarà perciò in arbitrio dell'Erede, ed Esecutori Testamentarj la vendita, o no conforme consiglieranno le congiunture, o necessità, ma quando si stimasse bene fare detta vendita, voglia che il denaro di essa vendita parimente investa a commodo dell'Eredità in impieghi che stimeranno proficui per utile sicurezza, e decoro, volendone pagar Debiti, si eseguisca come nel capitolo de' Mobili, volendo, che li medesimi frutti che pagavansi de' Censi, e Cambi si mandino a Moltiplico, finchè sia totalmente reintegrato il prezzo distratto in pagar Debiti, quali tutti voglio vadano
f. 28r
a carico de' frutti dell'Eredità sino alla loro estinzione, e quando fosse venduto con il patto di redimere debba esser redento detto Ducato con il detto moltiplico, o frutti della mia Eredità.
Come pure de' fatto, voglio, dispongo, ed ordino che tutti li Legati siano pagati con li frutti della medesima mia Eredità, e se fosse necessario vendere qualche cosa per essere obbligati a più sollecito adempimento, che però non dovrà mai essere di effetti stabili di essenza Feudali, Ville, o Palazzi di Deliza, debba il mio Erede reintegrare con li frutti della mia Eredità come di sopra si è espresso.
Assegna all'Erede scudi 2000 finchè non avrà Moglie e quando avrà Moglie gli assegna annui scudi 4000 finchè siano pagati li debiti, o levati li Legati.
Ma perché nel tempo d'oggi si trova la mia Eredità gravata di molti Debiti fatti per comprare Luoghi, e Feudi di gran riguardo, e vantaggio per la Casa, e per accrescere Onori alla medesima, e non estinguendosi (come sempre hò sperato poterlo fare durante la mia Vita) porteriano la rovina della Casa, ed estinguerebbero ogni Memoria, e decoro della mia Famiglia, perciò voglio, e ordino, che il mio Erede, e qualsivoglia altro che succederà, non possa godere altro di tutta la mia Eredità che solo l'Entra=
f. 28v
ta di scudi Duemila l'Anno, ed il resto di tutta l'Entrata vada in estinzione de' Debiti, Legati, o reintegra mento di cose alienate per pagamento di essi, o Capitali distratti, quando però il mio Erede, o chi succederà avrà Moglie, dovrà godere scudi Quattromila d'Entrata, erogando il resto di tutta la mia Entrata in pagamento de' Debiti, ed altro come sopra, pagati poi tutti li Debiti, Legati, e pesi, potrà e dovrà godere l'Entrata intiera con le condizioni espresse, ed obblighi come sopra.
Supplica l'Imperatore a continuare all'Erede il pagamenti dei fiorini 19500 per il Contratto dei fiorini 3250000 o dargli il Ducato del Sirmio
E perchè frà gli altri onori ricevuti dalla Clemenza di Sua Maestà Cesarea nel Diploma spedito per la Cancelleria dell'Impero mi vien concesso il privilegio di poter adottare unum ex Familia, così spero sarà la Maestà Sua Cesarea per degnarsi clementissimamente detto mio Erede instituito, e chiamato, che nella miglior forma hò intenzione, che goda tutte le prerogative godute da me in tutti li Regni, e Provincie, e l'adotto nella mia Famiglia, supplicando con la maggior umiltà la Maestà Sua Cesarea onorarlo di lasciargli
f. 29r
il godimento puntuale degli Effetti goduti da me, e di concedergli il Ducato del Sirmio nella medesima forma goduto da me, o migliore, essendo stata la Casa del mio Erede tanto Serva, ed attaccata per tanti servizi alla Casa Augustissima tanto di Germania, quanto di Spagna, ed essendo Pronepote l'Erede della Santa Memoria di Papa Innocenzo XI che tanto anco la Maestà Sua Cesarea, e la Casa da lui amata, e che hà desiderato resti promossa, essendo al medesimo e di Parentela, e di affetto la più prossima. Inoltre Io non Dubito che la Maestà Sua Cesarea si degnerà continuare a' miei Eredi li puntuali interessi nella forma del Contratto sopra il Capitale delli Trecentoventicinquemila Fiorini nella stessa maniera goduti da me sopra il Sirmio fondato, e continuarli l'onore di quel Ducato, e Pirivileggi, e della grazia di poter adottare un altro mancando Io senza figli, e così continuare agli altri Eredi chiamati, quando li primi non avessero successione, acciò sempre resti la Memoria, e più illustrata di una Casa dalla Maestà Sua beneficata similmente con
f. 29v
la maggior umiltà supplico la Clemenza di Sua Maestà Cattolica d'onorare con la Clemenza usata sempre alla mia Casa, il mio Erede, o chi succederà dell'onore del Granducato, quale fu dalla Maestà del suo Predecessore a me concesso, e fissarlo sopra Bracciano come era anticamente, o altrove, giacchè da me fu trascurato il farlo per non aver successione, né aver determinazione di accasarmi.
