Piero Usimbardi a Bartolomeo Concini

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Roma, 20 febbraio 1571

Med. 5085, [già num. 169], cc. 344r-345v. Lettera non firmata.

Molto magnifico Signor mio osservandissimo,

non venendo lettere di costà in tanto bollore delle cose, andiamo credendo che sia per venire la Signoria Vostra Magnifica che qua è cercata dalla corte, la quale non può credere che la non ci sia et ne domanda ogn’hora. Tuttavia io le scriverò queste quattro righe che potranno esser lette dal cavaliere in assenza sua.

Il cardinale di Cesis non è tornato ma, il nostro havendo havuto commodità di persona attissima, ha ritratto che difficilmente si faria pigliar a Rusticucci alcun presente se non per mano d’Alessandrino, il quale Sua Signoria Illustrissima non diffidarebbe che saria turcimanno in pregarlo ad accettare da questa banda qualche cortesiaa, che si risolverà di usarla. Questo è un segno di più dell’unione sua con Alessandrino al quale egli deferisce infinitamente in tutteb le cose et può esser anco segno che non sia d’altri quanto si credeva, ma che sia nostro et sia per esser più se gli si farà qualche amorevoleza. Però il cardinale saria di //c.344v.// parere che si mandasse per donare in quel modo et nome che parerà a Sua Altezza velluto cremisi per un paramento ordinario et o li frangioni fatti, o l’oro et la seta da farli. Il che ha voluto ch’io scriva a Vostra Signoria secondo l’appuntamento preso con lei. Se s’ha a donare velluto per paramento di camera et di letto, non è da indugiare cominciando qua l’aria a scaldare.

Ha proibito Sua Santità già più giorni che non si facciano soldati qua per condurre fuore et, sentendosi che di costà si lassano partire, ha voluto Sua Signoria Illustrissima ch’io dica a Vostra Signoria che la corte se ne meraviglia.

Dice anco che saria parere di qualche cardinale amico che Sua Altezza desse trattenimento a qualche capitano svizero di credito appresso quella natione per potersene valere a tempi. Gl’ho risposto che hanno obligo antico con la casa de’ Medici, et chec credo si trattengano quelli medesimi che si soleva alcuni anni fa et dice che questi sariano mezani a congiunger degl’altri et che lo dicessi a Vostra Signoria Magnifica, //c.345r.// come fo con questa, per fine della quale resto raccomandandomi nella sua buona gratia.

Di Roma li 20 di febraro 1571.

[Post scritto] Scrivendo mi sono state portate queste lettere tutte d’una mano, indiritte a un cavaliere che già non è conosciuto da alcuno, il che, havendo fatto che uno di casa nell’aprirne un piego habbia trovata quella per il secretario di Sua Altezza, me l’ha dato acciò lo mandi, parendomi a proposito. Le mando adunque non mi parendo fuor di proposito per quel che mostra la sua aperta.

Il cardinale è ragguagliato dal maestro di camera che Sangalletto e il Bussotto praticano perché, vacando la chiesa di Firenze, si dia a gusto loro et si carichi di pensione. Della persona non è da dubitare, ma della pensione non so che dirmi se non che ho proposto al cardinale che, quando si veda ben bene vicino il caso, faccia opera che, dovendosi gravare, si dia a Sua Signoria Illustrissima mille scudi che quella chiesa portaria senza sconcio alcuno. M’ha detto ch’io scrivo tutto a Vostra Signoria. //c.345v.// Dorrebbe grandemente all’ambasciatore d’haver a pagar ad altri che al cardinale et io non dubito che, toccandosi un motto al tempo con Sua Santità, si tirarebbe la cosa. Vostra Signoria risponda a ciò quel che le parrà o a Sua Altezza, se gli communicarà.

Habbiamo qui in casa già tre dì il prete alchimista che a mano a mano sarà in termine di poter venire. Amulio ha mandato hoggi la sua risposta et, havendo conferito la lettera di Sua Altezza con il papa, par ched Sua Santità non habbia havuto molto grato quell’offitio, non le solendo piacere che di queste cose si tratti con cardinali. Per questo s’è destramente avvertito Morone che non pigli la medesima strada, perché dispiacerebbe tanto più quanto è men’accetta la persona. Dicesi esserci corriere di Germania che sollecita la resolutione del papa et che l’ambasciatore tratti di ciò con Rusticuccio, ma non v’è stato tempo di verificare la novella.

Questa nuova bolla della residenza leva tutti i vescovi dalla corte et Verallo particolarmente, havendogli e detto Sua Santità istessa che vada.

a Segue che barrato.
b Segue in ripetuto.
c Segue si sole barrato.
d Segue a barrato.
e Havendogliene, –ene barrato.