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Roma, 2 marzo 1571
Med. 5085, [già num. 172], c. 351r.
Molto magnifico Signor mio osservandissimo,
molto ben vede il cardinale che non è da tremare in questi moti della penna imperiale et per ciò sta allegramente et si contenta solo di non mostrar soverchio ardire in questo tempo che ogni parola et ogni attione nona pur sua, ma di noi altri ancora, è notata et presa a sinistro senso.Volse non di meno sodisfarsi di dire con Vostra Signoria per la mia lettera quanto ella potette vedere.
Se le lettere ch’io le mandai non sono intese, il fuoco potrà aprir il senso loro riducendole a nulla, come esso intorno a nulla debbe aggirarsi.
Alle pratiche di Sangalletto et Bussotto, occorrendo, si provederà di qua. Ma quel arcivescovo ferma tutti questi pensieri col suo miglioramento.
Di Spagna non ci è ancora alcuna nuova, ma tuttavia si sta aspettando. È tornato Cesi et potrà fare la scoperta etc. Noi intanto staremo aspettando, col qual fine in buona gratia di Vostra Signoria Magnifica mi raccomando.
Di Roma li 2 di marzo 1571.
Di vostra Signoria molto magnifica affetionatissimo servitore Piero Usimbardi.
a Non interl. sup.