Supplica il Papa a non permettere che si vendano dall'Erede li Feudi eccettuato il Ducato di Ceri
Similmente supplico la Santità di Nostro Signore nelle afflizioni, e perdite della mia Casa volersi degnare di continuarli la Sua protezione, e a continuare nel mio Erede, o a chi succederà l'onori da me goduti, e dispensati alla mia Persona, e Casa da Sommi Pontefici suoi antecessori, e anche a non permettere che si vendano Feudi, o Corpi decorosi ed utili, e Ville, per il pagamento de' Debiti, ma a compiacersi dar tempo che con li frutti della mia Eredità possano esser pagati complendo ancora al Pubblico che venga il Denaro forastiere per supplire alli Debiti, e concedere le licenze di vendere occorrendo à Forastieri Ceri, quando si trovi da quelli il prezzo vantaggioso, che è stato da me altre volte offerto, e
f.30r
siccome il Monte Baronale concesso dalla Santità Sua si trova impraticabile, e di niun utile, perciò supplico si degni concederlo Camerale, e sopra tutti li miei Beni qua, acciò possano diminuirsi l'Interessi sodisfare chi domanda la sorte, e a poco a poco estinguere tutto il mio Debito.
Consiglia l'Erede di mantenersi secondo il suo grado, giacchè oltre li scudi 4000 avrà ancora l'interessi del capitale de' Fiorini 3250000
Consiglio al mio Erede nel maritarsi di aver riguardo al suo stato, e decoro, e alli onori che deve procurare di rinnovare che Dio si è compiaciuto con larga mano di dispensare, e procurare la qualità, e sostanze, l'utile delle quali goderà oltre li scudi quattromila accennati avendo Figli Maschi, ovvero più di una femina, goderà ancora subito l'Entrate provenienti dal Ducato del Sirmio, ed in conseguenza del Capitale delli Fiorini trecentoventicinquemila, e cinquecento, che al presente sono scudi 19.500. Non deve però aver riguardo a questi piccioli vantaggi in precipitare il maritarsi, dovendo considerare che calando li Debiti sempre più li cresce il Credito, e stima, e deve applicare sodamente all'avvantaggio delle Entrate massime forastiere, acciò si estinguano quanto
f. 30v
prima, e conservare del Denaro contante sopra le Piazze con un considerabil profitto per poter andar più presto estinguendo, e dar mano con il proprio ancora particolare per farlo più presto, e levarsi particolarmente le grosse usure, e con le suppliche, e con li servizi procurare dalla generosa mano dell'Augustissima Casa, e del Nostro Monarca quella beneficenza e grazie, che possino sollevare dalle strettezze la Casa, e levarli, o Diminuirli li Debiti in gran parte contratti per le persecuzioni patite, e Denaro mandato in Germania.
Dovrà accettare parimente le condizioni suddette di estinguere detti debiti Legati etc. sotto pena espressa negl'altri Capitoli di dover succedere quello che è chiamato come naturalmente morisse.
In caso che abbia figli il Testatore esclude il suddetto Signor Don Baldassare, e chiama il suo Primogenito
A detto sostituisce il prelodato Signor Don Baldassare
Ma perchè di presente, che fò, ed ordino il presente testamento mi trovo libero, e senza Figli, se contraessi Matrimonio, et a Dio piacesse concedermi Prole legittima, e naturale, nata, e procreata in constanza di legittimo Matrimonio, in tal caso, casso, ed annullo, quanto di sopra si è disposto a favore del Signor Don Baldassarre Erba, suoi Fratelli, e Linea prove=
f. 31r
niente da essi, e dal Signor Marchese regente Erba Don Antonio Maria, tanto mascolina, quanto feminina, e lasciando con titolo d'Instutizione, ed in ogni altro miglior modo agli altri Figli, tanto maschi, quanto femine la legittima, alla quale di ragione sono tenuto, secondo le disposizione de' Statuti di Roma, con li quali intendo confermarmi in tutto, e anche secondo l'Intenzione della Santa Memoria di Papa Innocenzo XI mio Zio, conforme in appresso si dichiarerà fò, creo, ordino, ed instituisco mio Erede universale il mio Figlio Primogenito Maschio, ed a tutta la mia prole, e Discendenza Mascolina, e Feminina legittima, e naturale, nata, e procreata in constanza di legittimo Matrimonio, costituisco, ordino, ed eriggo una sola primogenitura di tutta l'Eredità nel medesimo modo che hò ordinata nella Linea, e Discendenza del detto Signore Don Alessandro, e del Signor Marchese regente Erba suo Padre coll'istesso ordine cioè, in primo luogo per li Figli, e Discendenti Maschi, in secondo luogo per li Maschi delle Femine, in mancanza de' quali tutta la Linea de Maschi, e Femine, sicchè quanto di
f. 31v
si è esposto, eccetto che la Secondogenitura nel Paragrafo, e Capitolo = In tutti gli altri miei Beni etc = sino al presente Paragrafo, o Capitolo, si intenda qui per la mia Linea, e Discendenza di parola in parola ripetito, e disposto ed ordinato, oppure di miei Figli, Discendenti, e Linea, levando li Figli, Discendenti, e Linea del sopraddetto Erede Instituito s'abbino per posti, o nominati in tutti li Luoghi dove quelli erano posti, e Nominati coll'istesso Ordine, Leggi, e Condizioni, pesi, e Vincoli in tutto, e per tutto quando venisse il caso, altrimenti si attenda la presente mia disposizione, e volontà.
