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[Roma, maggio-giugno 1586]
Med. 5092, n° 125/2 (cc. 339r-340r)
Allegata al n° 125 (cc. 337r-338v)
//c. 339r//
Io desidero tanto che quel disegno circaa la nuntiatura, del quale accennai Vostra Signoria vada inanzi, così per servitio di quella serenissima casa, come per la particolare sodisfattione et honore, che ne haverei io, che mi risolvo a darle sopra di esso nuovo fastidio, et replicare le qualità del soggetto, accioché da esso tanto più s’assicurino cotesti miei Signori che ne riceveranno gratissimo servitio et ogni gusto, dico dunque, che questo cavaliere è parente mio, carissimo appari (sic!) d’ogni altro, et gli porto affetione et amore singularissimo non solo per il parentato, ma anco per li gran meriti suoi proprii, perché sì come è nato nobilissimamente così in tutte le sue attioni dà saggio della sua nobiltà, è persona di grandissima prudenza, destrezza, et valore nelli negotii, di somma sincerità, di grandissima realtà, et di vita essemplare, desiderosa poi sopra modo di acquistarsi, et stabilirsi una perfetta servitù con quella serenissima casa non per altro, che per honorarsi con essa, et ciò conseguire con mezzo così honorato, come sarebbe il servitio di Sua Santità senza alcun interesse, ma spendendo //c. 339v// del suo, poiché per grazia di Dio sta mediocremente commoda, prego hora Vostra Signoria di due cose, l’una che notifichi di nuovo queste sue qualità al padrone Illustrissimo l’altra che procuri di farmi havere certezza che tanto a Sua Signoria Illustrissima quanto a Sua Altezza questa tal persona sarà grata, in che mi sarà carissimo intendere espressamente, et fuori di ogni complimento la volontà loro, perché quando questa ci sia sperarò che non debba mancare et presto qualche opportuna occasione da incaminare, et trattare il negotio con l’altra parte, sendo che quell’arcivescovo tuttavia si lascia intendere non esser quel carico per lui, et che se bene vi andava per qualche rispetto, haverebbe non di meno procurata ogni occasione di tornarsene quanto prima, et l’ha scritto per cosa risolutissima, sì che quando ci concorra la volontà di Sua Signoria Illustrissima et quella di Sua Altezza senza le quali non se ci pensaria, poiché non si cerca, né desidera questo per altro, che per servire, et dar gusto a cotesti padroni, sarà il negotio in breve tempo trattabile con gli altri, //c. 340r// et con infinito desiderio aspettarò risposta da Vostra Signoria quale voglio che sappia che questa cosa hoggi dì me preme più che qualsi sia altra, et che reputarò per sommo favore il poter con sicurezza della buona gratia di detti Signori cominciar ad incaminar il negotio il quale essendo di qualità tale, che ha bisogno di lunga prattica, conviene anticipare assai il tempo per trattarlo, et anco darlo a questo cavaliere dopò haver havuto il fiato da cotesti Signori per stabilire qui le cose sue di maniera, che possa poi più facilmente et più commodamente moversi per andare.