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Roma, 7 aprile 1570
Med. 5085, [già num. 114], c. 225r-v.
Maestro Pierantonio Contugi da Volterra, medico qui in Roma, è tanto amato per le buone qualità sue da tutta questa corte et tanto amorevole et offitioso con tutti gli amici et servitori di casa nostra, ch’io lo stimarei degno di esser tenuto da Vostra Eccellenza in qualche particolare consideratione nelle sue occorrenze. Però, sendo molestato in alcune sue cose dal Magistrato de Contratti che pretende da lui la gabella di certa dote et procedendosi all’esecutionea contro quella parte che forse non v’è obligata senza darli commodità di prima dire le sue ragioni per quanto intendo, ho voluto raccomandarlo a Vostra Eccellenza et pregarla, come faccio a ordinare che si proceda maturamente nella causa sua et, dove sia luogo alla benignità, admettervi questo suo particolare, ch’io certamente, per respetto suo et di altri che me lo raccomandano, glen’harò obligatione. Nel resto, non havendo io lettere di Vostra Eccellenza già molti giorni et non mi dando occasione i servitii suoi o le altre cose del mondo di scriver più di quel che la vedrà //c.225v.// dalla lettera mia per Sua Altezza, io non m’estenderò con parole superflue, ma restarò per fine di questa basandogli con ogni affetto la mano et pregando per la sua continua prosperità.
Di Roma li vii di aprile 1570.
[Post scritto] Nostro Signore, su l’avviso de pericoli d’Avignone, divertiva buona parte de suoi pensieri dalle cose turchesche; Ma su l’avviso venuto hoggi del danno ricevuto nelle genti dell’ammiraglio et del pericolo continuo in che si trovava, seguendolo tuttavia Danville senza lassarlo pigliare ardire di allargarsi o mettersi a impresa, s’è allegrata assai. Il cardinale San Clemente si può mettere fra morti hormai, perdita di non poco momento per noi et altrettanto anzi più acquisto per avversarii.
a Segue per barrato.