A detto sostituisce il prelodato Signor Don Baldassarre
Quando poi dopo avermi concesso li Figli Sua Divina Maestà li chiamasse a se e nuovamente mancasse la mia successione voglio, ed ordino che abbia luogo la mia Disposizione, ed institutzione etc. espressa lungamente in tutto, e per tutto nella Persona del Signor Don Baldassarre Erba, Fratelli, e Discendenti di essi Maschi, e Femine come si è detto.
Ordina come debba regolarsi la legittima in caso che avesse figlioli
E quanto alla Legittima, che Io dovrò alli miei propri Figli (come di sopra) voglio, e dichiaro che questa si debba solo detrarre dalli Beni, e robba dell'Effetti, che mi
f. 32r
competano sopra l'Eredità di mio Padre, ed acquisti da me fatti, calcolando in essa quello che hò consumato, ma non già quella robba, e porzione donatami dalla Santa Memoria di Papa Innocenzo mio Zio, che me l'hà donata con questo peso confidenziale, ed intenzione espressa che il suo Patrimonio, e robba propria senza diminuzione alcuna, e senza altro peso di legittima costituzione, e restituzione di Dote si acquisti alli miei Discendenti.
Di più voglio, e dichiaro che la suddetta legittima se gli debba dare negli altri Effetti Ereditari, mà non già nelle Terre di Bracciano, Ceri, e Palo, ma in altre Terre, o Castelli che io avessi, o comprassi, o acquistassi, ne meno nelli Palazzi, Ville, ed altri luoghi stabili di considerazione, e qualificati in Roma, in Milano, e Como, perché questi benché da numerarsi nel mio Stato Ereditario, voglio, che si conservino interamente nella Primogenitura.
Inoltre voglio, e dichiaro che il Primogenito mio Figlio ed Erede universale non possa, ne esso, ne suoi Discendenti pretendere legittima, ma la sua porzione resti unita alla Primogenitura ottenendo il medesimo di vantaggio nel godimento di essa Primogenitura sicchè
f. 32v
accettando, e godendo questa s'intenda abbia rinunciato alla legittima, ed accettato questo gravame, di non pretenderla, e di dichiarando altrimenti non faccia suoi li frutti che piglierà della Primogenitura, ma debba render conto, e restituirli alla mia Eredità, o imputarli nella sua legittima, nella quale in tal caso solamente l'instituisco, e ciò ordino in ogni miglior modo, e forma, e secondo quella Cautela che si dice di «Soccino».
Li Signori Cardinali Panfili, e D'Adda si dichiarano Esecutori Testamentari, e a loro si lascia un quadro per ciascheduno
Esecutori di questo mio testamento e volontà lascio, ordino, e nomino l'Eminentissimo Signor Cardinale Pamfili, ed Eminentissimo Signor Cardinale D'Adda, quali supplico ad accettare questo incommodo con la bontà che sempre hanno avuto per la mia Persona, e Casa, ed adoperarsi che tutt le cose di sopra disposte, ed ordinate abbiano la sua totale esecuzione, e per contrasegno della mia venerazione, e rispetto lascio un quadro per ciascheduno delli suddetti Signori Cardinali da darsegli dal mio Erede proporzionato alla loro Dignità, e distinta qualità, e superiori agli altri per Legati lasciati da me, senza pregiudizio di quello potessi lasciare di più per Legato nel Codicillo, sarò per fare tanto
f. 33r
adesso, quanto in altri tempi, come al principio del testamento hò espresso. In fede di che hò fatto il presente Testamento scritto tutto, di mia mano, e sotto ogni foglio per maggior Cautela considerato bene tutto. Dato in Roma questo dì 13. Maggio 1709.
