Il cardinale Ferdinando al principe Francesco

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Roma, 4 marzo 1569

Med. 5085, [già num. 25], cc. 42r-43r.

Ho la di Vostra Eccellenza dell'ultimo passato sì breve che non richiede in risposta salvo che ringratiarla, come faccio, de lo che offerisce per il Forteguerri. Intorno al quale et a tutti gl’altri guardi ella pur liberamente più a quel che conviene al suo servitio, perché con esso sarà sempre regolata la raccomandatione et la sodisfatione mia.

Avanti la mia partita molto bene conobbi che la spesa necessaria di Roma superarebbe la provisione assegnatami, et m'è riuscito tanto più in effetto, quanto all'ordinario s'è aggiunto estraordinario troppo grave di viaggio, di masseritie, che mancavano tutte, di mancie, limosine et molti acconcimi di casa, tutte cose necessarissime. Le quali m'hanno forzato a valermi anticipatamente delle mie provisioni et anco a mettere mano a qualche altro assegnamento. Sono hora ridotto in un termine che non posso andar innanzi senza nuova provisione.

Pigliare a cambio danari non vorrei, havendo provato pur troppe molestie del debito che la si contentò di pagarmi ultimamente et parendomi poco honor nostro, ch'io debba ricorrere il primo mese alle borse altrui, onde ho resoluto ricorrere //c.42v.// a Vostra Eccellenza et supplicarla che con la sua amorevoleza voglia consigliarmi et aiutarmi, conforme alla speranza che ha sempre voluto ch'io tenga in lei. Et acciò che meglio possa conoscer dallo stato in ch’io mi trovo il bisogno mio, le mando qui allegato un conto levato summariamente da libri della casa mia, dal quale gli sarà dipinto a pieno, dicendole che la spesa non s'ha da misurare con pregi di costà, perché da essi son troppo differenti questi di Roma; et di qua non sono caminate le cose al buio, perché et io ho voluto spesso intenderle et ai ministri s'è havuto buona cura. Per capricci et per piaceri non s'è fatto alcuna spesa, ma tutto s'è consumato con honor di noi altri, et per ciò credo non le parrà grave, havendomisi ella offerto molte volte di aiutarmi per trattenermi honoratamente. Ma quando pure le paresse che le spese mie escedessino in qualche parte o di famiglia o d'altro et che io dovessi sgravarmene, la prego a dirmelo liberamente, perché et lo sentirò volentieri et l’obedirò prontamente. Questo le ricordo di nuovo: ch'io non vorrei, se ella non comanda altrimenti, caricarmi //c.43r.// di debito et cadere in nuovo disordine et però la suplico con ogni affetto a provedermi in quel modo che le parerà più a proposito, persuadendosi che le cose si tratteranno qua con ogni sorte di vantaggio, massimamente se haveremo denari pronti et ch'io farò honore a lei et a me come ho fatto fin qui.

Il consistoro ultimo non dette altro di nuovo se non che Sua Santità si dolse di quelli che s’opponevano alle sue deliberationi nella riduttione di questi Monti, volendo inferir di San Clemente; et detestò la mala natura di altri (accennando a Farnese) che alle tavole loro biasimavano gli ordini suoi, tacitamente mostrando che all'occasione se ne ricorderebbe.

Il romore di promotione come haveva deboli radici così èa suonato presto senza alcun frutto.

Che è quanto m’occorre, et a Vostra Eccellenza bacio la mano.

Di Roma li iiii di marzo 1569b.

a È Ms. interl. Sup.
b Segue una serie di allegati (cc. 49r-59r.):
“Notta di tutta la spesa fatta per Sua Signoria Illustrissima per la partita per Roma in Fiorenza” (c. 49r.);
“Notta di maseritie tolte in Fiorenza e spese straordinarie” (c. 49v.);
“Notta della spesa fatta nel viaggio da Fiorenza a Roma” (c. 50r.);
“Notta della spesa fatta pel vivere giornalmente in casa di sua Signoria Illustrissima eccetto vino, legne e la stalla da dì 16 genaro, che si gionse in Roma, sino per tutto l’ultimo di detto mese” (c. 50v.);
“Notta della spesa che si fa giornalmente nel viver della casa di sua Signoria Illustrissima eccetto il vino e legne e la stalla nel mese di febraro” (c. 51r.);
“Vino [...] Legna [...] Biada [...] Fieno [...]” (c.51v.);
“Meseritie compre in Roma per servitio della casa et in spese straordinarie” (cc. 52r.-53v.);
“Creditori che restano a pagarsi oltre le sodette spese” (c. 54r.);
“Somario di tutta la spesa com’in questo” (c. 54v.);
“Lista delli argentieri e quello devano havere delli lavori d’argento allo Illustrissimo et Reverendissimo cardinale de’ Medici di conto saldo con messer Francesco de Medici e messer Francesco Bellotti in Roma ecetto maestro Giovanni Fiamingo” (c. 55r.).