
Roma, 4 giugno 1571
Med. 5085, [già num. 217], c. 456r.
Havevo questa sera a punto spedito il corriere con le due mie, quando trovai il cardinale Pacecco, il quale m’ha mostrato sapere non solo quel che ho scritto dell’ordine dell’ambasciatore cattolico di protestare ecc., ma che egli è resolutissimo di farlo et che saria errore anzi che no se il papa non lo permettesse, sendo il protesto non di revocatione di titolo, o altra retrattatione, ma semplicissimo et per sola conservatione delle ragioni sue sopra Siena, et contentandosi di farlo in camera con promessa di perpetuo silentio, presenti solo Rusticucci, Pacecco, il secretario suo, et non altri. Onde giudica Pacecco essere meglio che il papa l’accetti, che non per lieve cagione indurandosi sia causa di disordine, come dice di scriver a Vostra Altezza con sua carta, la quale m’ha pregato a mandare con nuovo corriere a quale effetto espedisco questo. Et, non havendo che dirle di più, humilmente le baso la mano.
Di Roma li 4 di giugno 1571.
[Post scritto] Piacemi che il corriere non fusse partito con le suddette mie, poiché il medesimo con più sua sodisfattione le dovrà portare il tutto.