Io Livio Odescalco testo, e dispongo come sopra mano propria.
Codicillo
Nel Nome della Santissima Trinità, Padre, e Figliuolo, e Spirito Santo Amen.
Avendo io Livio Odescalco figlio della bona memoria di Carlo fatto sotto il giorno d'oggi il mio Testamento, ed avendo in esso lasciato di fare molti Legati, per potere con chiarezza, e commodo di mutarli a mio piacere, senza rompere il fatto Testamento, hò giudicato di farlo in Carta a parte, com in appresso dichiaro esser mia volontà si compi schino, quando in vita mia non l'abbia io soddisfatti, e questa è la medesima Dichiarazione de' Legati che nomino nel Testamento, che sarà fatto, o in Carta di mia Mano, o sottoscritta, che per maggior valore e fermezza hò giudicato farla di mia Mano, e consegnarla con tutte le Solennità al medesimo Notaro senza pregiudizio di quelli potessi fare in appresso di più, e distruttivi di questo secondo mi esprimo nel detto mio Testamento, facendolo in questo foglio a parte, perché se Dio darà vita, mutano le obbligazioni, e il merito delle Persone, e molte cose che qui si contengono, spero, che dandomi Dio vita sarò per eseguirle vivendo, e ben sapendo, che sono più grate a Dio, ed alli uomini, e che dopo morte si trascura l'esecuzione anche dalli più affezionati, che per le brighe proprie si lasciano facilmente annojare, e prolongare per quelle degli altri.
A' Poveri di Milano lascia lire 30000
Lascio che seguita la mia Morte si distribuisca nella Città istessa di Milano a gente veramente bisognosa di detta, ed in detta Città per sollevare da patimenti Malattie, e Miseria lire trentamila moneta di Milano da darsi nel termine di due, o tre anni conforme si vedrà essere più sollievo a' Poveri, che se fosse penuria, Malattie, o altre più urgenti disgrazie nella Città si dovranno anche dare il primo Anno, incaricando in ciò la coscienza dell'Erede, e degli Esecutori Testamentari; che in tale Distribuzione dovranno lasciare tutti li rispetti, e favori.
A' Poveri di Novarra lascia scudi 3000 moneta di Milano
Item lascio che si distribuiscano con la medesima condizione scudi tremila moneta di Milano nella città di Novara, avvertendo che se lo richiede il bisogno si diano tutti il primo anno se occorre.
In Ceri si continui a tenere il Cappellano
Item lascio che si continui nella Chiesa della Rocca di Ceri la Cappellania, o Messa, che si dice presentemente con darci il solito assegnamento di scudi Cinque il Mese, applicando com'è dovere, e giusto il Santo Sacrificio, questo però intendo quando Io sia il Padrone di detta Terra di Ceri, o non fosse venduta, o passasse in altri, nel qual caso non arreco l'obbligo alcuno, ma lascio vi pensi il Padrone, mentre trovai quest'uso, e obbligo, che sia, quando lo comprai.
Si erigga in Bracciano un Seminario, e vi si mettano li Scolopi con Assegnamento d'Annui scudi 200
Avendo intenzione di fabbricare un seminario nella mia Città di Bracciano nella tenuta d'a del Volpi, o per la strada verso li Cappuccini sia per molto numero di Figliuoli per avvantaggio di detti, o del Luogo, e di quelli vicini, e della Gioventù, perciò voglio che a commodo del mio Erede in termine conveniente, si fabbrichi amplo, e Nobile, però senz'obbligo, o assegnamento alcuno, ma con l'economia si possa promovere, e mantenere essendo ad arbitrio dell'Erede il far di più. E perché era mia Intenzione fabbricare similmente un Colleggio con collocarvi li Padri delle Scuole Pie per promuovere l'educazione della gioventù così se sarà praticabile con un mediocre Assegnamento di Cento, o Cento Cinquanta scudi, voglio si eseguisca potendo concordare con detti Padri, ai quali si potranno trovare molti avvantaggi nella medesima Città come di Cappellania, Confessar Monache, e quando non si accordino si puol mantenere li Preti all'uso di Monte Fiascone, e potrà essere opera separata, o unità al Seminario come meglio si giudicherà portando al luogo per molti Capi, decoro, ed utile.
Consiglia l'erede
Consiglio di più al mio Erede per proprio vantaggio il seguitare, o perfezionare l'Edificio con l'Acqua della Fiora della condotta da me con tanta spesa, e pericolo, con li quali si moltiplicherà il Popolo, e l'abbondanza con Dupplicare l'Entrate degli Effetti.
