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Roma, 18 gennaio 1570
Med. 5085, [già num. 97], cc.187r-188r.
Ho sentito con mio singolar contento la continua salute della serenissima sua consorte et desidero che di tutti mi vengano sempre avvisi conformi. Di quel che Vostra Eccellenza mi offerisce a benefitio di Niccolò Spinello come sommamente ha mostrato sodisfarsi Dolfino, così ho sentito io molto piacere, et la ne ringratio. Messer Iustiniano Orsino, cameriere di Nostro Signore, fece chiedere questi dì passati a Vostra Eccellenza, credo dall’ambasciatore, certo privilegio desiderato da lui grandemente per uno stampatore amico suo. Se non è cosa di molto pregiuditio alli Stati di Vostra Eccellenza, la prego a consolarlo in gratia mia et non solo mandarmi il privilegio, ma scrivermi un capitoletto mostrabile, desiderando io che egli riceva sodisfattione da noi, sì come nelle cose nostre s’è mostrato amorevole et può essere utile ancora alle occasioni.
Io stimerei mancare al debito mio se, avendo tirato qua messer Averardo de Medici et trovandomi da lui così amorevolmente servito et con tanta diligenza, lassassi quelle occasioni che si porgono di procurare quanto sta in me per honore et commodo suo o de suoi.
Però, dovendosi fare un successore al commissario Pucci nella militia di Vostra Eccellenza, ho voluto sodisfarmi di proponerle et strettamente raccomandarle per quell’offitio messer Giulio de Medici, de meriti et qualità del quale non le dirò già altro, perché meglio che a me le sono noti per la servitù sua di tanti anni con la casa nostra, ma solo la prego a promuoverlo et favorirlo di questo honore, //c.187v.// quando giudichi esservi il suo servitio, certificandola che io le n’haverò molta obligatione. Et con questo fine resto raccomandandomi di core in buona gratia di Vostra Eccellenza.
Di Roma li xviii di gennaro mdlxx.
[Postcritto] Il cardinale Orsino ha mostrato sempre con segni estrinsechi, ai quali io non ho visto mai effetti contrarii, molta inclinatione alle cose nostre et hora, havendone porta occasione questa venuta del signor Paolo, m’ha con tanta efficacia di parole affermato et promesso di sé che, nonostante qualche opinione, io non diffiderei di poterne havere de piaceri. Desidererei confirmarlo con qualche gratificatione et, sapendo che nessuna l’obbligaria quanto l’ottenere da Vostra Eccellenza quel schiavo che egli già le chiese per ricatto de suoi servitori, ho pensato che (poi che egli ancor se ne resta nella torre di Pisa quasi inutile) et (secondo intendo) non ha potuto per l’intentione di lei far quel che la ne disegnava et egli le promesse, potremmo compiacerne questo signore et con questo mezo scancellare ogn’altro sospetto conceputo dal vederlosi negare et mostrarli che dalla banda nostra si tenga memoria delle cose sue et si corrisponda convenientemente alla sua amorevolezza.
Io non ho mosso né moverei parola senza prima sapere l’animo di Vostra Eccellenza ma, //c.188r.// vigilando sempre l’occasioni di conciliar homini che siano atti a giovare qualche volta, ho voluto significarle questo mio pensiero et dirle che, se la si contentarà ch’io possa prometterle, guidarò il negotio di maniera che gliene sarà havuto il medesimo obligo che se l’havesse concesso prontamente il primo giorno.
Li vetri furono cari a Nostro Signore et tanto secondo il gusto suo che gli è venuto voglia d’haverne altri di quella qualità che la vedrà dalla nota inclusaa et m’ha commesso ch’io preghi Vostra Eccellenza a farglieli fabricare et mandarglieli. Però le piacerà ordinare che siano lavorati con ogni diligenza et inviarli persuadendo di farne cosa gratissima a Sua Beatitudine.
a Segue per la nota barrato.