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Roma, 27 gennaio 1571
Med. 5085, [già num]. 163, c. 331r-v.
Molto magnifico Signor mio osservandissimo,
sapendo io l’occupationi di Vostra Signoria Magnifica lassarò di noiarla quando il bisogno non lo richieda o l’ordine del Cardinale mio Signore, come hora, che Sua Signoria Illustrissima me l’ ha comandato. Par che al partir suo restasse con lei di fare opera per ritrarre qual fusse l’animo di Rusticucci con noi. Al quale effetto ella non ha voluto scoprirsi con Alessandrino per non ponerlo in neccessità di dir contra quel che sentisse et farlo ombrar con questo offitio o metterlo in pratica di trattare cosa della quale potesse sodisfarsi poco, ma, vedendo Cesi amorevolissimo nostro et sapendo havere tanta confidenza con Rusticuccio ch’ègli più seco che io Alessandrino si scoprirebbe, ha conferito con luia questo suo desiderio non per modo di curiosità, ma con destrezzab mostrando non da altro venire che da volontà grande che quelle Altezze et Sua Signoria Illustrissima habbiano di farli cosa grata. Cesi accettò volentieri et, sebene pensava potere affermar di lui, non di meno promesse toccargli meglio il polso et rispondere. Che quando lo farà gli se ne darà conto, come in tanto ha voluto //c.331v.// ch’io faccic di questo.
Intanto le dirò che il Camaiano, l’ambasciatore et altri ministri mostrano di scoprir amorevole Rusticucci, ma Pacecco et Grassi dubitano et più tosto lo tengono lancia di Farnese et credono che vada così servendo al tempo et all’inclinatione del papa et che però bisognarebbe con qualche amorevolezzad mostrar d’aggradire di lui quel che appare.
Aspettaremo la relatione di e Cesi. Intanto non lassarò di dir che, sendo stato condotto stamani il signor Giulio Vitelli dal cardinale nostro per baciar i piedi al papa, Alessandrino et Rusticuccio, che prima erano con Sua Santità, tolsero questo offitio della mano a Sua Signoria Illustrissima. Il che io notai, se ben non ho detto altro, sendosi da loro peccato al quanto nella creanza, ma son cose deboli. Et con questo fine a Vostra Signoria baso la mano.
Di Roma li 27 di genaro 1571.
Di Vostra Signoria molto Magnifica affetionatissimo servitore Piero Usimbardi.
[Post scritto] Il cardinale ringratia Vostra Signoria dell’opera fatta per il parente del datario et la prega a ricordarsene, meritandof egli veramente ogni favore da Loro Altezze.
a Segue il barrato.
b Segue non barrato.
c Faccia con –a barrato.
d Segue usar barrato.
e Segue F barrato.
f Meritandolo, -lo barrato.