
Roma, 23 ottobre 1585
Med. 5092, n° 88 (c. 219r), firma autografa
//c. 219r//
Ho sentito con molto piacere il gusto che haveva preso Vostra Altezza della venuta di questi Ambasciatori et dell’avviso mio, et di nuovo non posso dirle altro, se non che al postiglione di Paglia ho mandato un piego per il Commissario che quivi dovrà trovarsi con ordine di riceverli, nel quale harà il rolo di tutti, et l’ordine et termini della venuta loro, de quali domattina parte il Foscarino, domane il Barbaro, venerdì mattina il Grimani, et il giorno medesimo il Donati, et sarà l’ordine finché vanno da loro, che, dove harà desinato il primo, quivi alloggi il secondo, et così degl’altri di mano in mano. Olivares [1] m’ha detto stamane che Sua Maestà haveva visto mostratali da ministri di Vostra Altezza la lettera che io le havevo scritto sopra quel che egli passò con Santa Croce, et mostrava non esserli piaciuto, et che non haria voluto che si fusse fatto così. Io gli dissi che la lettera non era di contenuto punto diverso da quel che a lui havevo detto io medesimo, et che d’haverlo io scritto a Vostra Altezza, non doveva pigliarsene meraviglia, perché le cose sustantiali gliele partecipo tutte come conviene per mille respetti, come anco non doveva maravigliarsi, che io havessi desiderato, che lo sapesse il Re, se bene considerava la qualità del successo, et così ce la andammo passando. Ho voluto che lo sappia Vostra Altezza, a cui bacio la mano.
Di Roma li xxiij d’Ottobre M.D.LXXXV.