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Roma, 17 aprile 1572
Med. 5087, n. 51 (c. 132r-v).
Lettera integralmente autografa.
Molto magnifico Signor mio osservandissimo,
già era serrato il piego quando il cardinale m’ha chiamato mentre cena et commessomi scriva a Vostra Signoria che si contenti dir al Signor Principe che la casa sua qui è molto sprovista di certe arme che hanno gl’altri cardinali suoi pari per un bisogno di sede vacante, come sono corsaletti, de quali non havendo alcuno, supplica Sua Altezza ad accommodarlene fino in 40 et inviarli quanto prima ben accommodati in casse, con titolo d’altra mercantia et con ordine espresso al mulattiero che si fermi con le some alla sua vigna, acciò non habbia a ire qua in doana et far dir la brigata. M’ha fatto anco scriver al colonnello Simeone chea , con buona licenza et gratia di loro Altezze, se ne venga sin qua quanto prima menando seco o mandando innanzi in più partite dieci homini al meno da potersene sicuramente valere in questo tempo appresso di Sua Signoria Illustrissima et che di ciò non faccia romore o apparenza alcuna. Et al signor Montalvo m’ha fatto scrivere che li ottenga licenza dal granduca, et se altro bisogni. Et le lettere sono tutte con questa, per la quale ha anco voluto che io le dia conto a Vostra Signoria di tutto //c.132v// per notitia anco di Sua Altezza. Et non sendo questa per altro, le bacio la mano.
Di Roma li 17 di aprile 1572.
Di vostra Signoria molto magnifica, affetionatissimo servitore Piero Usimbardi.
a Che seguiva se, poi cassato.