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Roma, 25 aprile 1572
Med. 5087, n. 58 (c. 147r).
Lettera integralmente autografa.
Molto magnifico Signor mio osservandissimo,
il cardinale ha visto la copia della lettera mandatami da Vostra Signoria Magnifica et gli è parsa tale che ben dovesse, come ha fatto, partorire quel buon frutto che se ne sperava. Dall’ultime harà visto Vostra Signoria quel che havesse operato quella poliza, della quale, qualunche fusse l’esito, harà Sua Signoria Illustrissima cavato quel grado che cercava. Seguita Sua Santità di governarsi a capriccio, né alcuno può moderarla. Vorrebbe esser in continuo moto et andar all’aria, né s’avvede quanto questo affretti la sua morte. Due notti sono fece un gran dormir, o più tosto sonniferare, et la mattina voleva corrersene al casaletto et col vescovo di Bagnareaa parlando disse: «Vogliamo provedere in ogni modo alla malitia di questi cardinali i quali sappiamo quanto hanno fattob mentre durò il mio male», quasi che hora ella stia bene. Siché veda Vostra Altezza dove si trova Sua Santità la quale anco al medesimo vescovo, suo confessore et domestichissimo, dice esser sicura di non haver a morire quest’anno. Piaccia a Dio che sia così, perché ognun crede che non finirà maggio. Bacio la mano a Vostra Signoria et le prego ogni prosperità.
Di Roma li 25 di aprile 1572.
Di vostra Signoria molto magnifica, affetionatissimo servitore Piero Usimbardi.
[Post scritto] Ha detto stasera il datario a Pacecco che domane sarà congregatione della Lega coram pontifice.
a Bagnarea, in un primo tempo seguito da sdegnat-, poi cassato.
b La sottolineatura è originale.