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Roma, 7 aprile 1572
Med. 5087, n. 44 (c. 116r-v).
Lettera integralmente autografa.
Molto magnifico Signor mio osservandissimo,
hiermattina il papa venne a dar la benedittione su la loggia, dove fu visto con molto concorso et con molta sodisfattione del popolo, il quale Sua Santità ancora fece segno di veder con molta tenereza. Scese le scale con i suoi piedi et da la voce, dal volto et da un certo moto pronto et spedito nel levarsi et ponersi della sedia, apparve a certi lupacchioni più prosperoso che non hariano voluto. Di questa uscita non ha patito poi, sendosi passato il giorno di hieri al solito et la notte parimente, cioè col sonno interrotto spesso dal bisogno et cociore d’orina, nella quale apparisce la medesima marcia, ma d’ogni tre dì, due ne passaa piacevolmente. È male col quale può viver mesi et anni, per quel che si vede dall’esempio d’altri vecchi in questa corte che pur vanno innanzi, se ben hanno manco commodi et fanno più disordini, et al sicuro ci reggerà fin all’autunno. Il cardinale ha desinato stamane con Alessandrino et poi hoggi se n’è stato un pezo nell’anticamera di Sua Beatitudine donde l’ha vista che alla finestra èb stata trattenendosi con certe cosette, et nel volto non lec conosce mutatione notabile, come non le conobbe anco hiermattina su la loggia, dove le stette sempre a canto. Et dovrà a mano tornar a qualche parte de negotii et poi ordinar le cose in modo che non le resti //c.116v// da tirar tutta questa carretta, come ha fatto sin qui. Non scrive Sua Signoria Illustrussima perché non le occorre, ma ha comandato a me che io dia questo conto a Vostra Signoria per notitia di loro Altezze et le dica, come è vero, che lei ancora sta benissimo et s’ha passato questa quaresima in modo che per la sanità gli è stata utile. Col qual fine a Vostra Altezza bacio la mano.
Di Roma li vii di aprile 1572.
Di vostra Signoria molto magnifica affetionatissimo servitore Piero Usimbardi.
a Passa in un primo tempo seguito da più.
b È aggiunto in interlinea superiore.
c Le aggiunto in interlinea superiore.
