Il cardinal Ferdinando al granduca Cosimo I

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Roma, 26 maggio 1570

Med. 5085, [già num. 142], c. 286r-v.

Sendo corse più mani di lettere di costà et di qua sopra le cose medesime contenute nella sua de’ x comparsami non prima che quattro dì sono, non m’occorre dirle altro se non che, se pur occorrerà intorno alla causa della risposta o per altro, io procederò con quelli mezi che ella prudentemente ricorda. Nel resto, havendole scritto tutti questi dì passati, sto attendendo le risposte sue, dicendole fra tanto che Sua Santità par resoluta di mandare generale delle sue galere il signor Michele con darli per luogotenente Romagas cavaliere di Malta, homo di quell’esperienza et valore che la debbe sapere. Né si sta senza dubbio che l’haver venetiani intercetta quella nave ragusea che partiva d’Ancona et così maltrattatola possa raffreddare le provisioni di qua in aiuto loro. Con il qual fine resto raccomandandomi nella buona gratia sua et pregandole ogni prosperità.

Di Roma li 26 di maggio 1570.

[Post scritto] Il cardinale di Coreggio, il quale in vero si mostra, posposti certi respetti, //c.286v.// di gratitudine amorevole di Vostra Altezza, m’ha pregato ch’io le scriva che, desiderando sommamente per suo servitio che ella stia congiunta con venetiani, li pareria questo tempo opportunissimo da guadagnarsi quella Repubblica non sendo benefitio che più si stimi, né più oblighi di quel che è fatto nel tempo de bisogni. Il che ricordarli egli non perché non creda esser buona unione fra loro et lei, ma perché gli par cosa espediente al suo servitio. Io, se ben so che Vostra Altezza non dorme et che prima che hora può havere fatto qualche mira a questo fine, tuttavia per sodisfarli ho voluto toccarle questo passo, con basarli la mano in suo nome.