A Povere Zitelle di Bracciano si diano Annualmente Dieci Doti di scudi 10 l'una, e lo stesso si facci in Palo finché detti Feudi stiano in Casa
Lascio che si distribuiscano scudi Duecento l'anno per aiuto di maritar Zitelle, ed a ragione solo di scudi Dieci per Zitella, cioè scudi Cento per Dieci Zitelle in Bracciano, o Territorio, e altri Scudi Cento in quelle si manterranno in Palo, non importando siano forastiere purché si maritino, o in Bracciano, o in Palo, ma non venendo il caso di detti Matrimoni in quell'Anno, cessi quell'Anno, e non s'accreschi all'Anni seguenti, ma in tutto siano soli Scudi Duecento Annui, sempre però m'intendo quando continuino detti Luoghi di Bracciano, e Palo ad essere del mio Erede, che se a sorte e per qualche vendita forzosa di accidente impensato si perde il possesso cesserà ogni obbligazione tanto di dette Doti, come di Seminario ed altro, e se fosse nato di pregiudizio di alcuno per gli Acquedotti fatti, strade, ed altro, voglio siano puntualmente risarciti.
Si continui in Bracciano la carità dell'Ospedale
Lascio che si continui all'Ospedale di Bracciano quella carità di letti, e poco vitto che si dà al presente, e siccome era mia intenzione rifabbricarlo, ampliarlo, e far delle fabriche nel luogo detto Vigna delle Volpi, così se si troverà in commodo di poterlo fare saria mia intenzione l'eseguisse l'Erede con porvi per assisterlo li Padri de' Benfratelli per vantaggio, e carità non solo di Bracciano solamente, ma di quelli vi verranno, dovendo considerare, che questa è la strada, che Dio feliciti l'entrate, e voglio si continui con più abbondanza, e commodo anche per Forastieri, sempre replico quando, sia l'Erede nel Possesso di dette terre, e Luoghi cessando ogni obbligo perdendone a sorte il possesso.
In Palo si faccia la Chiesa e Convento de' Padri Riformati
Avendo Io accresciuto di Fabriche, ed Abitazioni il luogo di Palo, e per il Popolo riesce angusta la Chiesa presente con pregiudizio delle Anime, per il quale cause Io oltre il Luogo d'Arciprete spesso vi ho tenuto un altro Cappellano, perciò voglio che con la maggior sollecitudine si fabrichi una Chiesa capace fuori della Fortezza, ed anco se sarà praticabile unito ad essa chiesa un Convento, ed a porvi li Padri Riformati di San Francesco, e se questi non volessero li Padri Minimi di San Francesco di Paola, però senza darci assegnamento alcuno d'obbligo, né di elemosina, solo qualche poco d'Orto annesso, e Giardino, e quell'elemosina vorrà fargli il mio Erede, ma sponte sia il suo arbitrio.
E ciò ancorchè Palo si vendesse
Quest'obbligo della Chiesa, e Convento s'intenda ancora ritardandosi a compirlo se a sorte passasse Palo in altra mano in qualsivoglia forma volendo che quel Popolo, e Compagnia ricevino questa carità, e Beneficio, e potrò universali a Cura, se così stimerà, ed una Elemosina condecente.
A San Michele a Ripa lascia scudi 800 ed il cambio di 1500 che deve il Signore Francesco Odescalco coi frutti arretrati
Lascio al Luogo Pio donato da me alla Santità di Nostro Signore Papa Innocenzo XII, che sta posto a Ripa ampliato dal medesimo, e molto più dal Pontefice presente, istituito per l'educazione nelle Arti de' Ragazzi da Monsignore Tommaso Odescalco scudi ottocento da pagarsi in commodità di un Anno o due dal detto mio Erede, e di più il Cambio, che tengo di scudi 1500 con il Signore Pietro Francesco Odescalco di Como nipote di detto Monsignore Tommaso, con più l'interessi decorsi da molti Anni, qual cambio, e Moltiplico è stata mia intenzione, e di Monsignore vada a detto Luogo Pio, dovrà però restare al detto mio Erede qualche numero de' Luoghi da poter nominare de' detti poveri fanciulli, portandone la Supplica, giacchè fu trascurato nella Donazione a detto Luogo Pio, che fu dato con l'obbligo di mantenervi dell'opera de' Ragazzi, altrimenti decadesse, e ritornasse alla Casa mia di San Galla, a tenore della volontà di Monsignore, che ha fabricato, conforme fu espresso nell'Istromento, e Memoria, onde la Supplica di qualche nomina spero non sarà esclusa, massima coll'aggiunta di detto Legato.
