Il cardinale Ferdinando al granduca Francesco I

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Roma, 5 luglio 1586

Med. 5092, n° 133 (c. 354r), firma autografa

//c. 354r//
 
In Siena si trova prigione Il signor Attilio da Carnano, col pretesto di certo ammazzamento al quale egli intervenne fatto già xxx anni per cagione d’honore, ma in effetto per instigatione d’alcuni che dalla morte sua pretendono certa heredità, la quale hora per la vita sua sola gli viene impedita. Egli assicurato per quanto intendo, dal Granduca nostro padre, si ritirò et comprò casa in Sartiano, dove è stato sempre modestissimamente come fatto vassallo di Vostra Altezza né mai più molestato per tal conto, se non hora che l’avaritia de parenti lo perseguita, dalla quale prego Vostra Altezza di difenderlo; et come suo vassallo, et non gravato di alcun delitto nuovo, non darlo a questa sete iniqua de suoi, che oltra, che favorirà un vassallo suo, io le n’harò obligo, et le bacio la mano.
Di Roma li v di luglio M.D.LXXXVI.