Guglielmo Sangalletti al cardinale Ferdinando de Medici

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[Roma, 8 novembre1586]

Med. 5092, n° 161/2 (c. 421rv)

Allegata al n. 161 (c.420r)
 
//c. 421r//
 
Illustrissimo et Reverendissimo padrone
 
aDi poi che iarsera la se ne andò mi chiamò et mi disse che aveva gran sete che aveva chiacherato tanto che aveva la bocca asciutta dissi che presto si cieneria solecito a 2 hora andò a ciena replicandomi dua volte Sangalletto non sto bene et io sempre li rispose veggiamo stanotte come sta et seb non starà bene dimattina non andreno. Si messe a ciena non volse insalata cotta ma cruda se ne mangniò soli quatro bochoni ben picholi, poi da bere et io le dissi che poco era il mangiare per bere mezo s’adirò perché il medico non ci era che la febre l’asaltò gagliardo et senado a letto ci era quel messer Antonio Righi ma non parlò, ci era tre sorte di minestre non ne volse di nessuna io replichai mi disse tu sarai fastidioso, mangnio quatro altri boconi con quatro pescietti piccolini di fiume et di nuovo chiesse da bere, replicai che questi non erano e’ patti et lui in collera dandomi del medico fastidioso così bevve la quinta volta stando di così a parlare disse d’andare et mi comesse la strada voleva fare et vole che il signor Amadeo [1] mangni seco alla vignia al tavolino et li cardinali abasso replicai, che non pareva stessi bene disse e’ cardinali magnieranno da loro più comodi et più alegramente. Lamentandosi che sentiva caldo et mi adimandò se era rosso in faccia dissi di sì et straordinariamente come con efetto era credo disse non averò troppo buona notte perché mi sento alterato assai assai et la testa intronatissima. Questo padre santoc non è nostro proposito bisogna che stiate bene et similia, venne hova  non ne volse pigliò solo un bochone di tartufi poi non volse pero cotto ma volse una mela oppiù cruda et se la magniò con quatro bochoni di pane una ciochetta sola di finochio, et volse bere la terza volta con molto disgusto di tutto et io non manchai dire et redire volse così a tale che in tutto mangniò tre di quei panetti di chachiatella et bevve, tre volte et poi dua bochoni di cotogniata et restò con fastidio disse et con la faccia molta rossa, senando a letto così  et questa notte dicie che ha travagliato et vole andare per ongni modo, et siamo disperati.
//c. 421v// Il medico si arabbia né sa come farsi perché vuol fare a suo modo né gli crede cosa che dica, et iudico che ci è del male et grande quanto a lo pensier mio et se le cose andrano così  senza governo et senza obedienza le sord vita ciertissimo ciertissimo et bisogna che la pensi lei et non altri l’abbia a far fare cosa buona perché sa che lo fa di quore et non crederrà a nessuno mai ma a lei sì. Vorria che questa sera lei si trovassi qua su a Palazo et che menassi seco messer Aurelio Stagnio [2] che stessi in camera mia et che gli parlassi liberamente et che in nome del Gran Duca et Vostro si volessi lassare governare et ne[…]e messer Aurelio et che ben può Sua Santità sapere che a nessuno fuor di suo nepote preme più la vita sua che a loro et simile, cose però ci penserà et se alla vignia a desinare sarà il signor Milio [3] li potrò dire qual cosa come passi fino allora, et se li paressi dare conto di tutto al Gran Ducha perché scrivessi quatro versi di suo mano so quanto gli crederrà et per mio  se spedire Simoncino [4] a posta perché signor mio loro sanno quello che hanno et nonf sanno che potessi venire, adesso che gli ho parlato dicie che sta bene et che non ha molto posato ma che questo esercitio gli farà bene con il che umilissimamente li bascio le mani pregando da Nostro Signore Iddio ongni felicità.
Di Palazo sabato alle xiiij hore
Servitore umilissimo et obedientissimo di Vostra Signoria Illustrissima
Guglielmo Sangalletti


3. Non identificato.
4. Uno dei corrieri di Ferdinando.
a L’autore non mette mai gli accenti, scarsa è la punteggiatura e le legature sono frequenti;  sì è  provveduto a scioglierle.
b se  è posto in interlinea.
c Abbreviazione: “p. s.to”. E’ la risposta in discorso diretto dello scrivente.
d Forse voleva dire “tor”, cioè “toglie”.
e Forse neanche.
f Non è posto in interlinea.