Al Signore Cardinal D'Adda lascia l'usufrutto della Villa del Popolo, e gli dona tuttociò che deve
All' Eccellentissimo Signore Cardinale D'Adda mio fratello cugino lascio, e dono tutto il denaro, che per lui fu pagato di mio ordine da Gregorio Binetti, che sarà di quattro in cinque mila Scudi quando fu fatto Cardinale, e di più tutti gli Argenti, Parati di Cappella, Mazza, ed altro, Trine del mio, e di più il godimento della Villa fuori Porta del Popolo a mano dritta solamente con suoi Casini, uno da Casso ornato, ed altro da me fabricato sopra il Monte, e morto il Signore Cardinale ritorni con suoi Mobili al mio Erede, quale dovrà usare ogni rispetto al Signore Cardinale per li favori fatti alla Casa del medesimo, e per la protezione sarà per continuare.
Al Monsignore Erba lascia l'usufrutto della Villa di Montalto
Al Monsignore Erba, che ha contribuito per riattamento della mia Villa di Montalto in Frascati, lascio sua vita durante tutto il frutto di essa, e l'uso, che però quanto all'uso, e poterla godere sarà comune col mio Erede.
Si faccia la facciata di Santo Stefano in Bracciano.
Siccome era mia intenzione di fare la facciata alla Chiesa di Bracciano, così dovrà procurare il mio Erede che segua con l'aiuto della Comunità con farla nobile, ed occorrendo dare qualche aiuto, e così fabricare sotto la Chiesa o Coro la Sepoltura de' Padroni all'uso de' Sotterranei nobili, potendosi anche fare sotto terra il passaggio della Rocca all'uso di Paliano, ed altro Fortezze per decoro del luogo, e della Casa.
Ordina che si tenga a pigione il Palazzo Chigi a Santi Apostoli, e per la rata della pigione soggiaccia l'Erede
Item dispongo, ed ordino che si mantenga in Roma la Casa aperta, e si continui a tenere a pigione il Palazzo di Chigi, che io presentemente tengo, quando però altro non trovassero di migliore, o se ne fabbricasse uno Nobile, e per quello importerà di pigione s'intenda, che debba soccombere la mia Eredità, oltre l'assegnamento dato dal mio Erede provisionale, e si cavi da frutti di essa Eredità, usandone però con tutta economia, affittando quello si puole non solo di Botteghe, ma stanza sul Corso, che sogliono essere in prezzo, quando però crescendo la Famiglia, non bisogni tutto, e così stando assenti da Roma potrà cavarne qualche emolumento se la Casa starà in strettezza darla ad un Prelato, o Cardinale detta Casa, o conforme consiglieranno i tempi, conservando il decoro di detto Palazzo ornato per potere la Casa continuare col suo decoro.
Per comprare, o fabricare detto Palazzo si obblighino i Beni fidecommissari, e si venda ciò che l'erede vuole, Sali li Feudi, e Corpi di delizie
Volendo poi comprare detto Palazzo, o altro decoroso più di quello, o fabbricarlo, concedo che possino prendere de' Capitali se ve ne saranno, o impegnarli, non alienando però il Feudo, o Ville, e Corpi di decoro, e delizie, erogando però detto Palazzo al Fidecommisso in sua vece, e così possino far l'istesso per compare qualche Villa, o altro decoroso, e con il consiglio de' miei Esecutori Testamentari, e nuovamente dico, ed ordino, che anco che per sforzo de' Creditori si vendesse qualche Corpo della mia Eredità, che non voglio sperare debba seguire, e con il ricavato si pagassero debiti, detto prezzo pagato si debba rinfrancare, e reintegrare con li frutti della mia Eredità, come sopra si è detto, quando da sé stessi per proprio vantaggio vendessero Corpi, de' quali ho data la permissione.
Al Monsignore Erba lascia scudi 5000 per farne elemosina
Lascio, che si paghino a Monsignore Benedetto Erba mio cugino scudi Cinquemila con il comodo di qualche mese, e questo denaro deve servire per eseguire la mia intenzione, conforme io lascio al medesimo ordinato, e descritto in Foglio a parte, ed essendo detto Prelato lontano assai da Roma al tempo della mia morte, potrà surrogare uno a suo arbitrio, lasciando al medesimo ogni libertà, e confidando pienamente nella sua integrità ed abilità, e dichiarando che non sia tenuto a rivelare questa mia confidenza, né alla Fabrica, né a qualsiasi Tribunale, né a titolo di cause pie, né altro, perché così.
