Il cardinale Ferdinando al granduca Francesco I

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Roma, 11 gennaio 1585

Med. 5092, n° 6 (c. 11r), firma autografa

//c. 11r//
 
Ser Antonio Forti da Pescia servendo alle cose mie, merita d’esser aiutato da me nelle sue occorrenze; però trovandosi con grande incommodo, et senza alcuna certa querela admonito da Nove per certo tempo, forse per sinistre informationi, prego Vostra Altezza che già che ha patito alcuni mesi, si contenti  restituirlo, che me ne farà molta gratia. Et le bacio la mano.
Di Roma li xi di gennaro M.D.LXXXV.
 
[Probabilmente allegata a c. 11 r]
Med. 5092, n° 6/2 (c. 12 r)
 
//c.12r// Serenissimo Gran Duca
 
Ser Antonio Forti da Pescia fidelissimo di Vostra Altezza Serenissima reverentemente gl’espone, come fino il dì 19 di luglio proximo passato dell’anno 1584, dal signor vicario di Pescia d’ordine delli molto Magnifici Signori Nove Conservadori gli fu notificato, come era stato monito per tre anni delli offizi della Communità di Pescia, non sapendo  detto Ser Antonio la causa di tal monitione, non li essendo formata contro querela alcuna prega et supplica Vostra Altezza Serenissima che si voglia degnare di farli gratia di potere esercitare detti offizi, o, al meno l’offizio del consule et notaio del banco delle cause civili di detta comunità, che gli ne terrà obligo perpetuo, e pregherà sempre il Signore Dio per la sua felicità.