Il cardinale Ferdinando al granduca Francesco I, a Firenze

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Roma, 14 marzo 1587

Med. 5092, n° 189/bisa (c. 488r), autografa

//c. 488r//

Dal ambasciatore [1] intenderà Vostra Altezza quanto Sua Santità ha passato seco stamani et quanto non ostante li preghi noi, dicesse poi publicamente a tavola, parmi che le cose passino i termini, venendosi a troppi grandi individui; ho voluto dire a Vostra Altezza che io sono qua per servirla di quella maniera che la giudicarà suo servitio et che stimerò più il servito suo benché piccolo, che qualunche gran gratia io possa pretendere in questa corte, et che non averò mai nissuno mio interesse ancora che grandissimo che io non lo posponga a quelli di Vostra Altezza.
Lei è prudente et volendo, che tocchi a me solamente d’ubidire, non dico altro, se non che li bacio le mani.
Di Roma li 14 di marzo 1587.


1. Cfr. la lettera n° 44, nota 40.
a C’è un errore nella numerazione della lettera, viene ripetuto il n. 189, assegnato alla lettera precedente.