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Prego Vostra Signoria che con Sua Eccellenza Illustrissima dia conto in che termine lassa qua il negotio del cardinale de Monte, ricordandosi questo particolare: che deli omicidi ogni volta che Nostro Signore si contenti che si vegga di iustitiab, buoni avocati hanno per certa l’assolutione. Ma che questo solo bisogna superare che Sua Santità senza sdegno voglia che la causa deli homicidii si vegga per justitia. Che del’altre cose crederò sempre che Sua Beatitudine ne terrà poco conto o, volendole punire, non sono tali che s’habbia né da temer di morte, né di privatione d’abito, né di robba, ma cose che con uno honesto confino o con una carcere più conveniente et più largha si gastigano facilmente etc. Dica che quei tre sono i principali nimici che ha né si scordi di dire il fatto del Spina etc. Per me, oltre al basar humilmente la mano a Sua Eccellenza Illustrissima, alla signora duchessa et al cardinale mio padrone, vegga con la destrezza sua se l’opra e servitù mia qua può profittare et valere qualche cosa, che mi sarà gran favore lo star qua, quand’io faccia //c.56v.// qualche cosa et manifestamente sia che io habbia qualche cosa da fare. Altrimenti verrò volentieri alla corte a servire di spalliera, per che poco altro conoscho di poter fare. Et questo mi gustac farlo prima che star altrove senza far nulla. Ho detto questo perché in Roma, senza vantarmi, la mia moneta si può spendere per qualche cura. Nel resto mitte diligenter et nihil dicas et con questo baso la mano di Vostra Signoria ecc.

Servitore affetionatissimo Claudio Saracini fratello.

Li raccomando il negotio de 100 scudi di messer Pacifico Arditi che in più lettere mi prega che io ne la gravi ecc.

a A c. 59v. si legge “Memoria per il cavaliere Saracino al segretario Concino con Sua Eccellenza Illustrissima”.
b Iustia nel testo.