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Roma, 15 giugno 1571
Med. 5085, [già num. 226], cc. 472r-473v.
Il signor Paolo Giordano nostro, per tirar innanzi il suo disegno di seguir con la persona sua quest'anno il signor don Giovanni d'Austria, ha bisogno di buona somma di danari da ponersi all'ordine et portar con sé et, non trovando con chi contrattare le cose sue senza disavantaggio notabile, m’ha pregato instantissimamente a farlo provedere offerendo cautele suffitienti per ogni somma. Io, trovato che fra suoi beni liberi non vi resta moltoa, mi scusavo, ma egli m'ha fatto proporre in vendita la tenuta di Palo con la rocca et iurisdittione del luogo, per prezzo honesto di 20 mila scudi di giuli x per scudo, con conditione di retrovendendi per certo termine, de quali 20.000 gli debba sborsar di presente, viii mila et li restanti xii mila con commodità di tempo, da pagarsi a suoi creditori che ritengono in pegno altri suoi beni, et egli mi daria sicurtà dell'evitione il signor Paolo Sforza per 5 mila scudi et il signor Averso da Stabbio per altri 5 milaa et per il resto offerisce altri due o tre signori idonei etb da accettarsi liberamentec, con questo che non debba io pagar se non per quanto importino di mano in mano le sicurtà da aggiugnersi alle suddette nominate, talché sempre sia ben cauto ogni pagamento. Io attenderei molto //c.472v.// volentieri a questa compra sì per commodo suo, come mio. Il suo è che contrattando con altri, come con Farnese o simili che aspettano, gettarà via quel luogo al sicuro, et in oltre perché con li scudi 12 mila che avanzano sopra gli otto detti, si redimono tanti beni che gli importaranno 3 mila scudi. Mio commodo saria, perché è qui vicino, nel stato presente si affitteria [1].500 scudi, ha bella habitatione, iurisdittione, caricatoro di grani et magazini, da far con mio vantaggio non solo le provisioni necessarie per qua, ma altri maneggi utili, come fa Farnese, con i grani del luogo medesimo, come dirò, et attendendovisi si cresceria, non solo con la diligenza ordinaria ma estraordinaria ancora, come dice Cesis, che n'è informatissimo, il quale m'assicura che senza difficultà harei da questo o altro papa la iurisdittione libera che per la estrattione de grani del territorio et altre circunstatie importaria tanto che varrebbe più di 3.500 scudi, abbracciando molte tenute di S. Spirito et d'altri. Per luogo maritimo ha manco mal aria di altro vicino, talché gli homini vi si potriano fermare. È libero et non compreso in fidecommisso, sendo stato già comprato da Leone X //c.473r.// per xiii mila scudi, il quale lo fabricò et dette poi a questi signori Orsini di Bracciano. Per tutti questi respetti io v'entrarei, dico, volentieri et sicuramente. Ma non ho voluto obligarmi, se io non sappi prima non solo di farlo con piacere et buona gratia di Vostra Altezza, ma d'essere soccorso da lei di questa somma in quel modo che più le piacerà. Però vengo a supplicarla dell'un et dell'altro, certificandola ch'io le ne restarei sopramodo obligato. Et se pure lo sborso non potesse farsi o da lei, o dal monte con manco mio interesse, la supplico a contentarsi al manco della pratica, perch'io mi ingegnarò di provedere danari di qua, con tal conditioni che il frutto del luogo superarà l'interesse sicuramente, finch’io vadad scaricandomene in quel modo che potrò migliore.
Et perchè senza il consiglio suo non voglio mai deliberare delle cose mie, mi occorre dirle ch'io ho le (sic!) de benefitii di Spagna in un termine che non trovo ancor la via non solo di cavarne il frutto, ma pur di saper il certo di quel che se ne sia tratto o di quel che vaglino, sebene più volte n'ho dato oportuno ordine, rispondendomisi con buone parole, senza passare più oltre, che tenere //c.473v.// in mano. Ond'io ho pensato che, non mandando persona certa che veda, saldi et affitti o accommodi altrimenti, secondo che più giudicarà a proposito, non mi prevalerò per un pezzo di parte alcuna. Però sendo appresso di me messer Rinato de Pazzi, giovane suffitiente et attivo, et per ciò molto a proposito a questo negotio, disegnavo di mandar lui con l'occasione dell'andata di Alessandrino, non con lui, ma con l'ordine di arrivarlo poi vicino alla corte, per non caricarli questa spesa alle spalle. Egli in poco tempo visitarà i benefitii, si certificarà del frutto, allogarà et darà tal ordine anco al passato, ch'io potrò valermi di quel che vi è ad accomodar qua le cose mie che n'hanno bisogno, come sa Vostra Altezza. La quale supplico sopra il pensiero della cosa et della persona a dirmi il suo parere, con il quale in questo et in ogni altro affare è debito et resolutione mia principale di governarmi sempre. Et non havendo per hora che soggiugnere oltra la salute mia, resto humilmente basandogli la mano, con pregarle lunga et felice vita.
Di Roma li xv di giugno1571.
[Post scritto] Havevo pensato che il renuntiar con pensioni questi benefiti fussi il meglio partito, ma chi sa l’usanza me ne dissuade interamente.
a Segue pote barrato.
a Segue segno di richiamo espunto.
b Idonei et inter. sup.
c Fra quali >et< per V mila altri il conte di S. Fiore marg. sinistro.
d Segue una lettera barrata.