Il cardinal Ferdinando al granduca Cosimo I

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Roma, 3 luglio 1570

Med. 5085, [già num. 156], cc. 313r-314r.

A Nostro Signore lessi la lettera istessa di Vostra Altezza con la copia dela del Christianissimo. Mostrò Sua Santità molto piacere che così amorevolmente si complisse con lei da quella Maestà et sperare che dall’altra ancora dovesse aspettarsi il medesimo et volse ch’io assicurassi Vostra Altezza che ella non è (disse) come la canna, volendo inferire, come dichiaròa, che non si lassarebbe piegare, ma constantemente confermerebbe et difenderebbe gl’honori et titoli datile et procurarebbe con altri il medesimo. Et che Vostra Altezza, al tempo di nominarla, non sarebbe nominata da lei con altro titolo di quello che le ha dato lei, la quale non crede cheb nelle soscrittioni altri fussero perc denigrared alla sua autorità. Che è tutto quello che Vostra Altezza mostrava desiderare. Io ho visto tanta volontà in Sua Beatitudine che non temo debba seguire cosa di nostro disgusto in questo particolare nel quale mi disse Sua Santità che, trattandosi hora solamente della Lega fra lei et il Re Cattolico con veneziani, et dovendo essere la nominatione //c.313v.// degl’altri principi compresi un altro negotio, vi saria anco tempo di fare qualche altra opera et restò molto sodisfatta che ella preferisse alle cose sue proprie la cura del servitio publico.

Io ho già un pezo molto desiderio d’honorare messer Antonio Angeli nostro della dignità et del commodo ancora d’un vescovado. Però, intendendo hora che il vescovo Bufalino è malato a morte, ho pensato, se ben del suo di Massa ha il regresso Farnese, far opera che Sua Santità ne proveda lui et disegno di muovermi con dirle che il procedere del Bufalino et l’humore di Farnese le possono molto bene mostrare che (lassata la sua pensione a esso Farnese) più tosto lei, che lui è bene che proveda a quella chiesa di pastor buono et confidente a noi, non quale egli ve lo porrà, se gli si lassa libero uso del suo regresso. Questo offitio desiderarei io che fusse aiutato da una lettera conforme di Vostra Altezza a Sua Beatitudine o all’ambasciatore con la //c.314r.// quale tengo ferma speranza che riuscirebbe d’honorar questo homo tanto buono et benemerito di noi altri, non senza servitio di lei. La quale per ciò prego a farmi gratia di questo favore ch’io le ne restarò obbligatissimo, et con ogni affetto le baso la mano.

Di Roma li iii di luglio 1570d.

a Come dichiarò Ms. interl. sup.
b a quale non crede che su espunzione.
c Fussero per interl superiore con segno di richiamo.
d Denigrare su denigrassero espunto.
d Annotazione autografa di Cosimo I: “Concino rispondaseli che l’aviamo caro e sia occasione come piacerà al cardinale”.