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Roma, 31 ottobre 1586
Med. 5092, n° 157 (cc. 412r-413v), firma autografa
//c. 412r//
Il cardinale Gesualdo [1] mi mostra di nuovo tanto desiderio di quella gratia per il Rondinello [2], che io non posso se non dir che Vostra Altezza, disponendovisi, l’obligarà grandemente.
Della gravideza della Granduchessa [3] ho sempre desiderato che si verificasse la opinione che Vostra Altezza hora mostra d’haverne, et che il successo rispondesse pienamente al desiderio nostro, come già scrissi al cardinale di Firenze [4], che me la dava per certa, parendomi, che nessuna cosa potria tornare più in proposito et servitio di casa nostra. Piaccia a Dio che riesca, et si conduca felicemente, et io fratanto ringratio Vostra Altezza dell’avviso, nel quale tanto più mi compiaccio, quanto lo stimo più fondato, che non dovevo credere gl’altri. Del parentado di Virginio [5] con la sorella di Montalto [6] già scrissi quanto passava, dispiacevami poi di vedersi caminare innanzi senza altra maggior certeza della mente del papa fra le novelle diverse che se ne sentivano, se bene sapevo l’inclinatione del cardinale et della signora Camilla [7]. Però accostandosi hora il tempo maturo della giovane et di lui per il mutuo consenso, et parendomi che nel chiarir questa parte fusse per esser vantaggio in tutte le cose di Virginio et nostre, io deliberai parlarne a Sua Santità, et lo feci hier mattina dicendole che la poteva ricordarsi del proposito havuto altra volta con lei, dopo il quale //c. 412v// sendo corso molto tempo, et Virginio solo, convenendo di pensare di casarlo presto per molte cagioni, harei havuto per bene che Sua Santità mi dichiarasse l’animo suo, non tanto per fare, o scoprire più hora che fra qualche tempo se s’havesse a fare parentado, quanto per sapere come havessi da governarmi nell’altre occasioni che si offeriscono, poiché in certe di Napoli, et gli nominai quella di S. Angelo [8], et altre, utilissime, io mi son andato trattenendo et portando il negotio in lungo con diversi pretesti, con disegno di mantenerci liberi, per mostrare a Sua Santità il medesimo desiderio di sempre, il quale quando ella per qualsivoglia respetto non accetti (che questo gl’ha da essere libero) potremmo sentire noi l’altre pratiche in diverso modo, et non lassar fuggire quello, che forse altra volta non potremmo havere, non trovandosi moglie per lui ad ogni casa, soggiugnendo che in quello che già li dissi, et li dicevo hora, presuponga pur sempre la partecipatione di Vostra Altezza, et credesse, che altro non ci morcesse che il suo servitio con una certa affetione posta da noi alla sua casa con resolutione d’haverla a protegere sempre, poiché né Vostra Altezza ha stato dependente di qua, né vuole di quello della Sede Apostolica, et io non voglio renuntie, o regressi di badie, né ho simili interessi. Sua Santità mi disse, come haveva detto altre volte, che il parentado gli piaceva, et che haveva sempre havuto mira di lassar appoggiati questi suoi non a //c. 413r// Spagna, né Francia, né altri, ma sola alla casa nostra; che la giovane non era per ancora pervenuta all’età, et che l’uno et l’altro sono sì teneri, che si rovinariano congiungendoli hora, però che poteva aspettare un poco, et che intanto nelle altre pratiche io procedessi trattenendomi largo, come havevo fatto sin qui, replicando più volte che li piaceva. Le parole, et il modo fu amorevolissimo, massime havendoli detto, che a questo non havevo voluto muovermi senza prima sentire la signora Camilla (la quale havendo prima parlato a Sua Santità mi spinse a questo) et che la havevo trovata desiderosa di conclusione. Verò è che si possono dire più tosto parole di grande inclinatione che di obligatione, se bene si vede assai chiaro che non ha altra paglia in becco, et che sta con la mira ferma qui. Ne detti parte a Montalto [9], il quale restò allegrissimo, massime che nel tempo medesimo li portai la resolutione del governo di Fermo, che chiesi per lui, come egli ha voluto et hora andarò giornalmente cercando di cavare da loro qualche favore a queste liti di Virginio, delle quali quella del Cenci [10] si può dire vinta con una decisione ottenuta, et nell’altra del fideicommisso si è havuto una dichiaratione della decisione passata, che tutto rivolge a favore nostro quel che li adversarii //c. 413v// tenevano per loro, talché non è dubio, che facendo Sua Santità certa sorte d’offitii per iustitia et espeditione, come li dirò sarà sì bene inteso, che la ci sarà fatta et presto.
Veddi volentieri il signor Giulio Cesare Gonzaga amico mio ancora, come anco dolcissimamente ho accolti quelli giovani Fuccheri [11], et con tutti loro complirò nelle occorrenze conforme alla volontà di Vostra Altezza, alla quale per fine bacio la mano.
Di Roma l’ultimo d’Ottobre M.D.LXXXVJ.