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Roma, 28 gennaio 1569
Med 5085, [già num. 5], c. 5r-v.
In questo tempo che starò a Roma nessuna consolatione attenderò o potrò aver maggiore di quella che talhora mi portaranno le lettere di Vostra Eccellenza, havendo conosciuto nel ricevere la sua del 24 così potere affermare veramente et per quel che ella mi mostra della sua continua amorevoleza verso di me, et per li prudenti ricordi che mi dà et che spero haver sempre da lei, de quali mi sforzarò sempre mostrarle ch’io fo quel capitale che conviene sì per honor mio particolare, come per commune servitio di tutta la casa nostra.
Con Nostro Signore complirò con la prima occasione in nome di Vostra Eccellenza come ella mi comanda. Con Sforza mi governarò nela modo medesimo che ho fatto sin qui, sendoconforme a lo che ella mi scrive nel suo particolare, et con destreza le farò sapere questa volontà sua, parendomi che non potrà se non giovar a restringer tanto più il vincolo dell’affettione et confidenza fra di noi.
In quel che la mi richiede per l’abbate Tofia, come in ogni altra cosa, io //c.5v.// non mi discosterò mai dalla volontà di Vostra Eccellenza sendo ella prima di me patrona del volere mio et di quanto altro tengo. Però deliberi ella et disponga quanto le piace ch’io sarò contentissimo sempre, sapendo che ella vorrà col commodo altrui avere anco in pari consideratione la conscienza et l’anima mia, la quale me bastarà d’haverle ricordato, se ben potevo rendermi certo che non passerebbe cosa alcuna senza discarico loro come conviene. Al Signor Principe scrivo quanto occorre delle cose del mondo et rimettendomi alla sua lettera, resto baciando la mano a Vostra Eccellenza con pregarle ogni prosperità.
Di Roma li 28 di gennaro 1569.
a Nel Ms. interl. sup.