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Roma, 1 aprile 1569
Med. 5085, [già num. 51], c. 87r-v.
Il cardinale Morone desideraria che tra figlioli del conte della Mirandola morto ultimamente et l’altro signore che si pretende spogliato nascesse qualche accordo, mostrando muoversi come amorevole ad ambe le parti, non meno per quiete et sicurezza di quelli, che per benefitio di quest’altro; et che hoggi più che mai saria facile il negotio, sì perché quelli, putti et governati da donne, s’indurrebbono più facilmente (posposti alcuni puntigli et cavillationi) che non faceva il padre a honeste conditioni, sì perchè quell’altro trovandosi ridotto in termine di maggior bisogno, consentirà forse a quel che habbia recusato altra volta. Muoversi anco per il servitio publico, dubitando che le ragioni delli scacciati non vengano in mano di persona, onde nasca poi occasione di travagli, come altra volta è avvenuto. A questa buona opera dicendo essere bisogno un principe di rispetto et autorità che ci interponga l’opera sua, m’ha pregato caldamente ch’io faccia offitio con Vostra Eccellenza affinché si contenti pigliare questa impresa, mostrando nessuno essere più atto di lei a condurla, sì per li rispetti sudetti, sì per quel che la vi ha fatto altra volta. Et che il modo saria che la facesse muoverne qualche ragionamento dall’agente suo a Milano con quel signore che si trova là scacciato. Ho replicato che Vostra Eccellenza, come amatore del publico bene et amico a quelli signori tutti, volentieri proccuraria sempre quel che tendessea a commodo loro et non punto meno per sodisfare a Sua Signoria Illustrissima, ma che non havendo potuto (per qual si voglia impedimento[)] //c.87v.// concludere l’altra volta et, non sendo hora richiesto da interessati o offertole autorità alcuna, non sapevo quel che fusse per fare, tuttavia che le ne scriverei. Così hora faccio, non pregandola o stringendola a entrare in questa pratica più oltre di quel che con sodisfatione et honor suo le paia di poterla muovere o trattare, perché non ho informatione delli humori che possano esservi et solo vedo l’apparenza delle cagioni che pretende Morone, alle quali egli solo aggiunge che crederà di potervi fare qualche utile offitio di qua, quando da Vostra Eccellenza vi sia posta la mano. Che è quanto m’occorre per questa, oltre al farmi raccomandato in buona gratia di Vostra Eccellenza, alla quale prego da Nostro Signore Dio lunga et felice vita.
Di Roma il dì primo d’aprile 1569.
a Nel ms. stendesse, s- cassato.