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Roma, 19 luglio 1586
Med. 5092, n° 134 (c. 355r), firma autografa
//c. 355r//
Giudicai mio debito d’avvisare Vostra Altezza di quella Congregatione et per me stimo a bastanza la risposta, che me n’ha data. Li ambasciatori cesarei [1] aspettano risposta, et poco ha mancato, ch’il Conte [2] non se ne sia partito senza essa, havendo pur voluto Sua Santità che si dia la corda a un suo staffiere preso con arme in questi lupanari. D’Attilio da Carnano lassarò la cura a chi tocca, perché havendolo io raccomandato a Vostra Altezza come vassallo suo, et che haveva servito tutta la guerra di Siena, et vedendolo qua al macello fra la avaritia, et ambitione de ministri, non farò più che haverli compassione.
Qui è l’Oliva castellano di Mantova [3] per le pratiche scoperte in Monferrato delle quali se bene tratta come di cosa incognita a tutti, io gl’ho però mostrato, che s’era intesa qua molti giorni prima. Dicemi ch’ il papa l’ha sentito molto bene, et con molta amorevoleza, et io, che hormai libero del mio piede, disegno andare domane all’audienza, parlerò a Sua Santità in questa materia conforme alla richiesta fattamene.
Che è quanto per hora m’accade et a Vostra Altezza bacio la mano.
Di Roma li xviiij di luglio M.D.XXXXVj.