Ad Alessandro Rossi lascia scudi 150
Ad Alessandro Rossi, che mi servì per lungo tempo lascio per una sol volta scudi centocinquanta, se sarà vivo, e l'assolvo da ogni scrupolo d'amministrazione, e di quello potesse aver defraudato, o levato, né debba essergli pagato liberamente, né potrà esser soggetto ad alcuna molestia, o vincolo de' Creditori.
A Giuseppe Salvoni lascia scudi 12 il Mese, e l'assolve da ogni debito che ha colla Casa
A Giuseppe Salvoni, che ha fatto molte fatiche per me, e perso molto tempo, benché abbia avuto molto da me, primieramente l'assolvo da ogni scrupolo parimente, e condono tutto quello potesse dare alla Casa, tanto per pagherò particolare o in bianco, come per il debito toccante l'Affitto di Frascati, ed ogni altra causa potesse esser debitore, né debba render conto alcuno, e di più lascio se gli paghino puntualmente ogni Mese Scudi dodici Romani vita durante, e perché ha molti debiti, voglio che questa provisione non possi esser sequestrata, ma vada libera in mano sua, ed occorrendo se gli paghino fuori di Stato, e di denari forastieri, avendo fiducia, che per quello potrà, coadiuverà alli vantaggi della Casa, a mio Erede coll'opera, e notizia tanto in Roma, quanto fuori occorrendo.
A Bartolomeo Salvoni lascia scudi 100 annui
Al Signore Dottor Bartolomeo Salvoni suo fratello, che mi ha assistito per molti anni con poco emolumento lascio sua vita durante scudi cento annui pagati puntualmente come sopra liberi, e senza ammettere sequestro de' Creditori, ed occorrendo cessi, e sia tenuto l'Erede pagarli fuori di Roma
A Caterina Lelli scudi 12 il Mese
A Caterina Lelli Mosi virtuosa di canto lascio scudi dodici il Mese sua vita durante, quando però non vada a cantare in Teatri pubblici venali, nel qual caso cessi il Legato, non però se recitasse per suo divertimento o in Case Nobili senza venalità, e sarà però al mio servizio in tempo di mia morte.
Al Cavalier Galli lascia scudi 15 il Mese
Al Signore Conte Cavalier Luigi Galli mio Cavallerizzo scudi quindici il Mese sua vita durante, pregando per quello può, assistere a' vantaggi dell'Erede, e mie disposizioni.
Al Cavalier Pucci lascia scudi 13 il Mese
Al Signore Cavaliere Innocenzo Pucci mio Gentiluomo Nipote del Canonico affezionato alla Casa, a cui intuito l'accettai al servizio, lascio scudi tredici il Mese sua vita durante.
Al Segretario, Maestro di Camera, Maestro di Casa lascia scudi dieci il Mese per ciascuno
A Don Giulio Proli Segretario, Don Francesco de Romanj Maestro di Casa, essendo al servizio al tempo di mia morte lascio scudi dieci moneta il Mese, come pure al Signore Maggior Porta Francesco Maria, che mi serve di gentiluomo, ed assolvo li suddetti da ogni scrupolo d'amministrazione, e da tutto ciò possa dipendere da interesse in qualsiasi forma, o dai suoi Parenti, né possa essere alcuno molestato, contro il Maestro di Casa, ma si debba fare a quello che lui darà.
Assolve da Scrupoli il Morganta, Zuintilj, ed altri
Assolvendo pure da scrupoli altri Ministri, che mi hanno servito, come Cesare Zuintil Gentiluomo, Piccini, Matteo Morgante, Pere, ed altri, massime circa la coscienza, e quanto spetta a me.
A Sisinio Torriani lascia scudi 6 il mese
A Sisinio Torriani, Aiutante di Camera, e già Pittore, che ha patito nella vista lascio scudi sei il mese vita durante.
Alli tre Camerieri lascia scudi 10 il Mese
Ad Antonio Fontana Aiutante di Camera, Pietro Vanni, Nicola Maiani, lascio scudi dieci il Mese loro vita durante, se saranno al mio servizio in tempo di mia morte.
All'Agente di Vienna lascia fiorini 600 annui quando abbia la Pensione di fiorini 2000
Al Signore Francesco Borromei, che mi serve di Agente in Vienna, lascio il mio Erede ne faccia la dovuta stima alla di lui fedeltà, e si serva di lui nelli Affari di Germania, e se non esigge la Pensione concessagli dalla clemenza Cesarea di fiorini duemila annui, il mio Erede gli somministri il sostentamento in mille e cinquecento fiorini l'Anno al servizio, e servendo con puntualità quando esigesse la sua pensione, con la quale si è esibito servire la Casa grati, in tal caso servendo gli si daranno in Regalo, ed aiuto, ed acciò con più zelo serva, fiorini Seicento Annui, de' quali anco è superfluo il Stimolo per servire col solito zelo.
