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Roma, 18 maggio 1571
Med. 5085, [già num. 203], c. 418r-v.
Reverendo messer Piero,
ho ricevuto le vostre con il plico venuto di Francia et perché dopo le mie de’ xvi et 17, le quali inviai hiersera per un corriero che andava in Spagna, non è occorso cosa di momento, né che meriti d’essere scritta a loro Altezze, me la passerò con loro con silentio et con voi sarò breve, ricordandovi solo il far l’offitio commessovi per l’ultime con loro Altezze et con il Concino per la cosa del Tommasi, desiderando questa gratia non meno per soddisfattione del cardinale Rusticucci, che per esser io stato autore di farli havere questo benefitio. Però non mancate di farlo con ogni efficacia. Et perché similmente a contemplatione di messer Bernardino, uno de più favoriti servitori che habbia il predetto cardinale, io scrissi per le mie ultime al signor principe che volesse farmi gratia di pigliare a suoi servitii un fratello del detto Bernardino chiamato messer Giovan Giorgi, per il quale so che anche il Galgano havea, quando era costà, fatto opera et n’haveva havuto buona speranza, non mancarete di nuovo pregar caldamente in mio nome Sua Altezza acciò la cosa habbia effetto avanti che siate di ritorno, mostrando che al cardinale Rusticucci non si possa fare cosa più grata, né che egli stimi più, et che questo è un modo da guadagnarselo interamente et da potersene valere ogni giorno secondo li bisogni, quel che se io non sapessi per isperienza, nol direi, però non lassarete di dirlo anco //c.418v.// al Concino, acciò sappia questo mio desiderio. Et quando sarete ispedito potrete venirvene. Et state sano, che Dio vi guardi.
Di Roma li xviii di maggio mdlxxi.
Ferdinando cardinal de Medici.