All'Agente di Milano lascia scudi 1000 Romani
Al Signore Abbate Denti che mi serve in Milano attualmente, e che mi servì in tempo de' torbidi trovandosi al servizio in tempo di mia Morte lascio un legato di scudi Mille Romani, pregandolo a continuare a favorire la Casa, ed Eredità.
Al Negro lascia Annui scudi 120, e le Procure di Roveredo, e Sacco di fiorini 300 annui
Al Signore Michelangelo del Negro antico servitore che fu Ministro a Vienna lascio la Provisione Annua di Scudi Dieci il Mese sua vita durante, oppure invece le Procure degli Effetti di Roveredo, e Sacco di Fiorini Trecento Annui, una cosa però solamente, e senza peso alcuno, avendo fedelmente servito ne' suoi maneggi.
Al Padre Alemanni lascia un quadro ed un pezzo d'argento di scudi 300
Al Padre Angelo Alemanni già Ministro, ed ora Rettore all'Appollinare lascio un pezzo d'Argento di scudi 300, ed un quadro a suo Arbitrio se viverà in tempo di mia Morte.
Alle tre More lascia Annui scudi 120.
Ad Orsola Maritata in Ceri, Anna Mantata Sartore, e Maddalena con un Servitore tutte tre Schiavette già di Morea lascio scudi quaranta l'Anno per ciascheduna loro vita durante, con che preghino per me.
A Marzia Bresavoli lascia scudi 200
Alla Signora Marzia Bresavoli se viverà lascio per una sol volta scudi Duecento per li suoi bisogni per carità.
Tutti, e singoli Legati, tanto per l'appressi, come sarò per esprimere in altre Dichiarazioni poste non s'intendano sempre quando siano vivi, né possino pretendere gli Eredi, né Religioni, quando premorissero a me.
Similmente a' Servitori attuali di Casa, m'intendo di lasciarli li Legati, provvigioni, o altro, quando siano attualmente al mio Servizio, o nella mia Morte, ed agli altri quando non avessero fatto qualche Atto di disprezzo, e d'ingratitudine verso la Persona, e Casa, e per validità del presente foglio scritto di mia propria Mano, sarà sottoscritto dalla mia stessa Mano ogni foglio, e munito di Testimoni, e Sigilli, acciò debba sempre valere, ed osservarsi o come Codicillo, o come Testamento Donazione, o ultima volontà. Dato in Roma questo dì 13 Maggio 1709.
Io Livio Odescalco testo, ed ordino come sopra, e faccio il presente Codicillo Mano propria.
Alla Signora Ginevra Palombara lascia scudi 50 annui
Di più lascio alla Signora Ginevra Palombara Sciamanna Scudi Cinquanta Annui sua vita durante.
Alla Signora Principessa di Carpegna lascia una Memoria di scudi 300, in Gioie, o Argenti
Alla Signora Principessa di Carpegna se sarà in Roma in temo di mia Morte, o in Italia una Memoria d'Argento Gioje, o quadri di scudi Trecento moneta.
Alla Contessa Bentivogli lascia scudi 500
Alla Signora Contessa Maria Angela Bentivogli lascio un legato di Scudi Cinquecento a lei liberamente
Al Signor Giovan Battista Benigni lascia scudi 6 il Mese
A Giovan Battista Benigni Stillatore in San Galla se sarà al mio servizio Scudi Sei il Mese vita durante.
Per pagare li Legati di una sol volta permette la vendita degli Effetti pur la metà solamente
E perché considero che li Legati assorbiscono molto, ed acciò abbia l'Erede più cura pronta di soddisfarli ordino, e permetto che si servi per la pronta sodisfazione del contante, Effetti liberi, o Mobili, che non disuperino per la metà della soddisfazione di essi senz'altro risarcimento, o risarcimento, con li frutti come avevo ordinato del Testamento, e ciò ad arbitrio delli Esecutori Testamentari, circa il modo, e regola, lasciando che per l'altra metà si risarcischino con li frutti dell'Eredità, come ho ordinato per avanti, o per altri Legati che farò s'intendano lo stesso, non però per quelli si pagheranno mensualmente, ed Annualmente che dovranno esser de' primi cavati dalli frutti dell'Eredità anche Forastieri, massime per le cose Pie, e provvisionali. In fede di che sarà di nuovo da me sottoscritto.
Io Livio Odescalco testo, ed ordino come sopra, e faccio il presente Codicillo Mano propria detto Giorno 13 Maggio, et Anno 1709.